Terrorismo climatico

Greta Thunberg al vertice sul clima in occasione della 74esima sessione dell’Assemblea Generale dell’Onu.

  • “Venite a chiedere la speranza a noi giovani? Come vi permettete? Avete rubato i miei sogni e la mia infanzia con le vostre parole vuote”
  • “Le persone stanno soffrendo, stanno morendo. Interi ecosistemi stanno collassando. Siamo all’inizio di un’estinzione di massa…”
  • “Quindi, pentitevi o morirete tutti “

Estinzione di massa? Moriremo tutti. Oh mio Dio, ma chi ha messo queste parole in bocca ad una bambina? Perché l’Onu ha consentito una simile sceneggiata?

Non bastavano i Maya e Nostradamus.

Del resto, siccome gli scenari si spingono avanti 50-100 anni si è abbastanza certi che non ci sarà nessuno di noi a verificare le sciocchezze che oggi vengono spacciate per verità scientifiche. Certo, oggi basterebbe rilevare quanto fossero sbagliate le previsioni date per certe 30-40 anni fa per nutrire seri dubbi sull’attendibilità degli scenari previsti oggi, ma in un clima ideologico come quello attuale è decisamente pretendere troppo da scienziati-opinionisti e giornalisti.

Ok, detto questo andiamo avanti nel pratico. Ora vi chiedo se avete mai notato passeggiando sulla riva di una spiaggia che il livello del mare si è innalzato, che qualche città costiera è stata sommersa per lo scioglimento dei ghiacciai, che la Sicilia si è desertificata? No, vero? Eppure ce la stanno tirando addosso da almeno 40 anni.

Sì vabbè – direbbe qualcuno – lo dicono gli scienziati, lo dice la scienza, la evidenza dello scioglimento dei ghiacciai, l’aumento della temperatura per colpa delle emissioni di CO2 nell’atmosfera. Il riscaldamento degli oceani. C’è uno studio della Cia (mai tirato fuori dai loro cassetti).

Quali scienziati? Quale scienza? Su quali basi scientifiche?

A seguito della sceneggiata della Greta all’Onu, 500 scienziati di 13 paesi (guidati Guus Berkhout, geofisico e professore emerito presso l’Università dell’Aia) hanno indirizzato al segretario generale dell’Onu Guterres una lettera contro l’allarmismo climatico. Ed un invito ad un confronto sui “dati” e sul “metodo” scientifico seguito. Invito mai accolto.

  • Scioglimento dei ghiacciai.

Non c’è alcuna emergenza. La documentazione geologica rivela che il clima della Terra varia da quando esiste il pianeta, con fasi naturali fredde e calde. La piccola era glaciale che ha sommerso anche New York e mezza Europa si è conclusa solo di recente. Tali ghiacciai arrivarono al culmine della loro estensione intorno al 1850, quando le temperature ripresero ad aumentare causando una nuova riduzione della massa dei ghiacci. E badate bene non siamo ancora nell’era della rivoluzione industriale convenzionalmente fatta partire dal 1870.

Quindi non sorprende che oggi stiamo vivendo un periodo di riscaldamento.

Recentemente i ricercatori hanno misurato con l’aiuto di piccoli sommergibili la temperatura, il livello di salinità e il contenuto di ossigeno delle correnti oceaniche sotto i ghiacciai dell’Artico, misurazioni mai effettuate prima sotto questo ghiacciaio. I ricercatori hanno scoperto che ci sono percorsi distinti che l’acqua attraversa sotto i ghiacciai e influenzata la geometria stessa del fondale oceanico. La causa dello scioglimento dei ghiacciai è attribuito a correnti d’acqua calda che scorre sotto il ghiacciaio. Poi c’è un’altra quantità di ghiaccio che si scioglie a causa di altre fonti di acqua dolce. E’ quindi l’acqua calda che scorre sotto i ghiacciai a preoccupare gli scienziati più della temperatura atmosferica.

  • Innalzamento della temperatura

Il mondo si è riscaldato con un ritmo inferiore alla metà di quanto era stato inizialmente previsto, e meno della metà di ciò che ci si poteva aspettare basandosi sulla forzatura mediatica. Questo ci dice che siamo lungi dal comprendere il cambiamento climatico.

Dove sta allora il problema?. L’Organizzazione Meteorologica Mondiale afferma che l’anidride carbonica ha ormai superato stabilmente la concentrazione di 400 parti per milione (ppm) nell’atmosfera, cosa che renderà mission impossibile mantenere l’aumento della temperatura entro i 2 gradi per il 2100, come previsto dall’Accordo di Parigi. Ovviamente l’opinione pubblica è portata a pensare che 400 ppm sia una cifra abnorme che porterà conseguenze catastrofiche, anche perché l’anidride carbonica viene spacciata comunemente per un inquinante (è invece il mattone della vita, senza CO2 la vita non ci sarebbe). C’è chi, più impressionabile, sente già mancare il respiro per troppa CO2 nell’aria.

Ma anche qui si deve anzitutto tenere presente che sebbene si sia concordi nello stabilire una relazione tra CO2 e temperatura terrestre, nessuno è in grado però di definire un eventuale rapporto causa-effetto e relativo funzionamento. Non esiste una equazione matematica che sappia tener conto di tutti gli effetti naturali e umani.

  • Riscaldamento degli oceani

Poiché la maggior parte della massa d’acqua degli oceani si trova negli abissi, la temperatura media dell’acqua marina è relativamente bassa, circa il 75% dell’acqua degli oceani ha una temperatura che varia dai 0° ai 5 °C.

  • Modelli matematici

E’ evidente che i modelli matematici sono inadeguati e presentano molte carenze, sono difficilmente sfruttabili come strumenti decisionali. Inoltre, probabilmente vengono esagerati gli effetti dei gas serra come la CO2. Infine, ignorano il fatto che arricchire l’atmosfera con CO2 è benefico e della azione equilibratrice della natura.

Non ci sono prove statistiche che il riscaldamento globale stia intensificando uragani, alluvioni, siccità o altri disastri naturali simili, né che li renderebbe più frequenti. Sono solo deduzioni a posteriori senza prove scientifiche.

Non vi è quindi motivo di panico e di allarmarsi.

I 500 firmatari si oppongono fermamente alla politica irrealistica di “neutralità” carbonica proposta per il 2050. Fino a quando non emergeranno approcci migliori, il che certamente accadrà, abbiamo ampio tempo per riflettere e adattarci.

L’obiettivo della politica internazionale deve essere quello di fornire energia affidabile, sicura ed economica, permanentemente e in tutto il mondo. E non creare allarmismo. L’importante è l’uscita dal tunnel della paura.

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