Spazio: osservate due rarissime ‘Croci di Einstein’

Il fenomeno ha consentito agli esperti di osservare due galassie molto distanti dalla nostra posizione.

Un gruppo di astronomi ha individuato, in una serie di immagini dello spazio profondo, due nuove croci di Einstein, un fenomeno raro che conferma l’idea del fisico tedesco che la gravità di enormi oggetti astronomici sia in grado di piegare la luce producendo le cosiddette lenti gravitazionali. Il team di ricerca, guidato dall’astrofisico Nicola Napolitano, si è avvalso del Very Large Telescope, installato in Cile, dell’European Southern Observatory. Le due “croci” individuate differiscono dalla più celebre ”QSO 2237 + 0305” della costellazione Pegaso, il più famoso esempio di Croce di Einstein. Se nel caso di QSO 2237 + 0305 la luce era prodotta da un quasar, ed era coperta dalla galassia ZW 2237 + 030, le due nuove croci scoperte non sono quasar, ma intere galassie.

Spazio: osservate due rarissime ‘Croci di Einstein’

Designate con il nome di KIDS J232940-340922 e KIDS J122456 + 005048 i due oggetti sono invisibili direttamente poiché coperti da altri corpi celesti, situati tra loro e il nostro punto di osservazione. Per le loro peculiarità l’American Astronomical Society ha proposto di chiamare i due colossali corpi celesti “pepite post-blu“, un nuovo termine coniato nella comunità astronomica. Con il termine Croci di Einstein si indicano le lenti gravitazionali che si producono quando la luce proiettata da una galassia lontana attraversa il campo gravitazionale di una galassia più prossima al nostro punto di osservazione. Il prodotto di questa curiosa interazione è un’immagine distorta, moltiplicata e spesso amplificata della galassia più lontana. In questo senso potremmo considerare le lenti gravitazionali come dei veri e propri “telescopi cosmici” perché ci consentono di osservare oggetti lontanissimi e coperti.

Fonte: https://iopscience.iop.org/article/10.3847/2041-8213/abc95b

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