Scoperta sorprendente nella polvere di un superbolide esploso nei cieli della Russia

Gli esperti hanno identificato dei microcristalli di carbonio dalla forma insolita nella polvere del superbolide più grande fino ad ora mai osservato.

Un team di ricercatori ha scoperto all’interno del superbolide di Chelyabinsk, esploso nel 2013 sopra il territorio innevato degli Urali meridionali, cristalli di carbonio dalla forma insolita. La polvere proveniente dalla superficie di questo meteorite è sopravvissuta alla sua caduta ed è oggetto di studi approfonditi. Questa polvere include alcuni microcristalli di carbonio di forma insolita. Uno studio sulla morfologia e le simulazioni della formazione di questi cristalli da parte di un consorzio guidato da Sergey Taskaev e Vladimir Khovaylo della Chelyabinsk State University, Russia è ora pubblicato sulla rivista The European Physical Journal Plus. La polvere di meteorite si forma sulla superficie di una meteora quando è esposta a temperature elevate e intense pressioni all’ingresso nell’atmosfera. La meteora di Chelyabinsk era unica per le sue dimensioni, per l’intensità dello scoppio d’aria in cui esplose e per la dimensione dei frammenti caduti a terra e per il danno che causò. Più rilevante, il superbolide cadde su un terreno innevato e la neve ha contribuito a preservare intatta la sua polvere. Taskaev, Khovaylo e il loro team hanno osservato per la prima volta microcristalli di carbonio di dimensioni micrometriche in questa polvere al microscopio ottico.

Scoperta sorprendente nella polvere di un superbolide esploso nei cieli della Russia.

Hanno quindi esaminato gli stessi cristalli utilizzando la microscopia elettronica a scansione (SEM) e hanno scoperto che assumevano una varietà di forme insolite: gusci chiusi, quasi sferici e aste esagonali. Ulteriori analisi utilizzando la spettroscopia Raman e la cristallografia a raggi X hanno mostrato che i cristalli di carbonio erano, in realtà, forme esotiche di grafite. Molto probabilmente, queste strutture saranno state formate aggiungendo ripetutamente strati di grafene a nuclei di carbonio chiusi. I ricercatori hanno esplorato questo processo attraverso simulazioni di dinamica molecolare della crescita di un certo numero di tali strutture. Hanno trovato due “probabili sospetti” come nuclei per la crescita microcristallina: il fullerene sferico (o buckminsterfullerene), C60,e il più complesso esacicloottadecano (C18H12). In conclusione, Taskaev e Khovaylo suggeriscono che la classificazione di questi cristalli potrebbe aiutare a identificare i meteoriti del passato.

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