Guerra Ucraina-Russia, ecco come identificare le fake news

La guerra non è solo bombe, appostamenti, dispiegamento di armi. Ma anche propaganda, informazione e controinformazione, menzogne e sottintesi. Una storia che conosciamo bene – come non ricordare, per esempio, l’opera del ministro tedesco della propaganda, Joseph Goebbels, durante la Seconda guerra mondiale – ma che oggi, grazie ai mezzi di comunicazione di massa, è diventata di proporzioni ancora maggiori. Così grandi da diventare, in alcuni casi, determinanti per le sorti stesse del conflitto. Ne è un tragico esempio, naturalmente, la guerra tra Russia e Ucraina: in queste settimane, milioni di persone sono state esposte a informazioni artatamente manipolate, o deliberatamente bugiarde, su giornali, radio, televisioni e (naturalmente) social network. Lo raccontano bene, in un pezzo pubblicato su The Conversation, tre esperti di comunicazione della Queensland University of Technology: partendo dalla loro analisi, vi proponiamo alcune regole, consigli e suggerimenti per aiutarvi a riconoscere le caratteristiche di un contenuto (specie foto o video) falso o manipolatorio.

Le tecniche più comuni di adulterazione di una fotonotizia

La tecnica più comune è anche la più banale: prendere una foto (o un video) reale e sostenere che sia stata scattata in un certo momento, e/o in un certo luogo, diversi da quelli veri. È la più comune perché non richiede alcuna competenza tecnica: basta, ad esempio, reperire la foto di un bombardamento aereo e corredarla di una didascalia fuorviante. C’è poi una strategia leggermente più raffinata, che è quella di inscenare una data azione, o un dato evento, e spacciarlo per reale: è successo, per esempio, con le foto dei veicoli distrutti che, a detta della Russia, erano stati distrutti dagli ucraini.

E ancora, aumentando di difficoltà: si può scegliere un punto di vista – un’angolazione particolare, o una lente specifica – per far sì che, per esempio, un oggetto sembri più vicino, o che una piazza sia più o meno affollata, di quanto non lo siano realmente: lo abbiamo visto, per esempio, con le foto del discorso di insediamento della presidenza Trump. E poi, naturalmente, i fotomontaggi: con i software comunemente reperibili sul mercato, e abilità tecniche relativamente scarse, è possibile aggiungere o rimuovere dettagli da una foto, stravolgendone completamente il contenuto.

Come riconoscere il vero dal falso?

Come raccontano gli esperti dell’Australian Associated Press, ci sono cinque semplici azioni che possono aiutare a discernere un contenuto vero da uno manipolato. Eccoli:

  1. Esaminare i metadata
    I metadata sono le informazioni che accompagnano un file immagine o video (e altri tipi di file) e che contengono, tra le altre cose, i dettagli sull’ora di creazione del file stesso. Non è necessario nessun software o competenza particolare per il controllo dei metadati: si possono utilizzare infatti dei servizi online come metapicz.
  2. Consultare un sito di fact-checking
    Purtroppo, spesso le piattaforme (Facebook e Twitter tra le altre) cancellano i metadati durante il caricamento di una foto: in questo caso bisogna andare alla ricerca della foto originale o consultare siti di fact-checking per controllare se qualcuno ha già verificato l’attendibilità della foto. Uno dei più attendibili, per esempio, è Bellingcat, che aggiorna quotidianamente la lista dei contenuti sottoposti a controllo e revisione.
  3. Continuare a cercare
    Un’altra strategia è quella di usare i cosiddetti motori di ricerca inversa, che a partire da un’immagine o da un video forniscono tutte le altre occorrenze online dello stesso file. I più famosi sono Google Images e TinEye. Purtroppo, anche questo controllo potrebbe non bastare: a volte basta ribaltare un’immagine per ingannare i motori di ricerca.
  4. Andare nel dettaglio
    Qui la parte investigativa si fa più raffinata: a volte la veridicità di un contenuto è nascosta nei dettagli. Per esempio: l’orologio indossato dal soggetto di una persona segna una certa ora, che però è inconsistente rispetto alla luce solare che si vede nella foto. In questo modo, per esempio, è stato possibile retrodatare un incontro del Consiglio di Sicurezza russo: stando alle informazioni pubbliche, la riunione si sarebbe tenuta alle cinque del pomeriggio, ma gli orologi al polso dei presenti segnavano le 11:45.
  5. Porsi delle domande
    Per ricordare i suggerimenti appena enunciati, si può ricorrere alla regola da seguire è quella delle 4W+O, che consiste nel porsi cinque domande: il contenuto è originale (lo si verifica tramite ricerca inversa)? Chi (who) è la fonte del contenuto (un privato? Un’istituzione affidabile? Una fonte anonima)? A quando (when) risale il contenuto? Dove (where) è stato scattato? E, soprattutto, perché (why)? È la vecchia domanda dell’alibi, del cui prodest: a chi giova la pubblicazione di questo contenuto? Quale causa perora?

Credits immagine: visuals/Unsplash

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