“Gli scavi non finiscono mai” ecco cosa viene in mente, parafrasando il titolo di una nota commedia del grande Eduardo De Filippo, riferendoci alla stupefacente Pompei. È notizia dei giorni scorsi del ritrovamento di una serie di ambienti contenenti armadi, bauli e credenze rimasti chiusi per 2000 anni, cioè dall’eruzione che ha distrutto la città lasciando dietro di sé solo corpi carbonizzati intenti in atti fissati nella memoria per i secoli a venire, e tutti gli oggetti a loro appartenuti.
Gli scavi sono avvenuti in un’area che già nel 2018 aveva portato alla luce un meraviglioso larario riccamente decorato, ovvero un ambiente adibito al culto dei Lari, numi tutelari della casa. Di fronte ad esso ecco la scoperta: alcune stanze, due sopra e due sotto, che celavano al loro interno ancora diversi arredi e oggetti di uso quotidiano.
L’abitazione appartiene alla classe media, come ha spiegato il direttore del parco Gabriel Zuchtriegel: “Si riuscì a far adornare il cortile con il larario e con la vasca per la cisterna con pitture eccezionali, ma evidentemente i mezzi non bastavano per decorare le cinque stanze della casa, una delle quali usata come deposito”.
Ciò non toglie nulla all’eccezionalità del ritrovamento, un letto, un tavolino circolare, un baule aperto e soprattutto una grossa credenza dal cui ripiano più alto sono stati prelevati brocche, anfore e piatti in vetro. E poi tantissimi gli oggetti ritrovati qua e là nelle varie stanze come un rarissimo bruciaprofumi dipinto, un grande bacile in bronzo ancora su un tavolo. E altre meraviglie come le serrature in metallo della porta, le cerniere dell’armadio fatte con ossa di animali, piccole macine per il pane da fare in casa, addirittura la legna addossata al muro nello sgabuzzino.
Il ministro per la Cultura, Dario Franceshini ha commentato: “Pompei davvero non finisce di stupire ed è una bellissima storia di riscatto, la dimostrazione che quando in Italia si lavora in squadra, si investe sui giovani, sulla ricerca e sull’innovazione si raggiungono risultati straordinari”.
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