Scoperta la “Cappella Sistina degli antichi”: 13 km di incisioni rupestri di 12mila anni

L’hanno già soprannominata “La Cappella Sistina degli antichi”. Si tratta di un muro lungo otto miglia colmo di dipinti preistorici di animali estinti e di persone, realizzati dai primi esseri umani che hanno raggiunto il Sud America 12.500 anni fa, scoperto nella foresta pluviale amazzonica. Sono immagini sorprendenti quelle che arrivano dalla Colombia: raffigurazioni di animali estinti risalenti all’era glaciale come il mastodonte, parente preistorico dell’elefante e il paleolama, parente del cammello, vere e proprie opere di arte rupestre disegnate su un muro lunghissimo realizzate da una ignota tribù amazzonica 12.500 anni fa. Il tutto nel cuore della foresta pluviale amazzonica, nella Serrania de la Lindosa, ed in ottimo stato di conservazione. Vi sono anche raffigurazioni di bradipi giganti e cavalli risalenti all’era glaciale, che vanno a comporre un’enorme opera d’arte lunga quasi 13 chilometri.

La sensazionale scoperta è stata fatta da un team di archeologi nel Parco Nazionale Chiribiquete ed ha una valenza straordinaria perchè consentirà di conoscere meglio e con maggiore chiarezza le abitudini e la storia dei nostri antenati. Si tratta di una scoperta fatta lo scorso anno ma tenuta segreta per mesi così da consentire la completa messa in sicurezza dell’area; inoltre è stato realizzato un documentario da Channel 4 e verrà mandato in onda il 5 dicembre con il titolo “Mistero nella giungla: i regni perduti dell’Amazzonia”. Le immagini raccolte sono state definite “mozzafiato” dall’esploratrice e aleoantropologa che presenterà il documentario mentre all’Observer il professor José Iriarte ha spiegato che alcune figure di uomini sembrerebbero fare bungee jumping da altissime torri di legno. Così a detta dell’esperto, gli autori di questa maxi opera avrebbero raggiunto i punti della roccia più in alto per dipingere. Il professore ha aggiunto: “Un altro aspetto interessante è notare come molti animali siano circondati da piccoli umani con le braccia protese al cielo, come se li stessero venerando. Per i popoli dell’Amazzonia, le piante e gli animali hanno un’anima, con la quale si rapportano agli uomini durante diversi rituali». L’emozione della scoperta traspare dalle parole del ricercatore: «Quando sei lì, le tue emozioni scorrono.

Stiamo parlando di decine di migliaia di pitture. Ci vorranno diverse generazioni per registrarle e studiarle tutte. Ad ogni angolo c’è un nuovo muro dipinto. E sono così dettagliati, è spettacolare”. Per arrivare alla datazione il team archeologico britannico-colombiano, guidato da José Iriarte, docente di archeologia alla Exeter University, ha analizzato le figure degli animali estinti ma anche di altre figure come lucertole, uccelli, pesci e tartarughe. Gli esperti ritengono che la vastità dei dipinti sia tale che occorreranno diverse generazioni per studiarli tutti.

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