Origini della materia: parte 3

radiazionecosmica1

Alla fine degli anni ’70 il cosiddetto modello cosmologico standard dominava la scena. Basato sul fatto che l’universo avesse avuto un’origine, il Big Bang, esso era in grado di spiegare l’espansione dell’universo a partire da una fase primordiale popolata da un gas ad altissima densità e temperatura, ma anche la nucleosintesi primordiale (ovvero la formazione degli elementi chimici leggeri) avvenuta dieci secondi dopo il Big Bang.

In modo del tutto casuale nel 1965 fu registrata la radiazione cosmica di fondo. Una radiazione elettromagnetica che può essere semplificata come una fotografia del calore dell’universo primordiale.

In qualsiasi direzione del cielo la si guardi la sua temperatura è la stessa a meno di piccole disomogeneità dell’ordine di una parte su centomila.
Ovvero l’universo avrebbe raggiunto la su omogeneità in tempi prossimi al Big Bang. Ma nessuno e nessuna teoria plausibile poteva spiegare come ciò sia stato reso possibile.

Soltanto nel 1979 fu capita e data una spiegazione. A darla fu il fisico Alan Guth.

Una intuizione spettacolare, che hanno segnato la nascita di una teoria elegante, densa di conseguenze osservative, che ha rivoluzionato il nostro modo di concepire l’origine dell’universo:

la teoria dell’inflazione cosmica.
Guth ipotizzò un evento sbalorditivo e di durata brevissima. Un evento durante il quale l’universo si espanse in maniera rapidissima e accelerata, aumentando in un battito di ciglia cosmico le sue dimensioni di un fattore almeno 10^30 (dieci elevato alla trentesima potenza).

Da scale microscopicamente piccole l’universo era passato a scale cosmologicamente gigantesche.

Con enormi ripercussioni sulla conoscenza dell’origine della materia.

Che vi racconterò nel prossimo post.

……  continua  …….

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