OOPart – Oggetti fuori posto.

Sono esistite civiltà prima della comparsa dell’uomo? Siamo certi che la nostra sia l’unica civiltà che abbia mai messo piede sulla Terra?
Se milioni di anni fa un’altra popolazione non umana avesse lasciato tracce della sua esistenza sul Pianeta, sapremmo ritrovarle?

Siamo abituati a considerare “civiltà scomparse” quelle che hanno lasciato dietro di sé rovine di sontuosi palazzi, statue e sculture. Reperti di questo tipo sono l’ideale per studiare popolazioni vissute e sparite alcune migliaia di anni fa. Ma se consideriamo una distanza temporale di decine, centinaia di milioni di anni fa, le cose si complicano.

La più grande superficie di terra estesa e “piatta”, non rimescolata da processi geologici, si trova nel Deserto del Negev (Israele) e risale a 1,8 milioni di anni fa. Le superfici più antiche rispetto a questa data sono visibili in sezione in campioni di roccia, rimescolate da processi vulcanici, o sono finite polverizzate dall’erosione. Inutile pensare di trovarne ancora traccia.

Questo escluderebbe la possibilità di trovare tracce di civiltà remote dovute al rimescolamento e trasformazione della Terra.

Tuttavia diversi manufatti denominati “OOPARTS” (Out Of Place Artifacts)- oggetti fuori posto – che riaffiorano dal passato dai luoghi più disparati, vengono considerati da molti ricercatori prove dell’uso di avanzate tecnologie in tempi remoti.

Diciamo subito che la comunità scientifica non ha mai ritrovato in tali oggetti elementi o prove che le facessero apparire come “fuori dal tempo, relegando le interpretazioni volte a sottolineare presunti anacronismi nell’ambito della pseudoscienza. Molti OOPArt hanno infatti ricevuto un’interpretazione del tutto coerente con le attuali conoscenze archeologiche e scientifiche. In tutti quei casi in cui non si è data una risposta, ciò si deve al fatto che non si è ancora capito il tipo di utilizzo che aveva l’oggetto o la descrizione dell’oggetto appare fumosa e inesatta oppure non si conosce il possessore dell’oggetto tanto da farne dubitare circa l’effettiva esistenza.

Vale comunque la pena di citare i più noti, elencati anche nel libro di Michael Cremo e Richard Thompson “Archeologia proibita”.

C’è n’è per tutti i gusti.

OOPArt che secondo i sostenitori sono ancora da verificare.

  • CuscoPiedra12anguloCusco (antica capitale del Perù) e alcuni siti in Perù: in una località chiamata Hatun Rumiyoc esistono enormi complessi edificati con blocchi di diorite, molti dei quali dal peso di diverse tonnellate, modellati con una precisione tale da sembrare a molti incompatibile con le tecnologie dell’epoca. La spiegazione ufficiale è che molte culture sovente costruivano porticati o strutture più grandi del normale per incutere un’impressione di solennità e grandezza. Alcuni sostenitori della cosiddetta pseudoscienza sostengono invece che siano una prova dell’esistenza di esseri diversi da noi, vissuti o passati dalla terra migliaia di anni fa.
  • mortaio con pestello rinvenuto nella Table Mountain (California), nella contea di Tuolumne, in uno strato di roccia risalente al Terziario e datato tra i 33 e i 55 milioni di anni. Sull’oggetto tuttavia non ci sono segni di lavorazione umana ed è quindi plausibile che si tratti di semplici pietre elaborate dalla natura e che accostate tra loro fanno pensare a un mortaio con relativo pestello.
  • Gli oggetti microscopici (nanospirali) che sarebbero stati rinvenuti presso le rive del fiume Narada in Russia sulla catena degli Urali, costituiti, stando alle descrizioni, da elementi che si avvolgono a spirale, alcuni della grandezza di pochi millimetri, in rame, tungsteno e molibdeno, interpretati come antichi esempi di nanotecnologia, Tale interpretazione è stata messa in dubbio: come spesso accade per questi “oggetti impossibili,” è difficile dare una ricostruzione pacifica per la mancanza di informazioni dettagliate e attendibili. Nel caso di questi presunti oggetti microscopici, ad esempio, non si riesce nemmeno a sapere dove si trovino attualmente.
  • tubi di Baigong in Cina, tubi metallici rinvenuti in una grotta nella provincia di Qinghai, e nelle vicinanze, interpretati variamente come manufatti artificiali, antiche condutture, o come formazioni naturali. Ulteriori studi sono oggi impediti dal fatto che le autorità cinesi usano il sito come attrazione turistica.
  • Una protesi metallica, in ferro puro, lunga 23 cm presente nella gamba della mummia del sacerdote Usermontu risalente alla XXVI dinastia egizia (656 a.C. -525 a.C.) Si ritiene che la “protesi” sia stata messa nella fase di mummificazione del corpo in vista della resurrezione, si tratta quindi di una riparazione postuma,
  • Un giornale del 1891 riporta la notizia del ritrovamento di una catena d’oro a Morrisonville, nell’Illinois, rinvenuta, stando al racconto, in un pezzo di carbone e sempre secondo l’articolo, risalente a 300 milioni di anni fa, ritrovata da parte della moglie del direttore del giornale, S.W. Culp, Come per altri OOPArt non si hanno notizia della reale esistenza del monile e del suo possessore.
  • La tazza in ferro di Wilburton rinvenuta nel 1912 in una miniera di Wilburton, nell’Oklahoma, da in un blocco di carbone. La classificazione come OOPArt si basa su racconti aneddotici e l’oggetto sin dagli anni ’60 è stato usato come strumento di propaganda creazionista senza tuttavia che vi sia alcuna prova circa la reale antichità.
  • Il Fuente Magna un vaso ritrovato in Bolivia nel 1950 con presunte incisioni in cuneiforme sumero e proto-sumero.
  • La vite di Treasure City, si dice scoperta nel 1869 negli USA a Treasure City (un paese di cercatori d’oro oramai abbandonato nello stato del Nevada) è uno di quei ritrovamenti classificati come OOPArt, ovvero “manufatti trovati fuori posto”, dai sostenitori dell’archeologia misteriosa. In uno strato di roccia sarebbe stata trovata l’impronta apparente di una vite di 5,08 cm di lunghezza. La vite che si presuppone fosse stata di materiale ferroso si è ormai completamente perduta, ma impressa nella roccia vi si è trovata la forma fotografata dell’oggetto. Come per altri OOPArt non si hanno notizia della reale esistenza della roccia e del suo possessore.
  • I reperti di Hueyatlaco, sui quali esiste una controversia circa la datazione

Oggetti pienamente spiegati come appartenenti al loro tempo.

La macchina di Anticitera, un meccanismo per il calcolo astronomico recuperato in un relitto al largo della Grecia e risalente all’87 a.C. Questo confermerebbe che la Grecia antica aveva una conoscenza tecnologica maggiore di quanto finora creduto, ma non in contrasto con le conoscenze generali su tale civiltà (vedasi la Macchina di Erone).

Lelicottero e il carro armato incisi su di un bassorilievo nel tempio di Abydos, rivelatisi un’immagine “creata” casualmente dalla sovrapposizione di due strati di simboli.

La mappa di Piri Reis (1513), che secondo alcuni rappresenterebbe l’Antartide quando ancora non era conosciuta; è ormai accettato e accertato che raffiguri l’America.

La Colonna di Ferro in India, risalente almeno al 423, una colonna in ferro alta 7 metri dal peso di 6 tonnellate che non è arrugginita nonostante 1600 anni di esposizione al clima monsonico, a causa di una “pellicola protettiva” formatasi come conseguenza dell’uso di materiali con impurità nel processo di fusione.

Il modello di Aliante di Saqqara ritrovato in Egitto nella tomba di Pa-di-lmen, risalente al 200. È un oggetto molto leggero, presenta ali dritte, che sembrano disegnate aerodinamicamente. Ricostruzioni in scala reale hanno dimostrato che non sarebbe mai stato in grado di volare e nemmeno di planare. Si tratterebbe probabilmente di un giocattolo o di una decorazione riproducenti un uccello stilizzato, una figura classica dell’iconografia egizia.

La città sommersa di Bimini. Negli anni 1960 dei sommozzatori scoprirono al largo dell’isola di Bimini una zona apparentemente pavimentata, con colonne parzialmente abbattute, e si convinsero di aver scoperto Atlantide o un’altra città perduta. In realtà la pavimentazione non era altro che una formazione rocciosa di origine vulcanica simile a quella della Giant’s Causeway irlandese, e i “pilastri” erano comuni bidoni riempiti di cemento indurito, usati come pesi nel vicino porto e in seguito scaricati in mare.

Oggetti scambiati per OOPArt oppure falsificati.

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All’interno del geode di Coso, inizialmente datato come antico di 500 000 anni, è stato trovato un oggetto metallico. Nonostante il nome, non si tratta di un vero geode ma di un grumo di creta in cui si è trovato anche un pezzo di chiodo. La presenza dell’oggetto è stata strumentalizzata da gruppi creazionisti americani (come “Creation Outreach” e “Institute for Creation Research”), che hanno aggiunto ai pochi dati divulgati dagli scopritori numerose informazioni fasulle, aumentando il mistero intorno all’oggetto. Nel 1999 l’oggetto è stato identificato in base alle prove portate da un gruppo di collezionisti: è senz’ombra di dubbio una candela per autocarro di marca Champion, di uso comune negli anni ’20

teschi di cristallo, attribuiti a civiltà precolombiane, sono in realtà falsi fabbricati a partire dalla seconda metà del XIX secolo.

Le sfere metalliche di Klerksdorp, Sudafrica, che alcuni pensano essere opera dell’uomo. I geologi concordano sul fatto che tali sfere non sono dei manufatti ma sono il risultato di processi naturali.

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Il Martello di London, Texas (USA), secondo certuni databile 115 milioni di anni come le rocce della zona in cui è stato rinvenuto, è un falso. Non sono presenti gli aloni di diffusione delle particelle metalliche che avrebbero dovuto prodursi nella roccia in milioni di anni, né si è verificata la pietrificazione del manico di legno del martello. Inoltre, dal momento che si tratta di una roccia metamorfica, sottoposta ad enormi pressioni e temperature, sia il manico che la testa del martello dovrebbero essere fortemente deformati.

ditofossile

Il presunto dito umano fossile, risalente a 100 milioni di anni fa e ritrovato nella Walnut cretaceous formation del Comanche Peak situato in una riserva del Nuovo Messico, è di dubbia origine anche per gruppi creazionisti ed è ritenuto, a seconda delle opinioni, un carapace fossile o semplicemente una pietra con una forma interessante.

Il Papiro Tulli, un falso documento egizio che descrive degli UFO.

La cosiddetta mappa del Creatore (nota anche come pietra di Daška), ritrovata nella Baschiria, Russia. Erroneamente datata ad almeno 20 milioni di anni fa e raffigurante il territorio di 120 milioni di anni fa. In un’intervista rilasciata alla trasmissione Stargate – Linea di confine, Čuvyrov, autore della scoperta, aveva affermato che la mappa rappresenta enormi canalizzazioni di cui si è cominciato a ricercare l’esistenza attraverso opportune prospezioni geologiche. Successive indagini hanno mostrato l’assoluta inconsistenza di tali ipotesi.

statuettediacambaro

Le statuette di Acambaro, cittadina nei pressi di Guanajuato nel Nuovo Messico, furono scoperte nel 1945 e raffigurerebbero dei dinosauri tra cui un brontosauro, un anchilosauro e un iguanodonte e datate da analisi scientifiche a circa 2.500 anni fa. Sono considerate dagli antievoluzionisti una prova della contemporanea esistenza di esseri umani e dinosauri, mentre gli archeologi le considerano dei falsi.

dischidi bayan

dischi di Bayan Kara Ula (internazionalmente noti come dischi dei dropa), che si afferma ritrovati presso la località di Nimu, nella regione cinese del Sichuan, dischi di pietra bucati al centro e interpretati come manufatti extra-terrestri. In realtà furono inventati da David Gamon (che si firmava David Agamon) come parte di un più ampio falso contenuto nel proprio libro del 1978 intitolato Sungods in Exile.

OOPArt sottoposti ad esami scientifici approfonditi.

  • La batteria di Baghdad, datata tra il 250 a.C. e il 250 d.C., ne sono attualmente conservate circa una dozzina nel Museo Iracheno di Baghdad. È formata da una giara in ceramica contenente una guarnizione di metallo che avvolgeva un cilindro in ferro che a sua volta aveva un tappo in asfalto. Se riempita con del liquido a tendenza acida essa produrrebbe potenzialmente energia similmente al sistema della pila carbone-zinco. Tale processo si pensa venisse utilizzato solo per la placcatura dei pezzi di metallo, data la complessità dello sviluppo di un circuito elettrico. Molti altri invece considerano sia una casualità che i materiali utilizzati producano energia se sollecitati e che in realtà si tratti di un sistema per la conservazione di rotoli sacri di papiro.
  • il vaso di Dorchester, Massachusetts (USA), ritenuto datato a 320 milioni di anni fa, in realtà non ha nulla di antico e plausibilmente si trattò di uno scherzo ad opera degli operai del cantiere dove è stato rinvenuto.
  • Le pietre di Ica, Perù, raffiguranti scene risalenti a 65 milioni di anni fa. Sono state ritrovate circa 15.000 pietre e si sono rivelate essere un falso moderno, prodotte dalla popolazione locale per venderle.
  • Il Teschio dello Zambia, o “Teschio di Broken Hill”, un cranio umano che si dice risalente a 150-300.000 anni fa (le prime datazioni lo ponevano a 38.000 o a 70.000 anni) che presenta sulla tempia sinistra un foro perfetto, privo di linee radiali, come quello lasciato da una ferita d’arma da fuoco. Il foro può essere spiegato più prosaicamente come una ferita dovuta al canino di un grosso predatore, o a una foratura artificiale del cranio, pratica rituale usata per scacciare gli spiriti maligni.

(Web – Wikipedia)

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