Il Mistero di Xochicalco

Xochicalco è un importante sito archeologico della cultura del periodo Epiclasico, situato nella parte occidentale dello stato messicano di Morelos circa 38 km a sud-ovest di Cuernavaca e ad un centinaio di km da Città del Messico. Il nome Xochicalco in lingua nahuatl significa “casa dei fiori”.

La città fu eretta secondo una pianta complessa sulla sommità di un’altitudine di circa 130 m con un’estensione massima di 4 km. In quel periodo doveva essere la località più popolata dell’America centrale. Attraverso terrazze, mura, fortificazioni e piattaforme, i costruttori riuscirono a dare alla collina stessa la forma di una piramide. C’erano anche un ingegnoso sistema di drenaggio, numerose cisterne per l’immagazzinamento dell’acqua e grandi silos per il mais e altre provviste. Le zone residenziali e i centri religiosi più lussuosi erano situati nella parte alta del sito e probabilmente avevano un accesso limitato. Gli alloggi più modesti erano sui terrazzi inferiori, il che spiega una rigida divisione sociale.

Come altri luoghi della Mesoamerica, a Xochicalco venivano adorate due divinità principali: quella della terra e quella dell’acqua e del vento. I loro nomi originali non sono noti, ma è chiaro che corrispondono a divinità che in seguito furono denominate Serpente Piumato e Tlaloc. Il dio più venerato era Tlaloc. Le sue cerimonie si sono svolte nelle piazze più grandi e sulle piramidi più importanti. Il Serpente Piumato era probabilmente una divinità dell’élite, poiché la maggior parte delle sue rappresentazioni e santuari si trovava nella parte alta della città.

Un gran numero di monumenti e sculture che sono rimasti alla fine di Xochicalco, sono stati ricoperti di stucco, per cancellare i riferimenti precedenti. Apparve anche una nuova divinità, rappresentata come una figura che emerge dalle fauci di un serpente piumato, che in seguito sarebbe diventato Quetzalcóatl, il dio saggio, trasmettitore della cultura e che si sacrificò per l’umanità.

Xochicalco è nota principalmente per la sua Piramide del Serpente Piumato, l’edificio emblematico di questo sito archeologico. 

C’era una volta in Messico…
C’era una volta chi guardava, come oggi noi, queste terre dall’alto. Solo che lo faceva circa 3.500 anni fa e a bordo di qualcosa che non era un elicottero… Ma il fatto importante è che chi guardava queste terre dall’alto molti secoli fa non si è limitato a restare per aria. Ad un certo punto è sceso e ha lasciato tracce importanti, tracce che ora tocca a noi ritrovare e mettere in fila. Per raccontare, con i piedi per terra, una storia nuova e antica.
Abbiamo giocato con la fantasia? Un po’, sicuramente. Però… Però, qui nello stato messicano di Morelos, ci sono cose che davvero fanno volare la fantasia. Ma non sono fantasie. Sono pietre.

Cominciamo dall’inizio:
tra i popoli antichi dell’America Latina, molti conoscono gli atzechi, gli Inca, i Maya: ancora oggi molti dei loro enigmi restano impenetrabili. Pochi invece sanno che tutti questi popoli hanno un comune, antico, antenato: un popolo comparso improvvisamente nel 1500 a.c e scomparso altrettanto fulmineamente mille anni più tardi.
Un popolo che non era nativo di queste zone, che era molto progredito e che dominò su queste terre con ferocia.

Cosa accadde nei mille anni di quell’impero?
E’ possibile che un popolo comparso all’improvviso abbia potuto insegnare ai Maya i segreti delle stelle e del calendario? E’ possibile che un popolo sanguinario avesse conoscenze tecnologiche sconosciute in America, come la ruota, le lenti, gli astrolabi e addirittura i raggiX?
Non è tutto: il fatto sorprendente è che gli Olmechi sembrano composti da diverse razze e nessuna di queste presenta tratti americani!
Le enormi teste di basalto trovate a seppellite a San Lorenzo hanno fattezze negroidi, tipicamente africane. Nel sito archeologico di La Venta sono state rinvenute teste dagli occhi mongoli: numerose steli infine rappresentano uomini vestiti, dai tratti europei con barbe lunghe, una caratteristica sicuramente non americana…
Dunque un miscuglio di razze che compare all’improvviso e che scompare altrettanto improvvisamente in questa zona dell’America Latina: sembra la trama di un film di Star Trek.
Anche perché sulla nostra strada c’è una traccia che sembra uscita da un film di fantascienza. Pensato e girato però molti secoli fa…

Il bassorilievo “El Rey”, inciso nella montagna, mostra una strana scena che per molti ricercatori “eretici” ha un’interpretazione inequivocabile: ci sono delle nuvole in alto da cui cade pioggia e al centro un grande oggetto che ha la punta aerodinamica per fendere il vento e alle spalle delle fiammate che sembrano garantirne la propulsione. A guidarlo è un uomo che in mano sembra tenere un libro o una cloche…

Il punto è che qui non si tratta di astronavi (non si spiegherebbe infatti il propellente che esce da dietro) ma eventualmente di un oggetto che in qualche modo richiama i nostri aerei. Un aereo che solcava un cielo piovoso di circa tremila anni fa, e che un ignoto passante non ha potuto fare a meno di incidere nella roccia…

Ma adesso ci spostiamo dove possiamo trovare molte notizie sugli Olmechi. E’ un posto che non si scorda facilmente: si chiama Xochicalco.

Xochicalco
Quando gli Olmechi scomparvero, tutte le loro città vennero distrutte; le loro immense statue vennero sfregiate, decapitate e seppellite. Uno dei pochi luoghi che sembra essere rimasto intatto e’ Xochicalco, una città-fortezza meravigliosa, che ospita diverse piramidi e che, nei secoli è stata abitata dai famosi successori degli Olmechi. Che ne hanno ereditato sapienza e ferocia…
Per noi moderni Xochicalco è il cuore della civiltà olmeca perché questo è il luogo in cui ritroviamo il maggior numero di testimonianze della loro cultura.
Un antico poema Maya racconta che gli Olmechi venivano da una terra di Pioggia e Nebbia…

“In una certa Era / Che Nessuno può calcolare / Che nessuno può ricordare”

A Xochicalco sono state rinvenute piccole statue olmeche che raffigurano uomini giaguaro. Come dicevamo i caratteri del volto di queste statue sembrano asiatici: non come i nativi di queste terre di cui tutto si può dire tranne che siano “di pioggia e di nebbia”…

Ma non era solamente il Sole a far alzare la testa ai popoli antichi: anche le stelle erano fondamentali per chi viveva qui centinaia di anni fa. La piramide di Xochicalco infatti racconta un evento curioso: ricorda un meeting scientifico degli astronomi di tutti i popoli americani, ognuno riconoscibile da qualche tratto caratteristico, che probabilmente concordarono un unico calendario astronomico.

Un’ulteriore prova delle conoscenze astronomiche di questi antichi popoli viene dagli utensili ritrovati negli scavi: lenti in grado di bruciare oggetti a distanza grazie alla luce del Sole – un’intuizione simile a quella avuta da Archimede già alcuni secoli prima di Cristo -. Ma si pensa anche che con queste lenti venissero proiettate immagini in ambiente particolari, dedicati al raccoglimento e alla riflessione…

A proposito di utensili:
c’è una affascinante storia che chiama in causa in un certo qual senso le capacità “manuali” degli ultimi eredi degli Olmechi. Gli atzechi. A cui viene infatti attribuita la realizzazione di una delle più enigmatiche scultura delle civiltà precolombiane. E non solo. Avete mai sentito parlare dei teschi di cristallo?

Ma gli atzechi, popolo guerriero per eccellenza, facevano anche altro con i loro attrezzi.
Qualcosa di terribile il cui ricordo è ancora vivo per le testimonianze raccolte dai conquistadores e dai primi missionari cattolici arrivati da queste parti nel 1500. Parliamo di sacrifici umani, infatti proprio tra le rovine di Xochicalco sono state ritrovate ossa umane macellate. Questo può significare sia cannibalismo che sacrifici umani…

Nei geroglifici incisi su un frammento pre-Maya trovato nella piramide messicana di Xochicalco, decifrati in parte dagli studiosi La Plongeon, francese, e Brolio, brasiliano, si leggerebbe:

“Nell’undicesimo giorno … avvenne la sciagura: una pioggia violentissima e ceneri caddero dal cielo; il cielo precipitò, la terraferma sprofondò e la “Grande Madre” fu tra i ricordi della distruzione del mondo”.

E se la “Grande Madre” cui accenna questo antico documento fosse Atlantide? Un’ipotesi di confine? Forse. Ma è risaputo che la mitica Atlantide è stata individuata in più luoghi della Terra. Anche qui, in Messico…

homeansa ritorna
a Pianeta Terra

ritorna
alla Home Page
/ 5
Grazie per aver votato!

Scroll to Top