Hegra, la città nascosta nella roccia

Non solo Petra.
Una nuova meta compare sulla mappa dei viaggi da sogno: la regione di Al Ula in Arabia Saudita.
Situato nell’Arabia Saudita nordoccidentale, a più di 1000 km dalla capitale Riyadh, Al Ula è un luogo straordinario per la bellezza del suo patrimonio naturale e umano. Questa regione comprende oasi lussureggianti, montagne rocciose e maestosi siti archeologici risalenti ai regni di Dadan e Lihyan e dei Nabatei (dal VII secolo a.C. in poi).

Hegra è conosciuta anche con il nome di Al-Hijr o Mada’in Saleh che significa “luogo roccioso” ed è il più importante insediamento del regno arabo preislamico, dopo Petra.

Ciò che si sa di Hegra proviene principalmente dalle tombe, su cui sono incise numerose iscrizioni, e dalle pitture rupestri: Jabal Ikmah è uno dei siti epigrafici più significativi dell’Arabia Saudita, le sue iscrizioni sono una vera e propria biblioteca a cielo aperto che hanno contribuito a far luce sulle origini della lingua araba.
Alcune delle iscrizioni rinvenute in questo luogo sono state datate al I millennio a.C. Tutti gli altri elementi architetturali risalgono invece al periodo dei Thamudeni e dei Nabatei, tra il II secolo a.C. ed i II secolo d.C.
Il regno dei Nabatei in particolare fu uno dei più ricchi e fiorenti tra quelli che abitarono zona nell’epoca preromana: popolazione nomade che dominò il territorio tra il quarto secolo prima di Cristo e il primo secolo, era costituita da sudditi abituati a percorrere lunghe distanze nel deserto per portare spezie e incensi in terre lontane

Recentemente sono state scoperte evidenze dell’occupazione romana ai tempi di Traiano e forse di Adriano: l’area montuosa di Hijaz nell’Arabia nordoccidentale probabilmente era parzialmente fertile e fece parte della provincia romana dell’Arabia Petrea con capitale Petra.

Gli scavi continuano a svelare antichi manufatti e oggi è possibile visitare una vasta area del sito che comprende più di cento monumenti funebri ben conservati, senza dubbio la sezione più importante e significativa di questo sito archeologico.

Ogni tomba presenta una facciata scavata nella roccia di arenaria e decorata da figure mitiche: maschere, aquile, leoni e serpenti, dalle influenze assire, egizie, fenicie ed ellenistiche. La più imponente è quella di Qasr Farid, di dimensioni monumentali, espressione della grandezza della famiglia a cui era destinata; quella di Al Usud invece è famosa per il bassorilievo che rappresenta una coppia di leoni e il cui perfetto stato di conservazione lascia senza fiato. Anche il Diwan, un’ampia sala in cui si riunivano i capi del popolo nabateo, costituita da un’immensa stanza ricavata nel cuore della roccia, merita di essere scoperta oggi.

Le rovine della città vecchia, circondata da un’antica oasi, giacciono nella pianura a una certa distanza dalle tombe. Gli edifici, ancora per la maggior parte non scavati, erano un labirinto di strade costellate di edifici costruiti in fango e pietra. Un tempo la città ospitava quasi mille case, negozi e piazze e pare vi siano tutt’ora resti di alcuni edifici originali.

Per edificare Mada’in Saleh gli antichi costruttori si avvalsero di tecniche architettoniche simili a quelle che furono adoperate per scolpire la città di Petra, a 500 km di distanza. Questa misteriosa ed enigmatica cultura era in origine una tribù nomade, e fu circa 2.500 anni fa  che i loro insediamenti iniziarono a fiorire.

L’imponente città possiede mura, templi, torri, tutte decorate finemente con influenze assire, egizie, fenicie ed ellenistiche, oltre che molteplici condutture d’acqua, pozzi, cisterne ed acquedotti eseguiti con altissimo valore ingegneristico.

Oggi è possibile osservare nelle vaste distese desertiche della zona molteplici e spettacolari grandi strutture tutte perfettamente scavate e finemente intagliate nella roccia di pura arenaria.

Gli archeologi cercano ancora oggi di svelare la storia celata di questa civiltà dalle altissime capacità ingegneristiche, che purtroppo rimane ancora oggi avvolta nel mistero, malgrado le molte citazioni presenti nelle varie culture antiche che entrarono direttamente in contatto con loro.

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