Filosofia: disperata ricerca di collaborazione con la scienza.

Diciamoci la verità. Il fatto che non viene assegnato un Nobel alla Filosofia infastidisce non poco i filosofi. “Ma come? -dicono – non veniamo riconosciuti noi che abbiamo posseduto la conoscenza scientifica, che per millenni abbiamo guidato la scienza, il sapere.”

Il rapporto fra scienza e filosofia è sempre stato particolare. Queste due discipline studiano argomenti simili, ma sono profondamente diverse fra loro perché li descrivono in maniere differenti.

La scienza studia i fenomeni della natura e tende ad avere un approccio più matematico e distaccato nella ricerca. La filosofia, non avendo più in mano il pallino della ricerca e dalla formulazione delle teorie si limita a ragionare sulle scoperte scientifiche per dargli un senso. Non si concentra solo sulla descrizione dell’evento in sé, ma ne offre un quadro “etico”, che spesso sfociato nel pensiero metafisico.

IL SIGNIFICATO DELLA FILOSOFIA NEI SECOLI

Per secoli la filosofia si è occupata di tutto, matematica, fisica, astronomia, medicina, stregoneria, psicologia, alchimia, di sistemi sociali ed economici. Padrona della conoscenza.

In pratica mettevano becco ovunque. E come diceva il buon Luciano De Crescienzo nella sua storia della filosofia, si ritenevano esseri superiori e tenevano in gran disprezzo l’ignorante popolino. Mezzo filosofi, mezzo scienziati, mezzo ciarlatani.

Pettegoli e, spesso e volentieri, in lite tra di loro nella convinzione di essere ognuno di loro i depositari del sapere, di distinguere ciò che era vero da ciò che era falso, di ciò che era moralmente lecito fare.

Per secoli i filosofi hanno mantenuto attorno a se stessi…una certa aura di magia.

pallino rosso Per Platone essa rappresenta un sapere concettuale che ha i caratteri dell’immutabilità e della perfezione.

pallino rosso In Aristotele si configura come un sapere enciclopedico delle essenze. cioè una conoscenza che vuol comprendere le cause e il perché ultimo e necessario degli oggetti e dei fenomeni.

IL DECLINO DELLA FILOSOFIA

Qualche secolo dopo il ruolo dell’uomo nei confronti del mondo cambia drasticamente, l’uomo moderno si libera dai retaggi passati, della magia e alchimia che avevano governato il reale fino al medioevo. In questo nuovo modo di vedere il mondo, la filosofia entra in crisi.

Cartesio, per esempio, enunciava una nuova concezione matematico-meccanica della natura che era tanto importante quanto combattere la filosofia aristotelico-scolastica che faceva da sfondo alla nuova scienza della natura.

Scienza e filosofia si distinguono in maniera netta a seguito della rivoluzione scientifica del diciassettesimo secolo. Fino ad allora avevano trascorso una vita fortemente legata, tra la madre della scienza (la filosofia) e il suo figlio minore (la ricerca). Il motivo era sempre lo stesso: il pensiero filosofico aveva le sue radici ben piantate nella religione, le ricerche o le nuove teorie dovevano soddisfare i capi saldi del pensiero religioso.

Prima con Giordano Bruno, poi con Galileo, Newton, e infine con Einstein, la filosofia è andata in crisi. La scienza, quella di pura osservazione sperimentale dei fenomeni naturali libera da pregiudizi, ha spazzato via quella colla mistica che teneva invischiata la scienza. E la filosofia si è ritrovata di colpo nuda privata della autorevolezza di dover “indirizzare” la scienza su propri  territori.

Per la prima volta nel pensiero umano è un lavoro scientifico ad influenzare la speculazione filosofica e non il contrario come era sempre avvenuto da Aristotele in poi.

Oggi se vuoi sapere di fisica, cosmologia, matematica, medicina, tecnologia, non interroghi la filosofia, non vai dal filosofo, ma vai a consultare un trattato di scienza, uno scienziato vero, uno psicologo. Uno che se ne intende della materia.

Einstein diceva che i filosofi dovrebbero studiare prima di parlare di scienza.

LE RAGIONI DELLA FILOSOFIA OGGI

E’ da qualche anno che i filosofi di mezzo mondo si riuniscono in convegni alla disperata ricerca di se stessi. Nel domandarsi come la filosofia è cambiata con il tempo, perché è cambiata, nell’interrogarsi sugli errori commessi, cosa è ora la filosofia, di cosa si deve occupare. Come recuperare la loro identità perduta.

Dalle letture che ho effettuato, emerge un senso di frustrazione dei filosofi per essere stati buttati giù dalla cattedra dei maestri del sapere e della conoscenza.

pallino rosso “Una parte della scienza ha voluto tenersi alla larga dalla filosofia, pensando di poterne fare a meno”.

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“La riflessione filosofica deve essere alla base della ricerca scientifica e medica. Si tratta di un “metodo di lavoro” che parte dal pensiero per arrivare dentro ai laboratori e dare così un contributo concreto alla ricerca. Filosofia e scienza hanno entrambe ancora oggi un ruolo importante nella vita delle persone, ma è la capacità del ragionamento umano che ha permesso la loro nascita.” (professor Alberto Mantovani,)

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“La filosofia deve porsi domande. Come un evento scientifico accade. Perchè succede. Quello che conta è il senso critico, per domandarsi la liceità  delle ricerche scientifiche.”

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“Alla filosofia non basta la constatazione, la descrizione della realtà ma ciò che la anima è la ricerca della causa, del principio. Forse per permettere a tutti di trovare una risposta.”

LA NUOVA GUIDA (EPISTEMOLOGICA) DELLA FILOSOFIA

  • La messa in luce dei condizionamenti extra-scientifici (sociali, storici, culturali, filosofici…) cui è sottoposta la scienza;
  • La negazione di un metodo fisso con cui procede e si costruisce il sapere. Non esiste un metodo o una regola unica che sta alla base di ogni progetto di ricerca;
  • Ridimensionamento della ragione e del valore conoscitivo ed esistenziale della scienza;
  • La scienza si allontana sempre di più da stadi primitivi;
  • Non vengono distrutte le regole della pratica scientifica ma si propugna la libera creatività della scienza;
  • I fatti non esistono di per sé, ma solo nell’ambito di determinati quadri di riferimento.

Tale orientamento focalizza il suo interesse su:

  • la definizione, la validità, i limiti e la strutturazione delle teorie scientifiche;
  • il rapporto tra osservazione e teoria
  • la spiegazione scientifica nel suo descrivere e comprendere
  • il problema delle leggi naturali
  • il legame tra filosofia e scienza
  • il significato e le prospettive della scienza

Insomma si parla di conciliazione, ma emergono solo critiche alla scienza. Una volontà, tutta nella comunità filosofica, di antagonismo alla scienza come per porre un argine al suo avanzare, rivendicando di nuovo il diritto di indirizzare la scienza. Ma mancano risposte concrete. Manca lo strumento primo della filosofia: “un metodo filosofico“.

D’altra parte non sono mai arrivate le risposte sui grandi temi della scienza: lo spazio-tempo, la meccanica quantistica, il bosone di Higgs, le onde gravitazionali, la supersimmetria, l’entaglement, eccetera, solo per fare qualche esempio.

IL SOPRAVVENTO DELLA SCIENZA MODERNA

 Il panorama della fisica nei primi 3 decenni del XX secolo rivoluziona la visione del mondo e mette all’angolo la filosofia:

  • La meccanica classica viene superata dalla teoria della relatività..
  • Viene spazzato via il concetto di tempo e spazio assoluti. Il tempo e spazi non saranno più univoci, dipenderanno dal sistema di riferimento che consideriamo;
  • La luce è un’onda elettromagnetica che viaggia alla velocità di 300.000 km/s.
  • Alla teoria della relatività si affianca la rivoluzionaria teoria della meccanica quantistica.
pallino rosso

La scienza cerca sempre risposte logiche e razionali. Oltre che univoche, non permette una sfumatura o un’alternativa. Se la teoria è quella, non può essere interpretata in altro modo. Si basa su dati e quando è confermata difficilmente la cambia.

pallino rosso Le leggi della scienza non possono essere dedotte da principi metafisici.

pallino rosso La fisica descrive il come delle cose non il perché ultimo.

pallino rosso La scienza moderna si affida al metodo sperimentale:

osservazione, nella quale scelgo il fenomeno da studiare e ne
constato le caratteristiche;
formulazione delle ipotesi di lavoro che in prima istanza dovrebbero spiegare e rendere prevedibile il fenomeno;
verifica delle supposizioni organizzando degli appositi esperimenti che hanno il compito di verificare e vagliare quanto ipotizzato nella fase precedente;
formulazione di una legge interpretativa del fenomeno nel solo caso che il confronto con l’esperienza abbia confermato quanto ipotizzato.

In questi secoli la filosofia è rimasta a guardare.

Su questo aspetto si è pronunciato anche Stephen Hawking, il maggiore fisico della nostra epoca, inglese, scopritore dei Black holes, i buchi neri.
“Così come la epistemologia (che è la scienza filosofica per la ricerca scientifica) oggi e in futuro la filosofia della scienza si trova a svolgere un nuovo ruolo, non più soltanto di critica della ricerca scientifica e di proposta in termini di regole e strutture dei metodi di ricerca, bensì direttamente impegnate nel proporre ipotesi teoriche che possano risultare potenzialmente nuove in senso assoluto, dunque fonte di ispirazione e di nuove vie per la ricerca.”

Hawking chiedeva ai filosofi di definire il cosmo nella sua totalità e di rispondere alle domande poste dalla evoluzione della astrofisica contemporanea. Risposte mai arrivate.
Un modo elegante per dire: fate pure, ma non vi intromettete nelle cose di scienza. Per dire no, grazie; abbiamo già dato abbastanza nei secoli passati. Ognuno il suo ruolo.

LE SCORIE DELLA FILOSOFIA.

Mentre la scienza ha un chiaro aspetto empirico nella conoscenza della natura e dell’uomo e la divulgazione, la filosofia con il suo aspetto “astratto” non è riuscita ancora a giustificare la sua finalità. Il motivo risiede ancora nella vecchia concezione della moralità nella scienza. Di nuovo un ritorno al passato.

C’è una sacca di scienziati-filosofici che non riescono a liberarsi delle scorie della religione.
Questo è un aspetto determinante al fine del dialogo, perchè se si antepongono ragioni morali ed etiche, per non dire pregiudizi sulla ricerca, si rischia di ripiombare nell’oscurantismo aristotelico, rendendo impossibile ogni tipo di dialogo.

CONCLUSIONE

La scienza ha mandato messaggi molto chiari: non ha bisogno della filosofia né avverte la necessità di avere un compagno di viaggio, tanto meno che intenda influenzare il pensiero e il lavoro degli scienziati. Se la filosofia rivendica il suo diritto di mettere bocca sulla scienza per attribuirgli significati etici o dargli un senso è bene che lo faccia con la politica, titolare dell’utilizzo della scienza.

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