Coronavirus: le ricerche su Google predicono i focolai da COVID-19

Le varie ricerche realizzate dagli utenti sono correlate ad una maggiore incidenza del COVID-19 in determinate zone.

Anche le ricerche su Google possono rappresentare uno dei segnali della presenza di un focolaio attivo di coronavirus in una determinata area. Secondo una ricerca esistono forti correlazioni tra le ricerche di parole chiave su Big G e le epidemie di COVID-19 in alcune zone degli Stati Uniti, fino a 16 giorni prima dei primi casi segnalati. Un nuovo studio, pubblicato su “Mayo Clinic Proceedings”, ha fatto emergere il valore delle parole cercate su internet per individuare focolai di Sars-CoV-2. “Lo studio dimostra come Google Trends contenga informazioni che precedono l’esplosione delle epidemie e, grazie all’analisi predittiva, quesi dati possono essere usati per una maggiore allocazione di risorse per lo sviluppo di test, oltre che dei dispositivi individuali, i farmaci e tutto ciò che possa mitigare gli effetti della pandemia. A rendere noti i dettagli della ricerca è Mohamad Bydon, neurochirurgo della Mayo Clinic e studioso principale nel laboratorio di neuro-informatica della Mayo. “Osservando i dati di Google Trends, abbiamo scoperto di poter individuare i segni di un focolaio che potrebbe emergere anche in diverse settimane“.

Coronavirus: le ricerche su Google predicono i focolai da COVID-19

La ricerca si è concentrata, in particolare, su 10 parole chiavi. La più ricercata è ”sintomi di COVID o di coronavirus’‘, seguita da mal di gola, mancanza di respiro, sensazione di affaticamento e tosse. Non mancano, naturalmente, ‘‘centro di test per il coronavirus’‘ ed altri sintomi secondari come ”perdita di olfatto” o i dispositivi di sicurezza come ”mascherina” o ”vaccino”. La stragrande maggioranza delle parole chiave mostrava legami nei giorni prima dei primi casi di positività al coronavirus nelle zone in cui veniva effettuata la ricerca.

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