Bambini Indaco, Cristallo e Arcobaleno: chi sono e come riconoscerli

Bambini Indaco, Cristallo e Arcobaleno, colori, titoli di libri, soggetti di studi affascinanti ma con basi assai poche scientifiche. Tra new age e parapsicologia, negli anni settanta, si è cominciato a parlare di generazioni di bambini e bambine speciali, con poteri speciali dalla telepatia, al grande carico di essere incarnazione di luce per l’intera umanità.

Ci apprestiamo ad approfondire un tema un po’ bordline, dunque, nel quale non ci sono evidenze scientifiche ad avvalorare il carattere speciale di alcuni bambini, quanto piuttosto autori ed autrici di filosofie e culture nate oltre oceano, il secolo scorso.

Ma per parlare di bambini indaco, cristallo ed arcobaleno, delle loro caratteristiche, di come riconoscerle, bisogna calarsi nel contesto storico e geografico nel quale tali teorie è nata e si sono radicate.

Dove nasce la teoria de bambini speciali

Anche se oggi non mancano libri sul tema, e forse anche qualche film, bisogna tornare indietro nel tempo per verificare che non vi è traccia, dei Gifted Children (uno dei tanti nomi dati a questi bambini), prima degli anni settanta. In quegli anni nascono e si fortificano le teorie newage che poi si sono pian piano declinate in ogni settori della vita: dalla dieta alla musica, senza ahinoi lasciare indenne neanche il settore della moda!

La prima scrittrice che ne ha teorizzato l’esistenza, è stata Nancy Ann Tappe Ia quale, in base al colore dell’aurea di alcuni bambini, appunto indaco, aveva individuato in questi bambini doti innate quanto speciali.

Bambini appunto indaco destinati a fare grandi cose per l’umanità.  La parapsicologa statunitense aveva forse una speranza sproposita oppure salde convinzioni, ma ad oggi la scienza non può che rimanere da parte, di fronte a teorie infondate.

Ma se il contesto storico poteva giustificare il successo editoriale di Nancy Ann Tappe, si può fare più fatica a capire quello riscosso dai libri pubblicati in seguito, circa alla fine degli anni ‘90, da due parapsicologi statunitensi Lee Carroll e la moglie Jan Tober.

Tra gli anni settanta e gli anni novanta, bisogna fotografate un’altra figura di spicco di queste teorie, la scrittrice, psicoterapeuta e chiaroveggente Doreen Virtue che ha teorizzato  l’avvento della generazione dei bambini cristallo, successiva a quella indaco. Insomma, quando si dice che la mela non cade lontano dall’albero! Da generazioni di persone con poteri eccezionali non possono che nascere altri dai doni altrettanto extra-terreni.

I bambini con doti speciali, dalla saggezza e dall’amore innato, che potrebbero perciò portarci ad un altro stadio evolutivo, non sono finiti con quelli cristallo, in quanto, nel duemila sono arrivati i  bambini arcobaleno.

Bambini Indaco: caratteristiche

I bambini indaco posseggo, come caratteristica principale, uno sguardo particolarmente intenso. Dunque, occhi e colori dell’aurea sarebbero le peculiarità che ci permetterebbero di riconoscerli a livello visivo. A livello caratteriale si tratterebbe di bambini empatici ma anche piuttosto ribelli, tali da non riuscire a rispettare le regole.

Per quanto riguarda la loro intelligenza, inoltre, sarebbero particolarmente brillanti e consapevoli del proprio valore. Telepatia, chiaroveggenza ed in genere una grande predisposizione per il soprannaturale chiudono il quadro del bambino indaco.

Bambini cristallo: caratteristiche

Aura opalescente ed occhi molto grandi e penetranti, quasi ipnotici: vi presentiamo il bambino cristallo. Sensibilità, inclini al perdono, accomodanti, ma non basta. Per essere un bambino cristallo è necessario essere dotati di capacità extrasensoriali che può però portare ad un ritardo nel linguaggio.

Bambini speciali che parlano di amore universale, senza passare attraverso ad una specifica religione, in quanto rappresentano un dono per tutta l’umanità, senza discriminazione fra testi sacri. Un bambino inclusivo, potremmo dire, ironizzando.

A parte un po’ di irrequietezza dei primi e di maggiore tranquillità caratteriale dei secondi, la più grande differenza fra le due tipologie di bambini speciali sarebbe appartenere a due generazioni diverse: dalla fine degli anni settanta ai primi degli anni duemila i secondi.

Considerato che questi bambini speciali, in quanto portatori di altrettanti doni e capacità speciali potrebbero, come dice la letteratura, manifestare disturbo comportamentale e/o cognitivo, la cosa opportuna da fare è rivolgersi ad uno specialista, in caso riscontrassimo fragilità nel nostro bambino, prima di attribuirgli un destino segnato dalla grandezza.

Bambini arcobaleno: chi sono

Concludiamo con l’ultima generazione di bambini con potersi speciali, ricordando ancora una volta che non è la scienza a parlarcene.

I bambini arcobaleno, oltre ad essere gli ultimi arrivati, sarebbero quelli che porterebbero più amore e creatività. Profonda saggezza, pazienza e coraggio. Questi sarebbero in grado di cambiare in modo positivo tutto quello che li circonda.  Bambini particolarmente positivi, con un’eccezionale energia capace di influenzare chiunque, in qualsiasi contesto.

Questi non vanno confusi con altri bambini arcobaleno, quelli che vengono chiamati così perché nascono dopo una perdita, come anche un aborto spontaneo. Viene dato loro questo appellativo per sottolineare il bello, la speranza, che può aspettarci anche dopo un evento particolarmente doloroso. Sono bambini che seguono un periodo di lutto, e non hanno caratteristiche fisiche o caratteriali che li rendono unici, ma possono vivere in contesti familiari simili. Contesti nei quali i genitori sono appena uscita da un periodo difficile, pieno di emozioni negative.

Questi bambini arcobaleno trascendono da poteri speciali o teorie infondate ma portano anche loro un certo peso, quello dell’erronea aspettativa di sostituire un bambino che non c ‘è più. Alcuni di loro possono soffrire della sindrome del sopravvissuto: cioè di quel senso di colpa che caratterizza le persone sopravvissute ad eventi che hanno causato vittime vicine a loro, ma non solo.

Dunque, in conclusione, per la concretezza di questo tipo di bambino/a, presente in molte delle nostre case, è importante non far mai pesare un lutto, una perdita, per evitare che la gioia arrivata dopo la tempesta, non venga vanificata da un’impreparazione all’accogliere una nuova vita. In questi casi, se siamo in difficoltà, è sempre meglio consultare un professionista.

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