Quando ci si immerge nell’apprendimento di una nuova lingua, è comune percepire che i madrelingua siano in grado di produrre frasi a una velocità superiore rispetto alla nostra capacità di elaborazione cerebrale. Questo fenomeno potrebbe farci sentire inadeguati, ma in realtà non è necessariamente dovuto alle nostre abilità linguistiche o al relativismo linguistico. Esistono differenze intrinseche tra le lingue che possono influenzare la velocità del discorso.
La velocità del parlato varia da individuo a individuo: ci sono persone che parlano lentamente e altre che sembrano sparare parole come proiettili. Questa variazione dipende da diversi fattori, come l’ambiente, l’umore e il contesto comunicativo. Tuttavia, uno dei metodi più diffusi per valutare la velocità di una lingua è il numero di sillabe pronunciate al secondo.
Diversi studi linguistici hanno esaminato questa metrica, giungendo alla conclusione che il giapponese è la lingua più veloce, con una media di 7,84 sillabe al secondo. Seguono lo spagnolo (7,82), il francese (7,18), l’italiano (6,99), l’inglese (6,19), il tedesco (5,97) e il mandarino (5,18).
Un aspetto interessante da considerare è che la percezione della velocità di una lingua potrebbe essere influenzata anche dalla quantità di informazioni codificate in ogni sillaba. Un recente studio condotto presso l’Università di Lione nel 2019 ha analizzato 17 lingue europee e asiatiche in base alla densità informativa per sillaba.
Sebbene il giapponese sia noto per la sua velocità di pronuncia, contiene relativamente poche informazioni in ogni sillaba. Questo potrebbe spingere i parlanti di lingue con maggiore densità informativa a parlare più lentamente, al fine di trasmettere un significato più ricco in ogni frase.
Secondo Dan Dediu, coautore dello studio del 2019, esistono differenze significative tra le lingue in termini di quantità di informazioni trasmesse per sillaba. Ad esempio, i parlanti giapponesi e spagnoli producono circa il 50% in più di sillabe al secondo rispetto ai parlanti vietnamiti e thailandesi.
È importante sottolineare che esiste un equilibrio tra la velocità di pronuncia e la densità informativa delle lingue. Le lingue con una maggiore densità informativa tendono a essere parlate più lentamente rispetto a quelle con una minore densità, mantenendo un equilibrio medio di circa 39 bit al secondo in tutte le lingue esaminate.
Il dottor François Pellegrino, autore principale dello studio, ha commentato che questi risultati sono sorprendenti e sottolineano la complessità delle dinamiche linguistiche. Tuttavia, è importante considerare che non tutti gli studiosi concordano su queste differenze di velocità tra le lingue e i dialetti.
Uno studio degli anni ’60 ha confrontato il tasso di discorso di parlanti giapponesi e americani, non rilevando differenze significative. Inoltre, molti studi linguistici si sono concentrati principalmente sulle lingue europee e asiatiche, trascurando la vasta diversità linguistica presente nel mondo.
Pur essendo vero che la maggior parte della popolazione mondiale parla solo alcune lingue predominanti come madrelingua, esistono migliaia di altre lingue uniche e affascinanti che sfidano le nostre supposizioni linguistiche. Questa diversità linguistica rappresenta un patrimonio culturale straordinario che merita di essere esplorato e preservato.
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