Vaccino Pfizer-BioNTech, buona la protezione anche con una singola dose

Si affacciano – speriamo – nuove opzioni d’uso per il vaccino Pfizer-BioNTech, che semplificherebbero anche la campagna vaccinale. Le case farmaceutiche hanno appena chiesto alla Fda statunitense, l’autorità che regola i farmaci negli Usa, di rilassare gli stringenti requisiti sulla temperatura di conservazione del loro vaccino, che da ora in poi potrebbe salire da -75 °C a circa -20 °C per un periodo di due settimane. Due ricerche, poi, una israeliana (in Israele la campagna vaccinale è molto avanti) già pubblicata su Lancet e un’altra inglese non ancora peer reviewed, ma disponibile in preprint su medRxiv, indicano che la vaccinazione potrebbe fornire un’elevata protezione con una singola dose, tanto che gli autori ipotizzano di spostare la somministrazione della seconda dose per coprire una maggiore quota di popolazione. Tuttavia i dati sono preliminari e da confermare. Ma non è tutto. Dalle analisi iniziali condotte dal ministero della salute israeliano risulta che il vaccino Pfizer-BioNTech potrebbe essere efficace nel prevenire non solo la malattia Covid-19 ma anche il contagio. Ecco tutti gli aggiornamenti sul vaccino.


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La temperatura di conservazione

Cominciamo dalla conservazione del vaccino Pfizer-BioNTech, un aspetto tutt’altro che secondario, anche considerando i costi per mantenerlo a temperature bassissime. Finora le indicazioni riportano che deve essere mantenuto in una fascia di temperatura che va dai -60 ai -80 °C per un periodo massimo di 6 mesi, per poi essere conservato, negli ultimi 5 giorni, a una temperatura dai -2 ai -8 °C. Ma le compagnie farmaceutiche hanno annunciato in un comunicato che il vaccino rimane stabile dai -15 ai -25 °C per due settimane, anziché a -70 °C, temperature molto più semplici da ottenere, proprie anche di frigoriferi e refrigeratori che si trovano nelle farmacie. In pratica nelle ultime 2 settimane di conservazione le temperature potrebbero essere molto più elevate (negli ultimi 5 giorni, poi, si può passare a -2 °C – -8 °C ). Pertanto Pfizer e BioNTech hanno riferito di aver richiesto alla Fda statunitense un aggiornamento sulla conservazione del vaccino. Attualmente gli altri vaccini hanno temperature di conservazione più alte di -70 °C: Moderna è già da -25 a -15 °C per 7 mesi e Oxford-Astrazeneca a temperature di frigorifero.

L’efficacia con una sola dose

La ricerca va avanti, anche grazie ai dati dei nuovi vaccinati che si vanno accumulando. In particolare uno studio pubblicato sul Lancet e condotto dal The Chaim Sheba Medical Centre, il più grande ospedale in Israele, indica che il vaccino di Pfizer-BioNTech produce una robusta risposta immunitaria anche con una singola dose. I risultati sono stati ottenuti su poco più di 7mila operatori sanitari appena vaccinati. Lo studio sul Lancet cita un’altra analisi della Public Health of England che riporta che l’efficacia con la singola dose a distanza di 15-28 giorni potrebbe essere intorno all’89-91%, molto elevata. Il dato dell’efficacia al 90% a distanza di 21 giorni dalla prima dose è presente anche in un altro studio, ancora non peer reviewed ma disponibile su medRxiv. L’ipotesi avanzata è quella di somministrare una seconda dose a distanza di 12 settimane, come già avviene per il vaccino di Oxford-AstraZeneca, in modo da poter nel frattempo coprire una maggiore fetta della popolazione con la singola dose, già ampiamente protettiva.


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I dubbi sull’efficacia di una sola dose

Tuttavia le stime sono da confermare e un’altra ricerca condotta dal ministero della Salute israeliano sembra indicare che con una sola somministrazione l’efficacia è molto più bassa, pari a circa il 52%. Ma quell’indagine ha un limite, secondo l’autore inglese Paul Hunter, che lo spiega in un articolo sul Guardian. Il limite consisterebbe nel fatto che non è stata studiata l’efficacia dopo il 18° giorno dalla somministrazione, sottolinea Hunter, mentre al 21° giorno potrebbe essere molto più elevata.

Il vaccino Pfizer-BioNTech protegge anche dal contagio?

Un altro argomento spesso dibattuto durante la pandemia riguarda l’eventuale contagiosità dei vaccinati. In altre parole, i vaccini forniscono sicuramente una protezione dai sintomi di Covid-19, ma ancora non sappiamo se anche il contagio (anche se asintomatico) venga impedito. Dai dati del ministero della Salute israeliano, riportati in una nota dell’agenzia Reuters, l’efficacia nel prevenire casi asintomatici sarebbe pari all’89,4% (di quelli sintomatici risulta del 93,4%). Inoltre la vaccinazione evita il 99% dei decessi dovuti al Covid-19. Insomma, le notizie di oggi del vaccino sono buone, anche se devono essere confermate, e aprono prospettive favorevoli nella lotta alla pandemia.

Via Wired.it

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