Vaccino anti-Covid e ritardo nelle mestruazioni: c’è una relazione?

Alcune donne hanno segnalato un’alterazione del ciclo mestruale in seguito alla vaccinazione anti Covid-19, con mestruazioni ritardate o anticipate oppure un flusso più abbondante. Oggi un editoriale sul British Medical Journal (Bmj) porta attenzione sull’argomento. L’autrice, Victoria Male, che è docente di immunologia riproduttiva all’Imperial College London, riferisce che nel Regno Unito il caso riguarda più di 30mila donne (su milioni di vaccinati). L’effetto è generalmente di breve durata e non preoccupante. È importante però mettere a fuoco un eventuale collegamento per fare chiarezza, nell’ottica di informare e rassicurare le donne in età fertile rispetto al vaccino.

Le segnalazioni, anche in Italia

Anche in Italia alcune donne hanno riferito episodi di questo genere. Nel nostro paese, come in altri, il sistema di sorveglianza post-vaccinazione si basa sulla segnalazione del medico o del cittadino. Senza ulteriori informazioni, è difficile comprendere quali dei casi di ritardo o cambiamenti nelle mestruazioni possano essere legati effettivamente al vaccino. Lo stesso vale per le 30mila segnalazioni nei registri del Regno Unito: questi report non supportano la presenza di un collegamento col vaccino. Per questo l’autrice del documento sul Bmj richiama l’attenzione sulla necessità di approfondire la questione.

Mestruazioni e vaccino, quali effetti

Il fenomeno era transitorio e per la maggior parte delle persone il problema è già rientrato. E, cosa importante, scrive Victoria Male, “non ci sono prove che la vaccinazione anti Covid-19 abbia effetti negativi sulla fertilità. Negli studi clinici clinici si sono rilevate gravidanze non intenzionali con la stessa incidenza fra gruppi di donne vaccinate e non vaccinate. Nelle cliniche per la riproduzione assistita, la valutazione della fertilità e le percentuali delle gravidanze sono simili fra le pazienti vaccinate e quelle non vaccinate”.

I possibili meccanismi alla base delle alterazioni

Le segnalazioni riguardano sia donne che hanno ricevuto i vaccini a mRna (Pfizer, Moderna) sia quelli a vettore virale (AstraZeneca, Johnson&Johnson). L’idea, pertanto, è che l’eventuale reazione sia da attribuire non ai componenti dei singoli prodotti ma alla risposta del sistema immunitario. Secondo l’autrice Victoria Male, un meccanismo plausibile è legato al fatto che il vaccino stimola il sistema immunitario e questo potrebbe avere un’influenza anche sugli ormoni legati al ciclo. Oppure il fenomeno potrebbe essere mediato dall’attivazione di cellule immunitarie nello strato interno dell’utero. Sono ancora delle ipotesi teoriche, da approfondire nel caso specifico del coronavirus. Non è escluso che effetti di questo genere possano essere associati anche ad altri vaccini. E magari oggi sono evidenti a causa dell’ampia estensione della campagna vaccinale, che riguarda tutte le donne in età fertile.

Riferimenti: Bmj

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