Tumori: diminuisce la mortalità, stabili le diagnosi

Le nuove diagnosi di tumore rimangono pressoché stabili rispetto agli anni passati, ma la mortalità è sostanzialmente diminuita. Sono solo alcune delle conclusioni del bilancio del 2024 sui tumori in Italia appena presentato nell’ultimo rapporto “I numeri del cancro in Italia 2024”, la pubblicazione ufficiale, giunta alla quattordicesima edizione, che descrive gli aspetti relativi alla diagnosi e terapia delle neoplasie grazie al lavoro dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), Airtum (Associazione Italiana Registri Tumori), Fondazione Aiom, Osservatorio Nazionale Screening (Ons), Passi (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), Passi d’Argento e della Società Italiana di Anatomia Patologica e di Citologia Diagnostica (SIAPeC-IAP). Ecco, quindi, i dati nel dettaglio.

I numeri dei tumori

Per il nuovo rapporto sono stati raccolti i dati da 35 Registri Tumori che coprono una popolazione di oltre 44 milioni di persone, cioè l’80% dei cittadini. Dall’analisi è emerso che gli italiani che hanno ricevuto una diagnosi di tumore sono stati 390.100, di cui 214.500 negli uomini e 175.600 nelle donne. Numeri, quindi, che sono rimasti stabili rispetto al biennio precedente (erano 391.700 nel 2022 e 395.900 nel 2023). Il dato positivo, però, è quello relativo alla mortalità per tumori: nei giovani adulti tra i 20 e 49 anni è diminuita sostanzialmente negli ultimi 15 anni (del 21,4% nelle donne e del 28% negli uomini). In particolare, per carcinoma polmonare-46,4% nelle donne e -35,5% nei maschi. Un altro dato positivo è che circa 3,7 milioni di persone vivono dopo la diagnosi di tumore e la metà di chi si ammalano è destinata a guarire.

Frequenza e mortalità

Il tumore più frequentemente diagnosticato in Italia è il carcinoma della mammella (53.686 casi), seguito dal colon-retto (48.706), polmone (44.831), prostata (40.192) e vescica (31.016). E se da una parte, dei 10 milioni di morti oncologiche ogni anno in tutto il mondo, nel 10,5% dei casi si tratta di giovani adulti (tra 20 e 49 anni) e in Europa, le morti per tumori in giovani adulti rappresentano il 4,3% di tutti i decessi oncologici registrati nel 2022, nel nostro Paese i dati sono incoraggianti. Infatti, dal nuovo rapporto, che include un’analisi della mortalità dei 20-49enni in Italia dal 2006 al 2021, è emerso un netto calo generale dei decessi per neoplasia in entrambi i sessi. In particolare, è stata osservata un’importante diminuzione nella mortalità per tumore del polmone, del 46,4% tra le donne e del 35,5% tra gli uomini under 50. “In 15 anni, sono state 786 le vite salvate tra le donne e 939 tra gli uomini in questa fascia d’età rispetto al numero atteso basato sui tassi del 2006”, ha spiegato Massimo Di Maio, presidente eletto Aiom. “Sono dati estremamente incoraggianti, se si considera che questa neoplasia (tumore del polmone, ndr) rappresenta la prima causa di morte oncologica negli uomini giovani adulti e la seconda nelle donne dopo il tumore della mammella. Questa osservazione si aggiunge ai progressi ottenuti, grazie alle recenti innovazioni terapeutiche, nella sopravvivenza dopo la diagnosi di carcinoma polmonare”.

Guarigione per metà dei pazienti

I dati dei Registri Tumori indicano, inoltre, un costante aumento della prevalenza, ossia il numero di persone che vivono dopo la diagnosi, circa l’1,5% l’anno nell’ultimo decennio (1,6% nelle donne e 1,3% negli uomini). “Oggi sono quasi 3,7 milioni (3.661.499) di cittadini, il 6,2% dell’intera popolazione”, ha commentato Diego Serraino, Direttore Soc Epidemiologia Oncologica e Registro Tumori del Friuli Venezia Giulia, Centro di Riferimento Oncologico, Ircss, Aviano. “E la metà delle persone che si ammalano di cancro nel 2024 è destinata a guarire”. Per quanto riguarda i tumori ginecologici, continua l’esperto, la probabilità di guarigione da tumore del corpo dell’utero è stata del 69%, per il collo dell’utero del 58%, per l’ovaio del 32%. “È evidente il ruolo della diagnosi precoce nell’aumentare le probabilità di superare definitivamente la malattia”, sottolinea Serraino. “Nel carcinoma della mammella è pari complessivamente al 73%, ma passa dal 99% nello stadio I all’81% nello stadio II per scendere al 36% nel III e IV. Considerando tutti gli stadi, chi si è ammalato di tumore del colon-retto ha una probabilità di guarire del 56%, dal 92% se la malattia è diagnosticata in stadio precoce al 71% in stadio II”.

La prevenzione zoppica

Il nuovo rapporto, tuttavia, sottolinea alcune problematiche a partire dai 3 programmi di screening. Sebbene si registri, rispetto agli anni precedenti, una maggiore copertura della popolazione, (49% per lo screening mammografico, 47% per quello cervicale e 32% per quello colorettale), ci sono ancora notevoli differenze territoriali, con le Regioni meridionali che fanno registrare livelli di adesione inferiori rispetto alle altre aree in tutti e tre i programmi di screening. “La sfida deve essere quella di investire in prevenzione, promuovendo stili di vita sani, a partire da un’alimentazione corretta, associata all’attività fisica”, ha spiegato il Ministro della Salute Orazio Schillaci, nella prefazione del libro. “Oggi sappiamo che l’errata alimentazione incide per circa il 35% sull’insorgenza dei tumori e che la dieta mediterranea riduce del 10% la mortalità complessiva, prevenendo lo sviluppo di numerosi tipi di cancro”.


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L’importanza degli stili di vita

Serve, quindi, più attenzione agli stili di vita. Ma ancora oggi il 24% degli adulti fuma, il 33% è in sovrappeso e il 10% è obeso, il 18% consuma alcol in quantità a rischio per la salute. E si registra un boom di sedentari, aumentati dal 23% nel 2008 al 28% nel 2023. “L’abitudine tabagica è più frequente fra gli uomini, fra i più giovani, fra i residenti nel Centro-Sud ed è fortemente associata allo svantaggio sociale, coinvolgendo molto di più le persone con difficoltà economiche o bassa istruzione”, conclude Maria Masocco, responsabile scientifico dei sistemi di sorveglianza PassiI e Passi D’Argento, coordinati dall’Istituto Superiore di Sanità. “Anche sovrappeso e obesità sono un importante fattore di rischio oncologico poiché coinvolti, ad esempio, nell’insorgenza dei tumori dell’esofago, del fegato, del pancreas, della colecisti e delle vie biliari, dell’endometrio e del rene. L’obesità è poco più frequente fra gli uomini, aumenta con l’età e coinvolge particolarmente le persone con svantaggio sociale. Storicamente più frequente nel Sud, oggi il gradiente geografico si è annullato. La sedentarietà è aumentata costantemente, passando dal 23% del 2008 al 28% nel 2023”.

Via: Wired.it

Credits immagine: National Cancer Institute su Unsplash

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