Il Sistema Solare in formazione fu sconvolto dalle radiazioni di una supernova, le radiazioni riscaldarono i pianeti evitando che la Terra diventasse un mondo ghiacciato.
Secondo una nuova ricerca le condizioni che hanno permesso la nascita e lo sviluppo della vita sul nostro pianeta sarebbero dovute anche ad un’antica stella localizzata non lontano dal Sole. Sono due i modelli di sistemi planetario che si sarebbero potuti formare alle origini, secondo le simulazioni del National Centre of Competence in Research PlanetS in Svizzera. Nel primo caso abbiamo pianeti che presentano una quantità ridotta di acqua e nel secondo mondi oceano ghiacciati, per la mancanza di una stella massiccia nei dintorni. Oggi lo scenario, nel nostro Sistema Solare, è quello del primo modello, grazie a questa grande ed antica stella del passato.
La presenza di questo grande corpo celeste è un elemento in grado di spiegare perché la nostra Terra sia così relativamente secca mentre gli altri corpi celesti del Sistema Solare interno risultino completamente aridi. Nelle fasi iniziali della nascita dei pianeti, questi si riscaldano dall’interno, facendo evaporare una parte del ghiaccio d’acqua mentre il restante viene inglobato dal pianeta stesso. I modelli, spiegano gli esperti, hanno prodotto dei pianeti con un nucleo, un mantello e una crosta. Se il contenuto in acqua di un pianeta roccioso risultasse elevato, il mantello risulterebbe interamente ricoperto da un colossale oceano globale, con uno strato impenetrabile di ghiaccio sul fondale. A questo punto un riscaldamento improvviso avrebbe dirottato il nostro pianeta verso un destino diverso. Cosa ha prodotto questo riscaldamento? Probabilmente l’esplosione di una supernova poco lontano dal Sole, un evento che produsse elementi radioattivi, come l’allluminio-26 e permise al nostro pianeta di essere abitabile.
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