Sperimentazione animale: sotto accusa i test sui macachi di Neuralink, l’azienda di Elon Musk

Neuralink, l’azienda di Elon Musk che sta sviluppando un chip per mettere in comunicazione le funzioni cerebrali degli esseri umani con l’intelligenza artificiale, sta facendo discutere. Il Physicians Committee for Responsible Medicine (Pcrm), associazione no-profit che si occupa di tutela dei diritti degli animali nella medicina, ha presentato una denuncia al Dipartimento di agricoltura degli Stati Uniti riguardo pratiche poco etiche della startup statunitense.


Neuralink, cosa farà la misteriosa startup di Elon Musk


In particolare, secondo il Pcrm, Neuralink avrebbe violato le attuali norme in materia di manipolazione degli animali durante gli esperimenti su 23 macachi, effettuati nell’Università della California, a Davis, tra il 2017 e il 2020. Secondo l’associazione, le scimmie sarebbero state sottoposte a cure inadeguate, trattamenti altamente invasivi e sofferenze. Dopo pochi giorni dalla dichiarazione della Pcrm, Neuralink ha risposto alle accuse con un lungo post sul suo blog, in cui descrive le azioni adottate in tema di sperimentazioni animali.

La startup

Fondata nel 2017, Neuralink sta sviluppando un dispositivo da incorporare nel cranio, che promette di rilevare, amplificare e rielaborare i segnali elettrici derivanti dall’attività cerebrale, per monitorarla e potenzialmente anche stimolarla. Il dispositivo, che nel corso della sua gestazione ha subito diverse modifiche, consiste in un chip costituito da elettrodi, della grandezza di una monetina, da impiantare direttamente sul cranio. 

Se il design iniziale prevedeva collegamenti cablati tra il chip e l’esterno e un connettore che sporgeva dalla pelle, nel 2020 l’azienda statunitense ha condiviso la nuova versione wireless di Neuralink, in grado di trasmettere, attraverso la tecnologia Bluetooth, i segnali in modalità wireless e in tempo reale. Vi abbiamo raccontato della dimostrazione di questo sistema grazie agli esperimenti effettuati sui maiali, in cui sono stati registrati i segnali cerebrali in suini che esploravano il loro ambiente: gli elettrodi erano posizionati in corrispondenza di una parte del cervello coinvolta nell’elaborazione dei segnali tattili del muso del maiale. Mentre gli animali annusavano l’ambiente circostante, Neuralink mostrava le risposte dei neuroni implicati nella segnalazione. 

Le sperimentazioni animali e la denuncia

L’obiettivo finale di Neuralink, infatti, è l’interfaccia cervello-macchina sugli esseri umani, ma, come accade per tutti i dispositivi medici – o che comunque devono essere impiantati con una procedura chirurgica e che possono avere un impatto sulla salute e sulla sicurezza delle persone – devono essere inizialmente testati sugli animali

Oltre ai roditori (utilizzati per verificare se la rilevazione dei segnali tramite il chip coincidesse con le cosiddette tecniche di elettrofisiologia, consolidate da decenni ma ben più invasive) e ai maiali, per le sperimentazioni animali sono stati utilizzati anche macachi, tra cui la celebre Pager, la scimmia che lo scorso settembre ha giocato a Pong senza joystick, ma utilizzando il dispositivo cerebrale. 

È proprio con le scimmie che, secondo il Pcrm, Neuralink avrebbe violato l’Animal Welfare Act, legge federale statunitense che stabilisce i requisiti relativi al trasporto, alla vendita e alla manipolazione degli animali. Nella denuncia dell’organizzazione no-profit, che dal 1985 promuove pratiche di ricerca senza l’utilizzo di animali, si legge che sui 23 macachi in questione sono stati condotti esperimenti cerebrali invasivi e mortali

La denuncia, si legge nel documento, si basa su quasi seicento pagine di documenti rilasciati in seguito a una causa intentata dal Pcrm stesso nel 2021, in cui chiedeva ai registri pubblici di pubblicare i dettagli delle sperimentazioni. In particolare, gli esperimenti sono stati condotti in collaborazione con l’Università della California a Davis, che, secondo la dichiarazione, ha ricevuto più di 1,4 milioni di dollari per farlo. 

“I documenti rivelano che le scimmie hanno riportato un danneggiamento del cervello in esperimenti scadenti e sono state lasciate soffrire e morire. Non è un mistero il motivo per cui Elon Musk e l’università vogliono mantenere le foto e i video di questo abuso nascosto al pubblico”, afferma Jeremy Beckham, coordinatore del Pcrm

Nella denuncia, infatti, si legge che né Neuralink né l’università avrebbero fornito alle scimmie cure veterinarie adeguate o interventi mirati al loro benessere. Inoltre negli esperimenti sarebbero state utilizzati sostanze non approvate, in grado di distruggere parti del cervello e provocare grandi sofferenze negli animali. La risposta

A queste accuse Neuralink ha risposto in un lungo post sul blog pubblicato il 14 febbraio scorso, in cui descrive le condizioni in cui sono condotte le sperimentazioni animali

“È importante notare che queste accuse provengono da persone che si oppongono a qualsiasi uso di animali nella ricerca – ha affermato l’azienda -. Siamo assolutamente impegnati a lavorare con gli animali nel modo più umano ed etico possibile”. 

Inoltre Neuralink sottolinea come, sebbene tutto il lavoro sugli animali svolto presso l’università di Davis sia stato approvato dal loro comitato etico Institutional Animal Care and Use Committee, come richiesto dalla legge federale, gli esperimenti condotti in questa sede sono stati una fase di transizione per l’avvio delle sperimentazioni animali nelle strutture interne dell’azienda, dove – si legge nel blog – gli standard etici sono in continuo miglioramento

Per quanto riguarda le scimmie soppresse, inoltre, Neuralink ha affermato che i primi esperimenti condotti con l’università sono stati eseguiti su macachi che erano già morti o a cui è stata eseguita l’eutanasia perché malati terminali, e che le sostanze utilizzate sono state approvate dalla Food and Drug Administration.

“Non vediamo l’ora che arrivi un giorno in cui gli animali non siano più necessari per la ricerca medica. Eppure la nostra società attualmente fa affidamento sulle scoperte mediche per curare le malattie, prevenire la diffusione di virus e creare una tecnologia che possa cambiare il modo in cui le persone sono in grado di interagire con il mondo”, chiosa la startup. La risposta del Pcrm non ha tardato ad arrivare. In un post sul suo sito, l’organizzazione ha pubblicato una risposta per punti all’articolo di Neuralink, sottolineando che si tratta di “affermazioni errate e fuorvianti sul trattamento degli animali negli esperimenti finanziati e supervisionati dall’azienda e condotti presso l’Università della California”. 

Via: Wired.it

Credits immagine: Nagara Oyodo on Unsplash

L’articolo Sperimentazione animale: sotto accusa i test sui macachi di Neuralink, l’azienda di Elon Musk sembra essere il primo su Galileo.

/ 5
Grazie per aver votato!

Scroll to Top