Senti come canta quel lemure

Nonostante sia presente in tutte le culture umane e giochi un ruolo preponderante nelle nostre vite, il motivo dell’esistenza stessa della musica è ancora altamente dibattuto. È questo il motivo per cui è importante indagare gli aspetti musicali della comunicazione animale: capire come sia emersa potrebbe essere la chiave per capire come mai, noi esseri umani, sentiamo il bisogno di affidarci anche alla musica per comunicare, e non solo al linguaggio. Durante un periodo di dodici anni, un gruppo di ricercatori ha visitato la foresta pluviale del Madagascar per studiare una particolare specie di primati: i lemuri Indri indri. I ricercatori hanno registrato i canti di venti gruppi di indri (39 animali) nel loro habitat naturale, trovando che la struttura ritmica delle loro melodie è del tutto simile a quella delle composizioni umane. Come a dire: queste scimmie cantano come noi.

“Sono stata in Madagascar diverse volte tra il 2015 e il 2019, e stiamo progettando un’altra stagione di raccolta dati per l’anno prossimo”, racconta a Galileo Chiara De Gregorio, ricercatrice dell’Università di Torino e prima autrice dell’articolo appena pubblicato su Current Biology. “Fin da subito sono stata estremamente colpita dal canto di questi animali, è davvero intenso e struggente. Spesso infatti viene definito un lamento. Sentire la foresta che risuona al mattino presto dei loro cori è davvero emozionante. Il ‘progetto Indri’ è iniziato più di venti anni fa grazie alla Professoressa Cristina Giacoma, che è rimasta incantata dal loro canto quando ancora si sapeva poco sul loro comportamento. Per questo ha deciso di studiare in maniera più approfondita la comunicazione di questi nostri lontani parenti”. Le abbiamo chiesto di aiutarci a capire qualcosa di più su cosa sia la musica e che ruolo abbia per gli animali.

Cosa si intende per musica, nel mondo animale?

“Nel mondo animale ciò che più si può avvicinare alla musica umana è sicuramente il canto. La differenza tra un canto e una semplice vocalizzazione sta nel fatto che il canto è composto da diverse note, organizzate in modo da costituire un pattern preciso. Se pensiamo all’abbaio del cane e al canto degli uccelli, questa differenza emerge chiaramente”.

Qual è la funzione del canto?

“Non esiste una funzione precisa che valga per tutti i canti animali, poiché ci sono differenze tra specie e specie, ma sicuramente il canto è un canale comunicativo molto importante. Tra le funzioni più rappresentate c’è l’attrazione di un partner e la difesa delle risorse. Molto spesso i canti sono emessi a forte intensità, come nel caso dei primati, perché possano propagarsi nelle foreste e raggiungere anche individui che si trovano lontani, e comunicare loro informazioni sull’identità e la posizione di chi sta emettendo”.

Come avete analizzato i suoni provenienti dai primati Indri indri che avete studiato?

“Per studiare il ritmo in questa specie ci siamo focalizzati sulla durata degli intervalli tra l’inizio di una nota e l’inizio di quella successiva. L’analisi di questi intervalli permette di capire se sono presenti delle categorie ritmiche: una serie di intervalli con la stessa durata dà vita a un segnale isocrono, ad esempio. Questo è proprio quello che abbiamo trovato in indri, insieme al fatto che alcuni canti di questa specie sono caratterizzati da intervalli in cui il secondo è il doppio del primo. E questo è esattamente quel che si trova nella musica umana: semplici relazioni tra intervalli come questa rendono una melodia riconoscibile anche quando la ascoltiamo velocizzata o rallentata, a patto che le categorie ritmiche rimangano le stesse”.

Come mai è così raro trovare mammiferi che cantino, oltre all’uomo?

“Ancora dobbiamo capire del i motivi che hanno portato alcuni mammiferi a cantare e altri no, ma sicuramente ci sono alcuni fattori, almeno nei primati, che sono condivisi tra le specie cantanti: il fatto di abitare in dense foreste vicino ai tropici, la difesa del territorio, una struttura sociale caratterizzata da legami stretti tra maschio e femmina. Possiamo immaginare che in un tale ambiente, canti composti da note organizzate in maniera regolare siano il mezzo comunicativo più efficiente”.

La specie di primati che avete indagato è in pericolo?

“Al momento non abbiamo un’idea precisa delle tempistiche con cui gli indri potrebbero estinguersi, perché la verità è che non sappiamo precisamente quanti ce ne siano ancora nelle foreste pluviali del Madagascar. L’ultima stima si aggira tra i 1000 e i 10000 individui rimasti in natura. Non è un dato preciso, e infatti una delle azioni più urgenti per la conservazione della specie è attuare un censimento esteso in tutto il Madagascar. In ogni caso, sappiamo che le popolazioni sono in declino e che il disboscamento è un fenomeno che non si è mai arrestato. Altri primati cantanti sono fortemente a rischio di estinzione. Tra i gibboni ci sono specie la cui popolazione attualmente conta meno di 40 individui. È chiaro che, se vogliamo approfondire le capacità ritmiche di questi e altri animali bisogna farlo con urgenza, unendo alla ricerca anche strategie di conservazione”.

Riferimenti: Current Biology

Credits immagine: Di Karen Coppock – uploaded from camera memory, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3463404

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