Science, le migliori scoperte del 2020 (e un unico vincitore)

I bilanci, le riflessioni, le classifiche di fine 2020 si somigliano tutte quest’anno, e non potrebbe essere altrimenti. Così dopo la top ten di Nature sulle persone che hanno segnato la scienza in questo anno – e quasi tutte legate all’emergenza pandemica ancora in corso – arriva anche il consueto bilancio di Science. E la copertina di questa settimana, una serie di siringhe cavalcate da scienziate e scienziati che prendono di mira il coronavirus, parla chiaro: i vaccini contro Covid-19 sono la scoperta dell’anno. E non poteva essere probabilmente altrimenti, considerato i tempi e gli sforzi record che hanno portato ad svilupparlo, l’attesa e le speranze che ci si ripongono. Nello speciale che ricorda l’anno appena trascorso Science così dedica, come Nature, gran parte dello spazio alla ricerca su Covid, senza dimenticare i lati più scuri e tristi della pandemia: i costi in termini di vite umane (e nel farlo ricorda alcuni medici e ricercatori morti proprio a causa di Covid-19) così come la confusione, la disinformazione, i complottismi che hanno accompagnato la pandemia. Ma prova anche a ricordare questo 2020 per altro, vediamo per cosa.


I personaggi scientifici più importanti del 2020


Breakthrough of the year: i vaccini contro Covid-19

Non poteva essere altrimenti. Il riconoscimento di Science, tra gli altri, al traguardo dei primi vaccini contro Covid-19, non poteva che essere più azzeccato nei tempi. Solo all’inizio del mese il Regno Unito ha approvato il primo vaccino contro Covid-19 basato sulla tecnologia a mRna. Nei giorni scorsi è arrivato l’ok anche della Food and Drug Administration (Fda) per gli Usa ed è fissata al prossimo lunedì la riunione della European Medicine Agency (Ema) per decidere in merito. A brevissimo, dopo il parere favorevole per quello Moderna, anch’esso basato sulla tencologia a mRna, l’Fda dovrebbe approvare anche questo vaccino. E verosimilmente altri ne arriveranno in futuro: quelli in fase di sviluppo, dietro i primi a essere arrivati, sono tantissimi, e utilizzano tencologie diverse.

Di ostacoli ne rimangono, non tutte le sperimentazioni stanno procedendo come sperato, ma come ribadisce Jon Cohen nello speciale di Science, mai prima nella storia c’è stata una collaborazione tanto vasta, tanto partecipata e diffusa contro un’unica minaccia. L’arrivo dei primi vaccini contro Covid-19, scrive Cohen, appare così come un finale quasi “gioioso” in questo anno terribile, pur ribadendo, come più e più voci hanno fatto nel corso dell’epidemia che i vaccini non saranno la bacchetta magica capace di porre fine a tutto. E che il loro arrivo ci pone di fronte a nuove sfide, non da ultimo comprenderne il potenziale preventivo (se e quanto saranno in grado di proteggere dall’infezione e non solo dalla malattia) e le possibili reazioni avverse, l’efficacia nel mondo reale e materialmente affrontare lo sforzo, materiale e non, necessario a vaccinare una popolazione enorme di persone.

C’è stato poi anche un altro anno, oltre Covid-19. La ricerca, pur tra mille difficoltà che non hanno certamente risparmiato gli scienziati, è andata avanti, ha raccolto e presentato i risultati maturati negli anni precendenti. E quello che sta per concludersi potremmo, volendo, ricordarlo anche per questo appunto. Senza classifiche, ecco cosa ha deciso di ricordare la rivista (molte ricerche potrebbero suonarvi famigliari perché lette anche sulle nostre pagine).

La superconduttività a temperatura ambiente

A ottobre, dalle pagine di Nature, giungeva notizia di qualcosa cui i ricercatori impegnati nel campo sono andati a lungo a caccia: la superconduttività a temperatura ambiente (quando invece solitamente il fenomeno si osserva per temperature molto basse). A raggiungere il traguardo è stato un team di scienziati statutensi, tramite la sintesi di un materiale a base di idrogeno, carbonio e zolfo, sottoposto a pressioni elevatissime.

Hiv, nuova luce sugli elite controller

Gli elite controller sono un sottogruppo di persone con hiv che riescono a tenere a bada il virus senza bisogno di assumere farmaci, di particolare interesse per chi si occupa della ricerca sul campo. Nei mesi scorsi uno studio ha aiutato a far luce su alcune caratteristiche di queste persone, mostrando che i geni dei virus si trovano integrati in porzioni del genoma che non vengono trascritte, di fatto annullando la possibilità del virus stesso di replicarsi, molto più di quanto si osservi nei non controller. Studiare i meccanismi alla base degli elite controller è importante soprattutto nell’ottica di identificare nuove strategie nella lotta all’hiv.

Scene di caccia da un vecchio passato

Tra le scoperte degne di nota dell’ultimo anno (fine 2019 per la precisione) raccontate dallo staff di Science rientra anche quella della scena di caccia (dipinta) più antica mai scoperta. Si trova in Indonesia, nell’isola di Sulawesi, mostra strani cacciatori, in parte umani, in parte animali, e bufali, cinghiali e sarebbe stata dipinta tra i 35mila e i 44mila anni fa. Insieme al primato che rappresenta, ha ricevuto l’attenzione dei ricercatori anche per l’importanza che quelle figure possono aver nel raccontare il pensiero umano di migliaia di anni fa.

Che cervello, questi uccelli

Il 2020 è stato anche l’anno in cui il nostro punto di vista (quanto meno scientifico) sugli uccelli è cambiato, grazie soprattutto a due studi che alla fine dello scorso settembre si sono guadagnati la copertina della stessa Science, che oggi li ricorda. Gli studi anatomici e di fisiologia compiuti su gufi, piccioni e cornacchie hanno infatti permesso di identificare alcune caratteristiche nel cervello degli uccelli paragonabili a quelle che si osservano nei mammiferi, e che come tali potrebbero rendere conto delle straordinarie abilità cognitive mostrate da questi animali, e forse anche di rudimentali forme di coscienza.

Crispr per la cura le malattie del sangue

Il Nobel per la Chimica a Emmanuelle Charpentier e Jennifer A. Doudna aveva già consacrato il 2020 come l’anno (anche) di Crispr. E a sugello dell’importanza della tecnica, è delle scorse settimane la notizia che Crispr è stato utilizzata per ora con successo per il trattamento sperimentale di alcuni pazienti con beta-talassemia e anemia falciforme (dovute a mutazioni nei geni che codificano per la produzione dell’emoglobina), ricordata oggi dalla rivista. Un risultato in parte anche italiano.

Riscaldamento globale, nuove previsioni

Paul Voosen lo scriveva a luglio scorso, e lo ricorda anche oggi: l’anno che ci apprestiamo a lasciarci alle spalle è stato anche quello in cui gli scienziati, forti soprattutto degli avanzamenti scientifici e tecnologici degli ultimi anni, hanno affinato le stime sul riscaldamento climatico del futuro. E hanno stabilito che se le concentrazioni atmosferiche di anidride carbonica dovessero raddoppiare rispetto ai livelli preindustriali le temperature saliranno tra i 2.6°C e i 3.9°C.

Proteine senza segreti grazie all’intelligenza artificiale

i abbiamo raccontato anche questa e solo pochi giorni fa. È la storia di AlphaFold, un programma di intelligenza artificale che si è guadagnato le pagine dei giornali perché riuscito nell’impresa di indovinare la struttura tridimensionale delle proteine a partire dalla sequenza degli amminoacidi, sviluppando dei modelli che corrispondono abbastanza bene alle ricostruzioni fatte grazie ai metodi sperimentali, come la cristallografia ai raggi X per intenderci.

Fast radio burst

Lo scorso anno a ricordarli era stata la rivista Nature, omaggiando l’astrofisica Victoria Kaspi, impegnata attivamente nella ricerca nel campo dei fast radio burst, anche attraverso il radiotelescopio Canadian Hydrogen Intensity Mapping Experiment (Chime). Quest’anno questi misteriosi lampi radio veloci sono ricordati da Science perché – anche grazie al Chime – è stato possibile identificare una sorgente di questi misteriosi fenomeni, una magnetar, una stella di neutroni con un forte campo magnetico, come ipotizzato in passato. (Foto: Jeremy Thomas on Unsplash)

#BlackIn, la voce degli scienziati neri contro il razzismo

Infine Science omaggia non una scoperta ma un’iniziativa che ha segnato questo 2020 anche in campo scientifico. L’iniziativa è quella contro il razzismo nata con #BlackBirdersWeek sull’onda dell’episodio a Central Park che aveva coinvolto la proprietaria bianca di un cane e un birdwatcher nero, per poi contagiare anche altri campi scientifici con l’impegno di diversi ricercatori. Un’iniziativa cresciuta anche alla luce del movimento Black Lives Matters dopo la morte di George Flyod (avvenuta lo stesso giorno dell’episodio a New York).

Via: Wired.it

Credits immagine: FLY:D on Unsplash

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