Parlami mamma, la tua voce è l’antidolorifico più potente

Quanto è preziosa la presenza di una mamma nella nostra vita? Lo è grazie ai suoi abbracci, che ci scaldano il cuore e l’anima, e ci fanno sentire protette. Lo è per le sue mani, che stringono le nostre e che ci sorreggono quando tutto il resto crolla. E lo è la sua voce, quando si trasforma nel più potente farmaco naturale per i bambini nati prematuri.

L’importanza della mamma nella vita di un figlio non è testimoniata solo dall’esperienza di quelle persone che hanno avuto la fortuna di poter contare sulla sua presenza nel corso della loro vita, ma anche dalla scienza. I benefici che risiedono nel rapporto tra madre e figlio sono confermati da numerose evidenze scientifiche perché sono speciali come solo loro sanno essere. A quelli già conosciuti, però, si aggiunge un’altra preziosa scoperta.

Secondo uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Ginevra in collaborazione con ricercatori dell’ospedale Parini, è emerso che la voce delle mamme è un potente e naturale antidolorifico per i bambini nati prematuri. La ricerca, pubblicata poi su Scientific Reports ha portato alla luce tutti i benefici dati dalla presenza del genitore durante le cure alle quali questi vengono sottoposti.

I piccoli nati pretermine, infatti, durante le prime settimane di vita sono soggetti a una serie di procedure salvavita, a volte anche molto dolorose, che non possono essere accompagnate da farmaci antidolorifici che potrebbero compromettere lo sviluppo neurologico e il benessere del bambino a lungo termine.

Ma di quei farmaci, in realtà, non ce n’è più bisogno. Questa ricerca ha fatto emergere che la voce della mamma ha un effetto calmante sul bambino prematuro. Gli stati di dolore diminuiscono e, al contrario, aumenta in maniera importante il livello di ossitocina, conosciuto anche come ormone dell’amore.

Per arrivare a questi risultati, i ricercatori hanno invitato le mamme a restare al fianco dei loro bambini, a parlare con loro e a cantare per loro. I medici hanno così rilevato che il dolore del bambino diminuiva quando queste restavano e che i livelli di ossitocina aumentavano in maniera esponenziale, più precisamente da 0,8 picogrammi per millilitro a 1,4, come si legge nello studio.

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