Paese che vai, colore (di uccelli) che trovi

La vita ai tropici è coloratissima. Ce lo ricordano in maniera lampante i documentari realizzati nelle zone, ma lo sappiamo da tempo, da quando i primi esploratori naturalisti, come von Humboldt, Darwin e Wallace, ci raccontarono di trovarsi davanti ad una inaspettata varietà di colori e di specie animali e vegetali. Dopo queste prime osservazioni, gli scienziati hanno cercato di mettere in relazione in maniera sistematica la colorazione delle specie animali con la loro posizione geografica. Ma finora mancava un’analisi scientifica e completa sul tema, come ha fatto invece il team di Christopher R. Cooney della University of Sheffield fotografando più di 4500 specie di uccelli, sia maschi che femmine, conservate al Natural History Museum a Tring, nel Regno Unito.

Come cambia il colore con la latitudine

Nel lavoro appena pubblicato su Nature Ecology & Evolution, Cooney e colleghi ricostruiscono una vera e propria mappa geografica della colorazione del piumaggio degli uccelli passeriformi, quantificandone in maniera accurata la variazione in funzione della latitudine. E confermando che sì, ai tropici esplode il colore, che si perde invece allontanandosi. 

Ogni uccello è stato fotografato da tre angolazioni diverse con una speciale apparecchiatura sensibile sia alla luce visibile che ai raggi UV. Successivamente, attraverso avanzate tecniche di ricostruzione di immagine e machine learning, il piumaggio di ogni esemplare è stato mappato con estremo dettaglio. Al punto che, si legge nel paper, i dati raccolti sono pari a 36 milioni di misurazioni uniche del piumaggio del colore.

Piumaggio di storno viola, Lamprotornis purpureus (Credit: University of Sheffield/NHM Tring)

Collezionate tutte queste sfumature di colori, gli scienziati sono andati a caccia di trend geografici nella loro distribuzione. E ne hanno trovati. I risultati confermano infatti l’ipotesi che ci sia una diminuzione nella diversità cromatica all’aumentare della latitudine.

L’effetto è più evidente negli esemplari di femmine che nei maschi. La massa corporea, invece, ha un effetto negativo sulla colorazione in entrambi i sessi indipendentemente dalla latitudine, con gli uccelli più grandi che sono meno colorati degli uccelli più piccoli. Ci sono diverse ipotesi a sostegno di questo risultato: il minor numero relativo di piume e i minori livelli di carotenoidi negli uccelli più grandi oppure la necessità per gli uccelli più piccoli, che abitano zone più popolate, di vedersi e riconoscersi facilmente.

(Credits: University of Sheffield/NHM Tring)

Perché ai tropici vince il colore?

Gli scienziati hanno avanzato diverse ipotesi per spiegare l’esplosione dei colori ai tropici. Potrebbero essere dovuti per esempio all’azione diretta del calore, delle precipitazioni e della luce del sole o magari l’evoluzione di piumaggi colorati potrebbe essere un effetto del tipo diverso di alimentazione. Anche la selezione naturale potrebbe aver svolto il suo ruolo: in ambienti scuri, chiusi e densamente popolati, come le foreste tropicali, una colorazione più intensa favorisce il riconoscimento tra individui appartenente alla stessa specie, anche allo scopo dell’accoppiamento sessuale.

Restano, tuttavia, ancora da confermare quali siano i meccanismi ecologici ed evolutivi che potenzialmente sono alla base della diversificazione, come nota José Alexandre Felizola Diniz-Filho dell’Instituto de Ciências Biológicas, Universidade Federal de Goiás (Goiânia, Brazil) in un articolo che accompagna il paper sulla rivista.

Per rispondere a queste domande, sarà utile ampliare ancora il numero di osservazioni su altri uccelli e utilizzare il nuovo metodo per misurare la colorazione su altre specie animali, continua Felizola Diniz-Filho. E magari non solo animali: perché la vita colorata ai tropici riguarda anche piante, insetti e pesci, concludono gli autori.

Fonte: Nature Ecology & Evolution

Credits immagine di copertina: Alexander Schimmeck on Unsplash

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