Nuove immagini realizzate durante il flyby della sonda Juno della luna Io, risalente al 3 febbraio scorso sono state pubblicate dalla NASA. Si tratta del secondo avvicinamento del satellite, dopo quello del 30 dicembre, a soli 1500 chilometri dalla superficie. Durante il flyby erano attive tutte e 3 le camere a bordo di Juno. La JIRAM, che analizza attraverso l’infrarosso, ha raccolto dati sulle emissioni di calore mentre la Stellar Reference Unit, una camera di navigazione ma che ha prodotto validi dati scientifici, ha ottenuto l’immagine a più alta risoluzione della superficie mai realizzata fino ad oggi. La JunoCam, invece, ha immortalato le foto in luce visibile. Il lavoro della JunoCam è solo divulgativo, per coinvolgere il pubblico non scientifico. Uno degli obbiettivi degli scienziati è di comprendere la frequenza con il quale i vulcani eruttano, quanto sono luminosi e che temperature raggiungono, come cambia la forma delle colate laviche e in che modo l’attività vulcanica di Io è collegata al flusso di particelle cariche all’interno della magnetosfera di Giove.
Io è leggermente più grande della Luna terrestre, con un raggio di 1.821,6 chilometri (rispetto ai 1.737 km della Luna). Si caratterizza per essere l’oggetto vulcanicamente più attivo nel sistema solare, con centinaia di vulcani con fontane di lava alte decine di chilometri. Le forze di marea generate dalla potente gravità di Giove e dalle lune Europa e Ganimede scaldano l’interno di Io, mantenendo gran parte della sua crosta sotterranea in forma liquida. Questo causa un continuo rigenerarsi della superficie di Io, riempiendo eventuali crateri di impatto con laghi di lava fusa e formando nuove pianure lisce di roccia liquida. La composizione di questo materiale non è ancora del tutto chiara, ma si pensa che includa zolfo fuso e i suoi composti o roccia di silicato. Io gioca un ruolo importante nel modellare il campo magnetico di Giove. Funziona, infatti, come un generatore elettrico, sviluppando una corrente elettrica di 3 milioni di ampere. Questa corrente crea fulmini nell’atmosfera superiore di Giove e amplia la magnetosfera del pianeta.
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