Domani, dal Kennedy Space Center in Florida, avrà inizio il primo volo della missione Polaris Dawn del Programma Polaris. Questa missione, gestita da SpaceX per conto di Jared Isaacman, non è solo un viaggio nello spazio, ma un’opportunità per condurre ricerche scientifiche e stabilire nuovi record durante i circa cinque giorni in orbita.
Il comandante della missione sarà Jared Isaacman, affiancato dal pilota Scott Poteet e dalle specialisti di missione Sarah Gillis e Anna Menon. La finestra di lancio si aprirà domani, il 27 agosto 2024, alle 07:38 UTC, un momento che corrisponderà a metà della notte negli Stati Uniti. Quindi, sia nottambuli che mattinieri potranno seguire l’evento su Twitter, mentre l’equipaggio si prepara ad esplorare audacemente territori mai toccati prima da una donna.
Dopo il lancio, la capsula SpaceX Dragon, se integra e senza danni, seguirà un’orbita altamente ellittica, raggiungendo una distanza di 1.400 chilometri dalla Terra. Questo tragitto rappresenterà la più lunga distanza mai percorsa dagli esseri umani dall’epoca del Programma Apollo della NASA, superando il record del Gemini 11. Durante l’apogeo, Gillis e Menon stabiliranno un nuovo record per la distanza massima raggiunta da donne nello spazio.
Il secondo giorno sarà cruciale, poiché il veicolo spaziale raggiungerà un’orbita di crociera a circa 750 chilometri dalla Terra. In questa fase, l’equipaggio depressurizzerà la capsula Dragon per effettuare la prima attività extraveicolare mai realizzata in una missione commerciale. Tutti e quattro i membri dovranno indossare tute speciali, poiché la capsula non dispone di una camera di decompressione. Isaacman e Gillis saranno i protagonisti di questa passeggiata spaziale, che segnerà un nuovo record per il maggior numero di esseri umani nello spazio vuoto.
La missione Polaris Dawn offrirà anche un’importante opportunità per studiare la salute umana nello spazio e sulla Terra. Saranno condotte diverse analisi mediche sull’equipaggio, con particolare attenzione alla malattia da decompressione e alla Sindrome Neuro-Oculare Associata al Volo Spaziale (SANS), un rischio significativo per la salute umana nei voli spaziali di lunga durata.
La missione volerà fino alla cintura di radiazioni di Van Allen, consentendo di studiare gli effetti delle radiazioni spaziali sul corpo umano. Questi dati saranno fondamentali per i futuri voli a lungo termine al di là della magnetosfera terrestre. Il team collabora con diverse università e istituti sanitari per condurre ricerche avanzate in questo ambito.
Il ritorno della missione è previsto per domenica 1 settembre, con un atterraggio nell’Oceano Atlantico o nel Golfo del Messico, dopo aver compiuto un viaggio che segnerà un nuovo capitolo nell’esplorazione spaziale e nella comprensione della salute umana in ambienti estremi.
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