Maya

| Storia e territorio | Periodo preclassico | Periodo classico | Periodo post classico |
! La civiltà Maya ! Cultura e sviluppo ! La religione ! Astronomia e contraddizioni !

Nel 2012 i Maya furono al centro dell’attenzione globale, per una presunta profezia sulla fine del pianeta. Una storia che ha gettato non poco ombre sulla credibilità di questo popolo.
Eppure i Maya furono la più evoluta civiltà dell’America precolombiana. Furono anzi la civiltà più avanzata, florida e raffinata forse dell’intero continente americano, superiore ai sanguinari Aztechi.

Tra le cosiddette civiltà precolombiane, i Maya sono l’enigma più grande per gli storici: una civiltà così fiorente nonostante grosse lacune tecnologiche, è andata però a scomparire in pochissimo tempo e in circostanze poco chiare. Inoltre, la straordinaria conoscenza degli astri e dell’aritmetica, gettano sui Maya un alone di mistero che tutt’oggi affascina gli studiosi.

Una popolazione giunta da Nord intorno al 2000 a.C che abbandonò lo stile di vita nomade e si stanziò nell’area compresa tra lo Yucatan (Messico) e l’odierno Guatemal

STORIA E TERRITORIO

Gli studiosi hanno suddiviso la storia dei Maya in tre fasi principali, datate tra il 2° millennio a.C. circa e il 16° secolo, denominate periodo preclassico, periodo classico e periodo postclassico.

Il territorio Maya (in lingua indigena Mayab, da cui il nome di questo popolo) è vasto e diversificato, compreso com’è tra la costa del Pacifico con i suoi bassopiani tropicali – alla quale fa seguito a nord la regione degli altipiani con altezze tra 800 e 4.000 m – e le aride pianure dello Yucatán affacciate sul Mar caribico.

Il periodo preclassico: la nascita di una civiltà complessa

Il periodo precalssico, molto antico, risale al periodo 2500 a.C, quando nel Mediterraneo orientale c’erano gli Egizi al culmine della loro potenza.

Il corso della storia maya sembra avere seguito nel tempo un movimento di ascesa verso nord: i primi insediamenti erano infatti localizzati nell’entroterra della costa pacifica (con suoli molto fertili e adatti alla coltivazione di importanti prodotti, come per esempio il cacao) o lungo il litorale, dove potevano essere sfruttate le risorse marine.

 I piccoli villaggi divennero con il tempo insediamenti stabili in cui apparvero imponenti edifici pubblici: ciò segnala la presenza di una società al cui vertice era una élite in grado di mobilitare lavoro collettivo e risorse da destinare a opere pubbliche.
Il principale fattore di coesione sociale deve essere stato quello religioso, come attesta la presenza di templi e di un’arte in cui appaiono divinità connesse con i fenomeni naturali. Fu forse proprio per esigenze di culto che vennero sviluppandosi le prime forme di scrittura, presenti su stele di pietra che riportavano datazioni di eventi di carattere religioso e politico.

La fase preclassica o Formativa arriva fino al 150 – 250 d.C., cioè un periodo che in Europa vede fiorire la civiltà greca soppiantata lentamente, almeno a livello militare, soprattutto in Italia e nel vicino oriente, dalla potenza romana, che si è appena liberata di Cartagine.

Il periodo classico: l’apogeo culturale

maya-10Il periodo classico si fa iniziare intorno al 250 a.C. All’elaborazione di un’evoluta forma di scrittura e di un calendario si affiancò la crescita degli insediamenti: i centri urbani divennero numerosissimi, organizzati secondo un modello che vedeva al centro dell’insediamento un complesso religioso dove si concentravano imponenti strutture di pietra a gradoni (le cosiddette piramidi, anche se si tratta di piattaforme sovrapposte di dimensioni decrescenti).

La più alta piramide maya, quella di Tikal in Guatemala, si erge per circa 70 m: il sacerdote che appariva dall’alto di queste strutture – che nel paesaggio pianeggiante dovevano sembrare come una sorta di montagne artificiali – e si affacciava sulla piazza colma di fedeli generava un forte impatto visivo, affermandosi come potente personificazione del sacro. Intorno al centro cerimoniale sorgevano edifici pubblici e amministrativi, e all’esterno di questo anello le abitazioni degli individui comuni.

Fu nel corso di questi secoli che le città maya iniziarono a competere le une con le altre, contendendosi spesso territori, beni e primati artistici. Proviene da Copán (Honduras) una delle più dettagliate testimonianze sulle lunghe sequenze dinastiche che videro i centri ampliarsi e i sovrani celebrare le loro vittorie con l’erezione di stele e monumenti (come la superba Scalinata dei geroglifici).

Il culto delle dinastie regnanti è esemplificato anche nella cripta del re Pacal, posta a 22 m di profondità sotto il pavimento del Tempio delle iscrizioni: il sovrano era stato deposto in un sarcofago di pietra chiuso da una lastra incisa su cui egli era ritratto mentre scendeva verso il regno dei defunti. Un condotto sotterraneo collegava il sarcofago al pavimento del tempio, quasi come un espediente magico perché i vivi restassero in contatto con il defunto

Il periodo classico si estese fino al 900 d.C., di massima fioritura, mentre in Europa l’impero d’Occidente conosce un periodo di calma cui segue il collasso e la nascita dei regni romano-barbarici fino all’affermazione dei Franchi. 

I Maya del periodo postclassico.

 il periodo post-classico che arriva fino alla conquista spagnola (1500).  
Molte città maya entrarono in una fase di declino: cessarono di essere costruiti edifici monumentali e non vennero registrati più su stele e monumenti datazioni ed eventi storici. A tale involuzione corrispose nei secoli successivi una crescita nel numero e nelle dimensioni degli insediamenti dello Yucatán.

L’arrivo degli Spagnoli pose fine alla civiltà maya nella forma in cui noi la conosciamo attraverso le ricerche archeologiche: la conquista fu però resa difficile dall’isolata posizione geografica dell’area e dalla resistenza opposta da alcuni centri, come le città di Mayapán e di Tayasal che furono le protagoniste di quest’ultima fase della storia indigena.

Gli Spagnoli  soggiogarono questa popolazione nascosta nella giungla, ma ormai era solo un ricordo della magnificenza che aveva vissuto nel passato.

Dagli studi e i ritrovamenti archeologici infatti si è calcolato infatti che tra il 760 e il 930 d.C, una delle più grandi civiltà della Terra entrò in un declino tanto veloce quando inspiegabile:  le grandi città divennero in pochi decenni cumuli di macerie e gli abitanti degli altipiani migrarono o sparirono nel nulla.

LA CIVILTÀ MAYA

L’espansione dei Maya non avvenne come un Impero unitario, ma attraverso la fondazione di numerose città-stato, le quali, nonostante la lingua e la religione comune, rimanevano molto indipendenti tra di loro anche se non pare che siano mai sorte grandi rivalità o guerre intestine (come invece accadeva nell’antica Grecia!).

All’interno di questi centri urbani, la vita era regolata da un’élite (cioè la classe dominante) di nobili e sacerdoti, al di sopra dei quali stava un re che veniva venerato come un semidio.

Il resto dei comuni cittadini era composto perlopiù da coltivatori di mais (cereale che era ancora sconosciuto nel resto del pianeta), artigiani e mercanti, i quali, nonostante l’assenza di cavalli (non esistevano in America, così come la ruota!), riuscirono a tracciare fitte rotte commerciali su grandi distanze!

CULTURA E SVILUPPO

Fagiolicacaomais e monili  erano gli elementi alla base della vita quotidiana e del commercio dei Maya, i quali erano anche abili incisori (numerosi i reperti su pietra giunti da iscrizioni e templi) e intagliatori di oro, metallo che però ebbe un valore esclusivamente decorativo, poiché nella loro cultura non era contemplata la moneta.

Le guerre, per quel che ne sappiamo, non erano molto frequenti ma quando si decideva di espandersi o proteggersi da un nemico, i nobili che detenevano il potere militare si mettevano alla testa di eserciti ben disciplinati, composti da soldati e comuni cittadini chiamati alle armi, e si lanciavano nel combattimento equipaggiati di archi, frecce, lance e rudimentali spade.

Al fianco di certi elementi di arretratezza però, i Maya furono capaci di dare vita ad una vera civiltà “monumentale”, poiché al fianco delle case e magazzini dei cittadini comuni (in legno e fango), costruirono numerosi ed imponenti edifici in pietra, destinati alla corte del re e alle funzioni religiose.

LA RELIGIONE

maya-5La religione era un elemento molto importante della vita quotidiana e per secoli i Maya si impegnarono nel costruire monumenti e palazzi in onore di divinità della natura che favorissero la loro felicità.
Molto famose, ad esempio, le piramidi che furono erette per il dio Sole, le quali sono molto simili a quelle presenti in Egitto e in Mesopotamia, cosa che ancora oggi solleva parecchi interrogativi tra gli studiosi.

I Maya pensavano che il loro mondo fosse un intermezzo tra il Cielo delle divinità e l’Inferno, dimora di mostri spaventosi che portavano siccità e carestie; gli dei dovevano dunque essere propiziati ogni giorno con rituali e offerte che favorissero la benevolenza divina e l’arrivo delle piogge, elemento fondamentale per la vita.

ASTRONOMIA E CONTRADDIZIONI

Una delle tante contraddizioni che la storia ci ha riportato sui Maya riguarda il loro sviluppo tecnologico e culturale: se da un lato infatti non si ebbero mai grandi innovazioni in campo agricolo (l’aratro era sconosciuto) e tecnologico, come fecero a diventare così grandi coltivatori e, soprattutto provetti matematici e astronomi?

Il forte rapporto tra Maya e divinità celesti è infatti frutto di una conoscenza all’avanguardia dell’astronomia: senza telescopi e strumenti sofisticati, erano riusciti a stilare un calendario solare molto più preciso di quello europeo composto da 365,242 giorni (sbagliando di appena 17 secondi sulla reale lunghezza del periodo di rotazione della Terra!).

Al fianco di queste esatte misurazioni, i Maya ricavavano premonizioni su eventi atmosferici ed eventi futuri.


Una strana ombra

maya-14Una strana ombra si stiracchia lungo 91 scalini e si congiunge con una testa di serpente in pietra: è questo lo spettacolo a cui ogni anno corrono ad assistere migliaia di persone in Messico, nel sito archeologico di Chichen Itzà, in occasione dell’equinozio di primavera per aspettare il ritorno sulla terra dell’antico dio serpente piumato, Kukulkán.

Il movimento apparente del sole, infatti, proietta un’ombra a forma di rettile lungo la scalinata nord della piramide, interpretata proprio come l’arrivo di Kukulkán.

Questo speciale appuntamento si ripete sia in occasione dell’equinozio di primavera che durante quello di autunno, e rappresenta un momento importantissimo della tradizione May.


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