Secondo un nuovo studio condotto dai ricercatori dell’Università di Oxford, l’intelligenza artificiale potrebbe essere in grado di prevedere se una persona è a rischio di infarto fino a 10 anni in futuro. Grazie a questo tipo di tecnologia, sarà possibile salvare migliaia di vite andando a migliorare il trattamento per circa la metà dei pazienti.
Tale studio, finanziato dalla British Heart Foundation (BHF), ha analizzato come l’intelligenza artificiale potrebbe migliorare l’accuratezza delle scansioni TC cardiache, utilizzate per rilevare blocchi o restringimenti nelle arterie.
Il professor Charalambos Antoniades, presidente di medicina cardiovascolare presso il BHF e direttore del centro multidisciplinare di imaging e interventistica acuta di Oxford, ha così dichiarato: “Il nostro studio ha rilevato che alcuni pazienti che si presentano in ospedale con dolore toracico, sono ad alto rischio di avere un attacco di cuore nel prossimo decennio. anche in assenza di qualsiasi segno di malattia nelle arterie cardiache. Qui abbiamo dimostrato che fornire un quadro accurato del rischio ai medici può alterare, e potenzialmente migliorare, il corso del trattamento per molti pazienti cardiopatici”.
Purtroppo molti pazienti muoiono di infarto a causa della loro incapacità di individuare piccoli restringimenti non rilevabili. I ricercatori hanno analizzato i dati di oltre 40.000 pazienti sottoposti a scansioni TC cardiache di routine in otto ospedali del Regno Unito, con un tempo di follow-up mediano di 2,7 anni.
Lo strumento di intelligenza artificiale è stato testato su altri 3.393 pazienti per quasi otto anni ed è stato in grado di prevedere con precisione il rischio di infarto. I punteggi di rischio generati dall’intelligenza artificiale sono stati quindi presentati ai medici per 744 pazienti, con il 45% che ha avuto i propri piani di trattamento modificati dai medici di conseguenza.
Il dottor Antoniades ha poi aggiunto: “Speriamo che questo strumento di intelligenza artificiale venga presto implementato in tutto il NHS, aiutando a prevenire migliaia di morti evitabili per attacchi di cuore ogni anno nel Regno Unito”.
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