L’economia ai tempi del Covid-19: quanto è importante l’educazione finanziaria?

Come le nostre scelte influenzano l’andamento dell’economia in periodi di recessione

La pandemia da Covid-19 ha causato uno shock violento per l’economia europea e mondiale. Gli Stati membri hanno già adottato o stanno adottando misure politiche in materia di bilancio e liquidità per aumentare la capacità dei loro sistemi sanitari e sostenere i cittadini e i settori particolarmente colpiti.

Dopo circa otto mesi di pandemia, ormai si contano i danni: oltre un milione di morti e una recessione globale. Ad agosto il World Economic Forum stimava fra gli 8 e 15 mila miliardi di dollari, che a fine anno diventeranno 17,3 secondo la Australian National University. Una cifra destinata a crescere almeno fino a quando non sarà disponibile il vaccino. L’aumento dei deficit pubblici nei Paesi avanzati si piazza attorno al 20% dei loro Pil, con una crescita altrettanto rilevante degli indebitamenti dei governi. Intanto nei 37 Paesi dell’Ocse la disoccupazione è passata dal 5,3% del 2019 al 9,7%. Nel secondo trimestre il commercio globale è sceso del 18,5%.

La crisi innescata dalla pandemia presenta alcuni elementi di novità rispetto alla grande crisi finanziaria del 2008. Il primo è costituto da fatto che i paesi maggiormente colpiti per numero di contagi sono quelli più industrializzati del mondo che, nell’insieme, rappresentano più della metà del PIL mondiale, quasi i due terzi della manifattura planetaria e circa il 40 per cento del commercio internazionale. Il secondo è che l’economia mondiale è stata colpita quando era in atto un rallentamento dell’attività manifatturiera, per effetto dell’acuirsi delle restrizioni agli scambi commerciali e della crescente incertezza a livello globale. Il terzo elemento di novità è che lo shock attuale sta colpendo più il terziario che l’industria, soprattutto nei servizi di ristorazione, intrattenimento e accoglienza.

Ad oggi, l’educazione finanziaria è diventata uno strumento utile ad affrontare le crisi e l’incertezza, quindi una conoscenza sempre più necessaria per tutti. Nelle ultime settimane, infatti, molti indici azionari internazionali, hanno toccato nuovi massimi storici: una tendenza che può apparire sorprendente, dato che sul fronte dell’economia reale non arrivano risultati incoraggianti. Nel corso del secondo trimestre dell’anno, il PIL della maggior parte dei paesi ha subito un crollo a doppia cifra, con un picco del -32,9% negli Stati Uniti. Eppure è stata proprio Wall Street a trainare le altre piazze finanziarie dalla Primavera in avanti.

Paolo Galvani, fondatore e presidente Moneyfarm, commenta così in un recente video: “I dati macroeconomici che giungono da tutto il mondo restano certamente negativi ma ricordiamoci che i mercati finanziari si muovono più sulle previsioni che sui risultati conseguiti. Oggi l’aspettativa prevalente tra gli investitori è di un graduale miglioramento dei dati economico da qui a fine anno, pur in uno scenario ricco di incogniti. Al clima di moderato ottimismo contribuiscono anche le misure di politica economiche e monetaria, prese a livello internazionale, che sono state tempestive ed efficaci. Pensiamo ad esempio all’acquisto di obbligazioni, al taglio del tasso di interesse, ai programmi di protezione del lavoro. Inoltre, sulla ripresa delle borse incide la composizione dei mercati azionari, sbilanciata verso i settori che sembrano essere usciti dalla crisi, a cominciare da quello tecnologico”.

Dunque, chi ha rinunciato a restare investito in questi mesi ha perso ghiotte opportunità di guadagno. Il potenziale di rivalutazione di mercato si è esaurito o ci sono ancora margini di crescita?

“Ogni investitore vorrebbe anticipare le possibili tendenze rialziste del listino. Le statistiche dicono, tuttavia, che solo nel 19% dei casi il tentativo di battere il mercato paga. Anche in situazioni di forte tensione come quella che stiamo vivendo, restare investiti con un piano diversificato, consente di evitare errori molto dannosi. È importante quindi sottolineare l’importanza della diversificazione del portafoglio di investimento”, continua Galvani.

Fare scelte razionali in tema di investimenti non è mai semplice. Per minimizzare il rischio di scelte errate diventa fondamentale non concentrarsi sul breve termine, ma focalizzarsi sui propri obiettivi finanziari nel lungo termine.

“Questa fase di incertezza può essere l’occasione per ripensare al nostro approccio agli investimenti, considerando alcune regole che valgono sempre ma che diventano fondamentali in periodi del genere. Nessuno può dire con sicurezza cosa accadrà tra uno o due mesi sul mercato, ma sappiamo che nel lungo periodo l’economia reale tenderà a crescere, e di conseguenza anche i mercati finanziari. L’investimento ideale quindi è quello adeguatamente coniugato agli obiettivi e alla situazione finanziaria di ogni investitore che deve essere ben diversificato ed avere un orizzonte temporale di medio-lungo periodo. I giovani possono investire attraverso un PAC (Piano di accumulo di capitale). Questo approccio permette di mitigare le oscillazione di mercato e avvicinarsi ai propri obiettivi di mercato”, conclude il presidente di Moneyfarm.

La storia ci insegna che ad ogni recessione segue sempre un periodo di espansione e che queste fasi di espansione sono più lunghe e intense. A fare quindi la differenza è la capacità di costruire un portafoglio diversificato e di non farsi influenzare dai cicli di mercato.

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