Le più belle foto spaziali del 2020

Quest’anno la pandemia ha monopolizzato l’attenzione. Ma la scienza, ovviamente, non si è fermata. Anzi, guardare alle meraviglie che continuiamo a scoprire nell’Universo può essere un ottimo modo per dimenticarci, almeno per qualche minuto, dei problemi che affronta il nostro pianeta in questo periodo. Ecco allora una piccola selezione delle più belle foto spaziali scattate nel 2020: e tra galassie, supernove, buchi neri e nursery spaziali, è veramente impossibile rimanere delusi.

NGC 4689

foto spaziali
Qualcuno l’ha paragonata a un’impronta digitale. Di sicuro, nonostante la maestosità dell’immagine, non si tratta di una galassia particolarmente luminosa, e questo perché NGC 4689 (la galassia ritratta nella foto) appartiene a un tipo di galassie definite anemiche dagli esperti, in cui è presente una quantità minima del materiale di partenza da cui nascono le stelle. Questo la rende particolarmente sprovvista di astri, e le conferisce, almeno nelle foto scattate dal telescopio Hubble, quell’aspetto spento, simile ad una macchia di olio sull’acqua, o a un’impronta digitale. (Credit: ESA/Hubble & NASA, P. Erwin)

NGC 5907

Quella che osserviamo qui è la galassia NGC 5907, anche nota come Knife Edge Galaxy, o galassia filo di coltello. Si trova a circa 50 milioni di anni luce di distanza dalla Terra, e nonostante la forma è una galassia a spirale, proprio come la nostra. Appare però piatta e allungata, per via del nostro particolare punto di osservazione. (Credit: ESA/Hubble & NASA, R. de Jong)

IC 5063

Un tramonto spaziale, è il caso di dirlo. Protagonista dello scatto è IC 5063, una galassia che nella foto scattata da Hubble sembra proiettare lunghi raggi di luce nel vuoto dello spazio, come quelli ci regalano i tramonti più spettacolari sul nostro pianeta. In questo caso non si tratta di raggi di luce, ma di un qualche fenomeno, ancora misterioso, legato all’attività del buco nero supermassivo posto al centro di IC 5063. (Credit: NASA, ESA, and W.P. Maksym)

NGC 4848

Nell’immagine possiamo apprezzare la galassia NGC 4848 in tutto il suo splendore. Si tratta di una galassia a spirale piuttosto distante da noi, visto che dista 340milioni di chilometri dalla Terra, situata nella costellazione della Chioma di Berenice. (Credit: ESA/Hubble & NASA, M. Gregg)

L’onda d’urto di una supernova

Difficile a dirsi, forse, ma questa foto immortala uno dei fenomeni più distruttivi presenti in natura. Si tratta infatti dell’onda d’urto prodotta dall’esplosione di una supernova, avvenuta tra i 10 e i 20mila anni fa. L’onda d’urto continua a viaggiare a tutt’oggi a circa 350 chilometri al secondo, e l’interazione tra il materiale espulso nell’esplosione e la rarefatta polvere cosmica presente nello spazio interstellare produce la delicata immagine che possiamo ammirare nella foto. (Credit: ESA/Hubble & NASA, W. Blair)

J025157.5+600606

In questo caso siamo di fronte a una nursery stellare, una regione di spazio in cui, sotto i nostri occhi, stanno prendendo la vita delle stelle appena nate. Quella immortalata da Hubble in questo caso è J025157.5+600606, una distesa di Free-floating Evaporating Gaseous Globules, o globuli gassosi evaporanti fluttuanti, gigantesche bolle di gas ionizzati dalla nascita di una stella particolarmente massiva. (Credit: ESA/Hubble & NASA, R. Sahai)

NGC 1805

Ecco a voi l’ammasso globulare NGC 1805: migliaia di stelle concentrate in uno spazio piuttosto ristretto, ai margini della Nube di Magellano. Le stelle più brillanti sono riprese nell’ultravioletto, e rappresentano stelle molto giovani e calde, mentre i puntini rossi sono stelle più anziane, più fredde e riprese da Hubble nell’infrarosso. (Credit: ESA/Hubble & NASA, J. Kalirai)

NGC 1792

La foto riprende NGC 1792, una galassia a spirale situata nella costellazione della Colomba, a 39 milioni di anni luce dalla nostra Via Lattea. A renderla speciale è il fatto che si tratta di una galassia starburst, una galassia in cui il processo di formazione delle stelle è particolarmente violento e frenetico. (Credit: ESA/Hubble & NASA, J. Lee)

GAL-CLUS-022058s

Questa foto mostra uno dei fenomeni più rari che si può sperare di catturare con un telescopio spaziale. Si tratta di un cosiddetto anello di Einstein, una galassia posta sullo sfondo (la linea che sembra avvolgere la sfera centrale) la cui luce viene deformata da una massa enorme, cioè quella dell’ammasso di galassie all’interno del cerchio. GAL-CLUS-022058s, questo il nome dell’anello di Einstein in questione, si trova nella costellazione della fornace ed è il più grande mai scoperto fino ad oggi. (foto: ESA/Hubble & NASA, S. Jha)

NGC 1947

Chiudiamo con un’immagine che ammicca al divino. Il protagonista dell’immagine è NGC 1947, una galassia lenticolare che dista circa 40 milioni di anni luce dalla nostra. Come tutte le galassie di questo tipo, NGC 1947 ha perso la maggior parte della sua materia interstellare: quel poco che ne rimane compone le lingue di gas che si possono osservare in primo piano nell’immagine, illuminate da milioni di stelle che producono l’alone di luce sullo sfondo. (Credit: ESA/Hubble & NASA, D. Rosario)

via Wired.it

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