L’acqua sulla Luna potrebbe essere “piovuta” dalla Terra

L’acqua sulla Luna? Forse viene direttamente dalla Terra. È quanto emerge da uno studio condotto dai ricercatori dell’Università dell’Alaska, negli Stati Uniti: secondo gli autori, infatti, le molecole d’acqua presenti sul nostro satellite potrebbero provenire dalla combinazione degli ioni idrogeno e ossigeno sfuggiti alla parte più esterna dell’atmosfera della Terra e che in seguito si sono depositati sulla superficie lunare. I risultati, pubblicati sulla rivista Scientific reports, potrebbero essere utili soprattutto in vista del progetto Artemis della Nasa, che tra i suoi obiettivi ha quello di trovare un modo di estrarre l’acqua dalla superficie lunare, in vista delle permanenze umane a lungo termine sul nostro satellite.


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L’origine dell’acqua sulla Luna

Nel corso degli ultimi anni diversi studi hanno suggerito che sulla Luna ci fosse acqua allo stato ghiacciato. Nel 2020, come vi avevamo raccontato qui, i dati della missione Stratospheric observatory for infrared astronomy (Sofia) della Nasa hanno confermato la presenza di molecole di acqua sulla superficie del satellite, incorporate all’interno del suolo o forse presenti nei granelli di polvere lunare. Nonostante, quindi, sia stata dimostrata la presenza di acqua sul nostro satellite, rimangono ancora molti dubbi al riguardo, soprattutto sulle sue origini

Generalmente, infatti, si pensa che l’acqua lunare derivi dall’impatto di asteroidi o comete con il nostro satellite. Questo risalirebbe al cosiddetto bombardamento tardivo, cioè un evento che si ritiene sia avvenuto circa 3,5 miliardi di anni fa, in cui un numero incredibilmente grande di asteroidi ha colpito i pianeti interni del Sistema solare e i loro satelliti, Luna compresa. Un’altra ipotesi accreditata è quella del vento solare, che, trasportando ioni ossigeno e idrogeno, potrebbe farli combinare tra loro e depositarli sulla superficie della Luna sotto forma molecole d’acqua.

Queste ipotesi sono ancora valide, ma adesso il nuovo studio del team di ricercatori statunitense, coordinato da Gunther Kletetschka, suggerisce un’altra possibile origine dell’acqua lunare: la Terra. In particolare, si legge nello studio, le molecole di acqua potrebbero depositarsi sulla superficie lunare quando il nostro satellite passa attraverso la coda della magnetosfera terrestre, ovvero la regione più esterna dell’atmosfera, creata dal campo magnetico della Terra. In questa fase, che accade per cinque giorni ogni mese lunare, la magnetosfera spingerebbe sulla Luna ioni idrogeno e ossigeno, sfuggiti all’atmosfera terrestre, che poi si combinerebbero a e si depositerebbero sulla superficie del satellite, il quale non ha una magnetosfera per respingerli, formando il permafrost lunare. 

In sostanza, è come se sulla Luna “piovessero” gli ioni idrogeno e ossigeno, capaci poi di formare l’acqua, anche allo stato liquido. Infatti, i dati analizzati dai ricercatori e derivanti dal Lunar reconnaissance orbiter, strumento di telerilevamento della Nasa, suggeriscono che sulla Luna ci sia ghiaccio o acqua in fase liquida.

Le prospettive per Artemis

Lo studio stima che le regioni polari della Luna potrebbero contenere oltre 3500 chilometri cubi di permafrost superficiale o acqua liquida sotterranea. È un volume paragonabile, come si legge nel comunicato stampa dell’Università dell’Alaska, a quello del Lago Huron, negli Stati Uniti, l’ottavo lago più grande del mondo. E si tratta di una stima al ribasso: gli autori l’hanno ottenuta considerando che solo un numero minimo (pari all’1%) di particelle dell’atmosfera terrestre raggiunga la Luna. 

I ricercatori sottolineano che questi risultati potrebbero rivelarsi particolarmente utili in vista della missione della Nasa. “Poiché il team Artemis prevede di costruire un campo base sul polo Sud della luna, gli ioni d’acqua che hanno avuto origine molti eoni fa sulla Terra possono essere utilizzati per il supporto vitale degli astronauti”, ha affermato Kletetschka.

Uno dei punti chiave della missione che riporterà gli esseri umani sulla Luna, infatti, è trovare e accedere facilmente all’acqua presente sulla sua superficie. Sembra probabile, concludono gli autori nello studio, che le regioni identificate nel loro lavoro contengano quantità significative di acqua che potrebbero rientrare nei piani di utilizzo delle risorse idriche delle missioni spaziali del futuro.

Via: Wired.it

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