Una vacca marina del genere estinto Culebratherium, vissuta tra 23 e 11,6 milioni di anni fa, ha vissuto un’esperienza terribile. È stata attaccata e sbranata da due tipi di carnivori diversi: uno squalo e un antico crocodiliano. La scena macabra è stata ricostruita grazie ai fossili della povera creatura marina, con segni di morsi che indicano che il crocodiliano ha cercato di soffocarla in una rotazione mortale. Inoltre, è stato trovato un dente di squalo vicino al collo e segni di morsi lungo il corpo, suggerendo la partecipazione di più predatori preistorici al banchetto.
La scoperta è stata resa possibile grazie alla stranezza dei fossili di questa specie di vacca marina, che ha attirato l’attenzione degli scienziati. Il sito in cui sono stati trovati i resti si trovava in una zona remota, a 100 chilometri da qualsiasi altro luogo esplorato in precedenza. Un contadino che ha notato delle rocce insolite ha segnalato il ritrovamento, che si è rivelato essere di grande importanza per la comprensione dell’antico ecosistema.
Secondo Marcelo R. Sanchez-Villagra, esploratore capo dello studio e Direttore dell’Istituto e Museo Paleontologico di Zurigo, i fossili di questa vacca marina sono piuttosto peculiari nell’aspetto. Le scoperte del team forniscono uno dei pochi documenti che testimoniano la presenza di più predatori su una singola preda, offrendo così uno sguardo sulle reti alimentari dell’epoca del Miocene.
Aldo Benites-Palomino, del Dipartimento di Paleontologia di Zurigo, ha sottolineato l’importanza di queste scoperte nel contesto delle catene alimentari antiche. Le ricerche precedenti hanno identificato balene cachalot dissezionate da diverse specie di squali, ma la presenza di un antico crocodiliano e di uno squalo che si nutrivano della stessa preda è un ritrovamento straordinariamente raro.
Il crocodiliano sembra aver afferrato la vacca marina per il muso, cercando forse di soffocarla con una rotazione mortale, una tecnica utilizzata anche dai coccodrilli moderni. Successivamente, lo squalo ha completato il pasto, come dimostrato dalla presenza di un dente di squalo tra il collo e la gabbia toracica della creatura marina e dai segni di morsi lungo lo scheletro.
Questa scoperta fossile, pubblicata sul Journal Of Vertebrate Paleontology, fornisce preziose informazioni sulla catena alimentare del Miocene, contribuendo a ricostruire un puzzle che raramente possiamo completare. È un monito a prestare attenzione a ogni dettaglio insolito che possa portare a una scoperta scientifica significativa.
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