Lo squalo mustelus (Mustelus mustelus) ha recentemente dimostrato la capacità di riprodursi senza l’intervento di spermatozoi, generando numerosi discendenti con geni identici. Questo fenomeno, noto come partenogenesi ricorrente, rappresenta un’importante scoperta che amplia la nostra comprensione dei meccanismi di riproduzione presenti in natura.
La partenogenesi, comunemente definita come “nascita verginale”, consiste nella produzione di discendenti da un uovo senza la fecondazione da parte di spermatozoi. Recentemente, è stato osservato un caso sospetto di partenogenesi in un serbatoio di squali mustelus femmine in un acquario in Italia, e uno studio successivo ha confermato che queste femmine sono in grado di riprodursi senza l’intervento di maschi.
Si ritiene che si tratti di un tipo di partenogenesi nota come partenogenesi facoltativa, che indica la capacità di un animale di riprodursi sia sessualmente che asessualmente. Le ragioni che spingono gli animali a riprodursi in questo modo possono variare, ma una diminuzione della popolazione maschile è uno dei motivi principali che potrebbero favorire la partenogenesi, soprattutto in ambienti controllati come gli acquari.
Uno studio recente ha analizzato campioni prelevati da squali mustelus in cattività per esaminare i loro marcatori genetici, confermando che i giovani esemplari testati sono nati attraverso partenogenesi. Questo è stato evidenziato dall’omozigosi riscontrata in ciascun marcatore genetico, indicativa di uno sviluppo embrionale senza la necessità di fecondazione da parte di un maschio.
La forma di partenogenesi osservata, chiamata automissi, coinvolge la fusione dell’uovo con cellule residue chiamate corpi polari, generando discendenti simili alla madre ma non identici. In genere, i discendenti sono tutti femmine. Al contrario, nelle piante la partenogenesi può avvenire tramite apomissi, che comporta la duplicazione dei cromosomi delle cellule riproduttive tramite mitosi, generando discendenti geneticamente identici al genitore.
Lo studio ha inoltre evidenziato che la partenogenesi può verificarsi annualmente negli squali mustelus, rappresentando la prima segnalazione di partenogenesi ricorrente in questa specie. È stato escluso che la presenza di spermatozoi conservati a lungo termine potesse spiegare la presenza dei giovani esemplari, confermando la capacità di queste femmine di riprodursi in modo autonomo.
Gli autori dello studio hanno concluso che si tratta dei primi casi di partenogenesi geneticamente confermati in Mustelus mustelus a partire dal 2020, con eventi che sembrano ripetersi annualmente tra due squali femmine adulte. Questo fenomeno, già osservato in altre specie come la Stegostoma tigrinum, rappresenta una risposta facoltativa alla mancanza di un compagno.
Con questa scoperta, gli squali mustelus si uniscono a una lista di creature che dimostrano la capacità delle femmine di mantenere la popolazione anche in assenza di maschi. La partenogenesi è stata osservata anche in condor della California, boa brasiliani, squali zebra, anaconda e coccodrilli, sollevando la curiosità su possibili forme di riproduzione asessuata anche nei dinosauri.
Lo studio dettagliato su questo fenomeno è stato pubblicato su Scientific Reports, confermando l’importanza di continuare a esplorare le diverse modalità di riproduzione presenti nel regno animale.
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