La datazione dell’insediamento umano nelle Americhe durante l’ultima era glaciale

La datazione dell’insediamento umano nelle Americhe durante l’ultima era glaciale
Le impronte di piedi provengono da un gruppo di persone di diverse età.(Servizio Parco Nazionale)

La datazione dell’insediamento umano nelle Americhe è un argomento dibattuto tra gli archeologi. In passato, si credeva che gli esseri umani avessero raggiunto l’entroterra nordamericano circa 14.000 anni fa. Tuttavia, nuove ricerche suggeriscono che le persone potrebbero essere state presenti in America già 23.000 anni fa, durante l’ultima era glaciale.

In passato, gli studiosi pensavano che gli esseri umani fossero arrivati in America attraverso un corridoio privo di ghiaccio tra due calotte di ghiaccio che attraversavano il Canada e il nord degli Stati Uniti. Questo corridoio si sarebbe formato a causa dello scioglimento dei ghiacci alla fine dell’era glaciale, consentendo agli esseri umani di attraversare l’Alaska e raggiungere il cuore dell’America del Nord. Tuttavia, questa teoria è stata messa in discussione negli ultimi decenni, con le prime prove di presenza umana che sono state retrocesse a circa 16.000 anni fa.

Grani di polline provenienti da diverse piante, illustrazione 3D.
Il polline può essere uno strumento utile per datare prove di insediamenti umani.(Kateryna Kon/Shutterstock.com)

Nel settembre 2021, è stato pubblicato uno studio su Science che ha datato delle impronte fossili scoperte in Nuovo Messico a circa 23.000 anni fa, durante l’apice dell’ultima era glaciale. Queste impronte sono state fatte da un gruppo di persone che passavano vicino a un antico lago vicino a quello che oggi è White Sands. Questa scoperta ha aggiunto 7.000 anni alla storia degli esseri umani sul continente, riscrivendo la preistoria americana.

Ciò solleva la questione se gli esseri umani fossero già presenti in America durante l’ultima era glaciale o se il ghiaccio non rappresentasse una barriera significativa al loro passaggio. Potrebbe anche essere possibile che gli esseri umani avessero raggiunto il continente durante un periodo di scioglimento precedente. Tuttavia, queste conclusioni sono state oggetto di critiche, ma ulteriori prove hanno confermato le date precedenti.

Nello studio del 2021, è stata utilizzata la datazione al radiocarbonio sui semi di erba comune trovati nei sedimenti sopra e sotto le impronte. Questa tecnica si basa sul decadimento radioattivo di un isotopo di carbonio (carbonio-14) presente negli organismi morti negli ultimi 50.000 anni. Alcuni ricercatori hanno sollevato dubbi sulle date al radiocarbonio, sostenendo che potrebbero essere influenzate dall’effetto dell’acqua dura. Tuttavia, ulteriori analisi hanno dimostrato che l’acqua vecchia non ha avuto un impatto significativo sulle date ottenute.

Per ottenere abbastanza campioni di polline per la datazione, è stata utilizzata una tecnica chiamata citometria a flusso, comunemente utilizzata per contare e campionare cellule umane. Questa tecnica ha permesso di isolare il polline fossile per la datazione al radiocarbonio. Inoltre, è stata utilizzata anche la tecnica di datazione chiamata luminescenza stimolata otticamente (OSL) come controllo indipendente. Entrambe le tecniche hanno confermato le date delle impronte e hanno fornito informazioni sulla vegetazione presente durante l’era glaciale in Nuovo Messico.

In conclusione, le nuove ricerche suggeriscono che gli esseri umani potrebbero essere stati presenti nelle Americhe già 23.000 anni fa, durante l’ultima era glaciale. Queste scoperte hanno riscritto la preistoria americana e sollevato nuove domande sulla presenza umana nel continente. La datazione al radiocarbonio e altre tecniche hanno confermato le date delle impronte e fornito informazioni sulla vegetazione dell’epoca.

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