I cavalli potrebbero essere più intelligenti di quanto comunemente si creda, secondo un recente studio condotto presso l’Università di Nottingham Trent nel Regno Unito. Durante l’esperimento, ai cavalli è stato offerto un premio per toccare un bersaglio, ma ciò che ha destato l’interesse dei ricercatori è stata la reazione dei cavalli quando è stata introdotta una penalità di time-out per toccare il bersaglio nel momento sbagliato.
La dottoressa Carrie Ijichi, ricercatrice principale dello studio, ha spiegato che inizialmente i cavalli continuavano a toccare la carta ripetutamente, poiché sembrava che ricevessero una ricompensa senza sforzo mentale. Tuttavia, quando è stato introdotto un costo per gli errori commessi, i cavalli hanno dimostrato di comprendere immediatamente la situazione e di adattare il loro comportamento di conseguenza.
La co-autrice dello studio, Louise Evans, ha sottolineato che questo comportamento suggerisce che i cavalli avevano compreso fin dall’inizio le regole del gioco e erano in grado di adattarsi alle nuove condizioni imposte dagli esperimentatori.
Il confronto è stato fatto con Clever Hans, il celebre cavallo che sembrava capace di fare matematica, ma che in realtà si limitava a rispondere in base ai segnali involontari che riceveva dall’ambiente circostante. Tuttavia, gli autori dello studio hanno evidenziato che, nonostante sia sempre possibile un effetto Clever Hans in presenza di esseri umani, i segnali non intenzionali sarebbero stati presenti solo nelle prime sessioni, in cui i cavalli non avevano ancora compreso appieno il compito assegnato.
Lo studio ha coinvolto 20 cavalli di età compresa tra 11 e 22 anni presso il Centro Equestre Brackenhurst dell’Università di Nottingham Trent. I cavalli sono stati addestrati ad associare un fischio con la ricezione di una gustosa ricompensa e successivamente sono stati incaricati di toccare una carta laminata con il naso o il muso, ricevendo una ricompensa in caso di risposta corretta.
Successivamente è stato introdotto un segnale di “stop”, rappresentato da una torcia a LED per ciclisti legata all’addome dell’addestratore. Quando il segnale di stop era attivo e il cavallo toccava la carta, scattava un time-out di 10 secondi durante il quale l’addestratore si allontanava, impedendo al cavallo di ottenere la ricompensa.
I risultati dello studio hanno dimostrato che, sebbene alcuni cavalli abbiano ridotto gli errori più rapidamente di altri, tutti tranne uno hanno migliorato le proprie prestazioni in risposta all’introduzione del costo per gli errori. Questo suggerisce una sorprendente capacità cognitiva diffusa tra i cavalli coinvolti nello studio.
L’evoluzione del comportamento dei cavalli è stata osservata con grande interesse dagli studiosi. Evans ha commentato che l’immediato e significativo miglioramento delle prestazioni dei cavalli alla luce del cambiamento delle condizioni sperimentali ha sorpreso gli stessi ricercatori.
Ijichi ha sottolineato che questo studio apre nuove prospettive sulla comprensione delle capacità cognitive dei cavalli. Si è osservato che i cavalli potrebbero essere in grado di utilizzare una forma di apprendimento chiamata ‘apprendimento basato sul modello’, precedentemente ritenuta troppo complessa per loro.
Il fatto che i cavalli abbiano un cortex prefrontale sottosviluppato, l’area del cervello tipicamente associata alla produzione di pensiero complesso negli esseri umani, suggerisce che essi utilizzino altre aree cerebrali per raggiungere risultati simili. Questo porta a riflettere sulle nostre ipotesi sull’intelligenza e la sensibilità degli animali, evidenziando la complessità e la diversità delle capacità cognitive presenti nel regno animale.
Lo studio, pubblicato su Applied Animal Behaviour Science, rappresenta un importante contributo alla ricerca sul comportamento e sulle capacità cognitive dei cavalli, aprendo nuove prospettive per futuri studi in questo campo.
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