Saranno 6,5 miliardi di dollari. È questa la cifra appena dichiarata dalla multinazionale Johnson & Johnson per risolvere e chiudere le decine di migliaia di cause legali secondo cui l’uso del talco prodotto dall’azienda causerebbe il tumore ovarico. L’accordo, riporta Reuters, è legato a una terza dichiarazione di fallimento di Ltl Management, una società controllata dalla Johnson & Johnson.
La polvere di talco
Partiamo dal fatto che il talco è un minerale naturale costituito principalmente da magnesio, silicio e ossigeno. Il principale problema per la nostra salute è nella sua vicinanza (dal punto di vista geologico) e, di conseguenza, la sua possibile contaminazione con l’amianto, sostanza di cui è accertata la grave tossicità, perché può provocare lo sviluppo del mesotelioma, un grave tipo di tumore. Dato che la sicurezza di un prodotto è responsabilità dell’azienda, la J&J, quindi, non è stata affatto trasparente nella gestione della vicenda delle contaminazioni. Secondo alcune inchieste, infatti, avrebbe provato a insabbiarne le prove: ad esempio, come vi abbiamo raccontato, il New York Times aveva riportato che i dirigenti della multinazionale sarebbero stati da lungo tempo al corrente dei rischi di esposizione all’amianto dei loro prodotti a base di talco. Nonostante questa consapevolezza, tuttavia, avrebbero rigettato tutti gli studi scientifici che ne dimostravano la contaminazione.
Il talco e il tumore alle ovaie
Se da una parte il talco che contiene amianto è considerato come in grado di provocare un tumore se inalato, le prove sul talco privo di amianto sono meno chiare. Come ci aveva raccontato Andrea Genazzani, docente di ginecologia e ostetricia all’Università di Pisa, “per i prodotti a base di talco ma privi di asbesto (amianto, ndr), le evidenze scientifiche di eventuali correlazioni con problemi di salute sono molto più blande. Nei test eseguiti sugli animali, cui è stato inserito del talco nello stomaco, non è emersa alcuna correlazione evidente con l’insorgenza di cancro ovarico”.
Il talco è quindi cancerogeno?
La maggior parte delle preoccupazioni su un possibile legame tra talco e cancro si sono concentrate sull’esposizione a lungo termine alle particelle del minerale sul lavoro, come i minatori di talco, che correrebbero un rischio maggiore di cancro ai polmoni e sul fatto che il talco applicato regolarmente nella zona genitale aumenterebbe il rischio di tumore alle ovaie. La International Agency for Research on Cancer (Iarc), considerando tutti i possibili tipi di esposizione al talco, ha inserito questo minerale tra la lista degli elementi che potrebbero costituire un fattore di rischio per la salute umana. In particolare, l’agenzia ha classificato il talco contenente amianto come “cancerogeno per l’uomo”.
Sulla base della mancanza di dati provenienti da studi sull’uomo e di dati limitati provenienti da studi su animali da laboratorio, come ricorda la American Cancer Society, il talco inalato non contenente amianto è considerato come “non classificabile quanto alla cancerogenicità nell’uomo”. Infine, sulla base di prove limitate provenienti da studi sull’essere umano di un collegamento con il tumore alle ovaie, la Iarc ha classificato l’uso perineale (genitale) della polvere per il corpo a base di talco come “possibilmente cancerogeno per l’uomo”.
Nessun allarmismo
Dato che le ricerche sull’uso personale del talco hanno avuto risultati contrastanti, fino a quando non saranno disponibili ulteriori informazioni, consigliano dall’American Cancer Society, i consumatori preoccupati per i possibili collegamenti tra talco e cancro possono scegliere di limitare o evitare del tutto l’uso di prodotti che lo contengono. Per evitare allarmismi, comunque, va ricordato che nel peggiore dei casi il talco potrebbe aumentare il rischio di tumore di un terzo.
“Tuttavia, il cancro ovarico è una malattia molto rara, e l’aumento del rischio di un terzo è veramente molto basso”, spiegano da Ovacome, onlus per la cura del cancro ovarico. “Anche se la correlazione fosse vera, sarebbero pochissime le donne che si ammalano di cancro a causa del talco. Per fare un paragone, fumo e alcool aumentano il rischio di cancro esofageo di ben trenta volte”. Si tratta, inoltre, di una malattia multifattoriale, cioè dovuta al mix di diversi fattori (ereditari e ambientali) e non a una singola causa, come appunto potrebbe essere l’utilizzo del talco.
Via: Wired.it
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Credits immagine di copertina: Aleksander Saks su Unsplash
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