Il soffitto segreto – Il mistero dei disegni di Senenmut

Uno tra i tanti e affascinanti misteri che circondano il mito dell’antico Egitto è il soffitto della tomba di Senenmut.

La tomba di Senenmut, vicino al tempio di Hatshepsut, nasconde dei segreti: la storia della costruzione delle piramidi egiziane e le origini della civiltà d’Egitto. E soprattutto il mistero delle rappresentazioni del suo soffitto.

Senenmut, 1462 a.C.(± 30 anni)) della XVIII dinastia, era l’architetto, capo di Stato, consigliere della regina Hatshepsut e tutore della sua primogenita Neferura. Era un uomo di grande sapienza, che aveva ottime conoscenze di astronomia che sono ancora oggi riscontrabili nel suo piccolo sepolcro che costruì a Deir el-Bahari vicino al tempio di Hatshepsut, ma nel quale non fu mai stranamente sepolto.

I disegni di Senenmut

LA CINTURA DI ORINE

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La prova più sconcertante di una conoscenza astronomica ereditata in qualche modo all’architetto si trova sul soffitto. In questo soffitto è riprodotta una precisa sezione della volta celeste, ma cosa più straordinaria e sorprendente è che non era la volta celeste dell’epoca bensì del 10.450 a.C. quando l’asse terrestre era rivolto verso un’altra porzione di cielo.

Nella parte dell’immagine in cui sono raffigurate le tre stelle della Cintura di Orione, c’è un dettaglio che attira subito l’attenzione, si tratta della stella centrale la quale è circondata da tre ellissi a forma di goccia, una dentro l’altra, che la mettono in evidenza.

Questa particolarità ha fatto porre delle domande ai ricercatori in quanto questo tipo di simbologia non era usata nelle rappresentazioni della scrittura Egizia, ma piuttosto dai popoli Mesopotamici i quali usavano indicare in questo modo l’acqua e la vita.

Recentemente la Nasa ha scoperto attraverso il Telescopio Herschel che nella costellazione di Orione c’è la presenza di molecole di ossigeno, le quali potrebbero aver dato luogo alla formazione di acqua. Qualcuno ha ipotizzato che Senenmut fosse in possesso di grandi segreti e che avesse voluto tramandare queste conoscenze ai posteri in quel modo, indicando nel disegno la presenza di vita nella costellazione di Orione, e questo misterioso dipinto così accuratamente nascosto sotto l’intonaco, rafforza tale ipotesi.

IL CALENDARIO

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Nella parte inferiore della volta, è rappresentato il calendario egizio (12 mesi di 30 giorni ciascuno) rappresentati da dei cerchi suddivisi in tre gruppi, e composti da ventiquattro spicchi, mentre in quella superiore, come abbiamo già detto, è raffigurata una porzione di cielo.

Vi sono quattro barche: quelle più piccole, a sinistra, raffigurano i pianeti Giove e Saturno; le più grandi sono la dèa Iside, che astronomicamente simboleggia la stella Sirio, e il dio Osiride, al quale era attribuita l’omonima costellazione, quella che per noi si chiama oggi “costellazione di Orione”. In particolare, l’architetto ha voluto evidenziare un elemento preciso di tale costellazione: la Cintura, appunto.

Come sapeva Senenmut tali conoscenze?

In una sua iscrizione si legge: “Avendo percorso tutti gli scritti dei saggi, non ignoro nulla di quel che è successo a partire dal primo giorno”. Difatti, l’architetto Senenmut venne iniziato alla Casa di Vita di Karnak, luogo che nell’Antico Egitto era fondamentale, sede di culture ancestrali e religiose che erano raggiungibili solo a pochi. Tutt’oggi, sappiamo ben poco su ciò che veniva conservato in questo tipo di “biblioteche segrete“, per così dire. Ma Senenmut venne a conoscenza di cose che probabilmente volle svelare alla sua amata.

Magari per questo motivo i sacerdoti si aizzarono contro l’architetto di corte e, in seguito, anche contro la regina: solo gli iniziati infatti potevano conoscere i segreti della Storia d’Egitto. Sta di fatto che dopo la morte dei due, il faraone Thutmose III e il Clero Tebano condannarono Hatshepsut e Senenmut alla “damnatio memoriae”, distruggendo ogni effigie che rappresentasse i due nel Mausoleo di Deir el-Bahari.

La storia

Senenmut, secondo studi recenti, era figlio di gente comune, come risulta dalla titolatura dei genitori trovata nella loro tomba, non lontana dalla TT71, tomba del figlio, nel 1927: suo padre Ramose è infatti ricordato come ‘Degno’, mentre sua madre Hatneferu viene indicata come ‘Donna di casa’.

Erano originari del Sud, al di là della prima cataratta. La famiglia, dai tempi di Thutmosi I, si era stabilita ad Armant, vicino a Luxor. Il giovane Senenmut aveva partecipato alle spedizioni militari in Nubia ed era stato ricompensato con il braccialetto “menefert” (“colui che abbellisce”). Alla morte della madre, avvenuta poco tempo dopo l’incoronazione di Hatshepsut, il figlio trasportò il padre vicino alla madre.

L’influenza di Senenmut è dimostrata dal corredo funebre della madre, che comprendeva anche una maschera dorata e uno scarabeo sul cuore, fatto con serpentina e incastonato in un quadrato d’oro

Poco distante dal Djeser-Djeseru, è stata portata alla luce la cappella funeraria di Senenmut, iniziata due mesi dopo la morte dei genitori. In questa cappella sono iscritti, in inchiostro rosso e nero, i titoli di cui si fregiava.

Fatto eccezionale per un egiziano, Senenmut non sembra essersi mai sposato, tanto che il suo culto funerario fu affidato al fratello maggiore, Minhotep.

Le magnifiche pitture murali, purtroppo mal conservate, permettono di vedere sei portatori di offerte, probabilmente Egei; difatti, nel loro aspetto ricordano i portatori di offerte di Knossos. Il sarcofago, probabilmente di quarzite rossa (pietra reale per eccellenza), era ornato da divinità funerarie, affiancate da Iside e Nefti e conteneva l’intero capitolo 125 del Libro dei Morti (quello delle giustificazioni negative).

Nonostante queste origini, Senenmut fece una brillante carriera come funzionario del regno e, percorrendo rapidamente tutto il cursus honorum, raggiunse le più alte cariche dello Stato. Tra i tanti incarichi che ebbe, ricordiamo quello di “intendente del tempio di Amon, direttore dei campi, dei giardini e delle greggi del doppio granaio di Karnak”. Questa posizione gli permetteva di controllare le grandi ricchezze di Karnak.

Fu molto intimo della regina, tanto da dar voce all’ipotesi di una sua storia d’amore con lei, di cui, tuttavia, non si hanno documentazioni. Hatshepsut lo scelse anche come architetto per il grande tempio di Deir el-Bahari, la cui progettazione, fuori dai normali canoni egiziani, dimostra la genialità sia dell’architetto sia della regina. Tuttavia, recenti studi sembrano diminuire l’importanza di Senenmut nella costruzione del tempio della regina.

Divenne, infine, tutore della figlia di Hatshepsut, Neferu-Ra, che era la seconda erede al trono dopo Thutmosis III, dimostrando così la grande considerazione in cui era tenuto a corte.

Improvvisamente però Senenmut, come spesso succede, cadde in disgrazia, fu sollevato dai suoi incarichi e sparì dalla storia egiziana.

La tomba

Senenmut ordinò lo scavo della tomba TT 353 di Deir el-Bahari intorno al 7° anno di regno della sua regina, nello stesso momento in cui iniziarono i lavori di scavo del tempio.
Fu scavato in profondità nella roccia, in modo tale che tutto l’insieme funerario di Senenmut rimase integrato all’interno del complesso del sovrano, cioè nel sottosuolo della prima terrazza.

La lunga e ripida galleria discendente, di cinquantatre metri, termina in una piccolissima camera, brillantemente decorata con il Libro dei Morti, una falsa-porta stele e coronata da un eccezionale soffitto astronomico, unico e splendido, magnificamente conservato attualmente. Detto soffitto astronomico è il più antico conosciuto nella storia dell’antico Egitto.

In esso sono riprodotti i dodici mesi del calendario lunare, così come le stelle e le costellazioni dell’emisfero settentrionale. Un’altra galleria discendente ci conduce a una seconda camera senza decorazione e da questa alla terza con pozzo, anch’essa senza decorazione.

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