Il feto, i suoi organi, il suo sistema nervoso, si sviluppa gradualmente durante i tre trimestri di gestazione. Anche per questo motivo, è molto importante tutelare il buon andamento della gravidanza, evitando parti pretermine.
Ogni settimana è importante al fine dello sviluppo completo del feto, che poi garantirà al bambino di arrivare pronto alla nascita.
Durante i vari esami ed appuntamenti di routine che si fanno con il/la ginecologo/ginecologa, ed anche attraverso le ecografie, i genitori avranno riscontro di come si sta sviluppando il figlio. Sono momenti sempre molto attesi ed emozionanti ma anche pieni di tensione.
Abbiamo chiesto al ginecologo Antonio Simone Laganà, quando e come si sviluppa il sistema nervoso del feto e cosa accade nel caso in cui la madre partorisca prima del termine.
Il sistema nervoso del feto: settimana dopo settimana
Come leggeremo dalle parole del dottor Laganà, lo sviluppo del sistema nervoso del feto consiste in un processo assai graduale, fatto di piccoli passi che avvengono a ridosso dal concepimento. Anche per questo le prime settimana di gestazione, quelle di cui a volte fatichiamo a sentire i classici sintomi, quelle settimana durante le quali, specchiandoci, il nostro ventre è ancora piatto, sono assai delicate. Anche se non si vede, qualcosa dentro di noi sta cambiando e si sta sviluppando.
“Lo sviluppo del sistema nervoso è un processo complesso che avviene in diverse fasi.
A partire dalla 2ª -3ª settimana di gestazione, avviene la prima differenziazione dell’embrione in diversi strati cellulari, da cui poi si sviluppano i tessuti, gli organi e gli apparati. Da questa fase inizierà il processo che porterà al sistema nervoso centrale, al cervello ed al midollo spinale.
Tra la 4ª e l’8ª settimana di gestazione, il tubo neurale si differenzia in tre vescicole primarie: prosencefalo (cervello anteriore), mesencefalo (cervello medio) e romboencefalo (cervello posteriore).
A partire dalla 9ª settimana di gestazione e andando man mano avanti nelle successive settimane, le cellule progenitrici proliferano formando neuroni che migrano verso le loro destinazioni finali nel cervello e nel midollo spinale (migrazione neuronale).
Tra la 21ª e la 24ª settimana, il feto inizia a rispondere a stimoli esterni come luce e suono e vi è un incremento della mielinizzazione, soprattutto nel midollo spinale.
Tra la 25ª e la 28ª settimana, vi è un rafforzamento delle connessioni sinaptiche e lo sviluppo delle funzioni cognitive.
Tra la 29ª e la 32ª settimana, inizia a svilupparsi il sistema nervoso autonomo e le capacità motorie migliorano diventando più coordinate.
Tra la 33ª e la 36ª settimana, avviene la maturazione del sistema respiratorio che si prepara per la respirazione autonoma post-nascita e continua il processo per preparare il feto alla vita extrauterina.
Infine, tra la 37ª e la 40ª settimana, si ha la maturazione completa del sistema nervoso che è pronto per la nascita e la vita extrauterina”.
Cosa succede nel parto pretermine
A differenza di decenni fa, le gravidanze di oggi sono molto controllate. Lo sono di più nei casi in cui la donna non sia più giovanissima. Ad ogni modo, il protocollo previsto per la gestazione è tale che, oggi, le gravidanze ed i parti sono molto più sicuri rispetto al passato. Premesso questo, purtroppo, non è detto che tutte le gravidanze procedano serenamente o che si possano limitare i parti prematuri o addirittura gli aborti.
Come leggeremo ora dalle parole del dottor Laganà, un parto prematuro può comportane anche conseguenza gravissime sulla vita del bambino, proprio perché lo sviluppo del suo sistema nervoso non è completo.
“Il parto pretermine, ovvero il parto che avviene prima della 37ª settimana di gestazione, comporta diversi rischi per il neonato e può avere diverse implicazioni per il suo sviluppo, in particolare per il suo sistema nervoso.
I rischi variano in base alla settimana di gestazione in cui avviene il parto e quindi a seconda del grado di prematurità, poiché alcuni organi potrebbero essere non ancora maturi.
Quando un bambino nasce prima del completo sviluppo del cervello (immaturità cerebrale), possono presentarsi problemi respiratori, poiché la parte del cervello che controlla la respirazione è ancora immatura e non permette un’attività respiratoria costante. In questo casi, si verificano periodi di apnea, rendendo difficile per il neonato respirare autonomamente (molti prematuri necessitano pertanto di supporto respiratorio). Anche lo sviluppo polmonare incompleto causa problemi respiratori nei neonati prematuri.
Inoltre, i neonati nati con immaturità cerebrale potrebbero non essere in grado di succhiare e inghiottire normalmente, con conseguenti difficoltà di coordinazione tra deglutizione e respirazione. Uno sviluppo ancora incompleto del sistema nervoso può influenzare la capacità del neonato di controllare i movimenti, di regolare la temperatura corporea e di rispondere agli stimoli esterni.
I neonati molto prematuri presentano anche un aumentato rischio di encefalopatia ipossico-ischemica, con potenziali danni neurologici permanenti quali ad esempio la paralisi cerebrale infantile.
La gestione tempestiva della minaccia di parto pretermine può migliorare significativamente gli esiti a breve e lungo termine, riducendo il rischio di gravi complicanze e promuovendo uno sviluppo sano del neonato”.