Google Maps è un’ottima risorsa, ma chi ha bisogno di essa quando si può contare sull’aura elettrizzante dei tuoi compagni? Nuove ricerche hanno rivelato che alcuni pesci elettrici potrebbero utilizzare i campi elettrici dei loro simili per navigare in un modo sorprendente, sfruttando una forma di sensing collettivo mai vista prima.
Il pesce elefante di Peters, conosciuto anche come pesce elettrico debole africano, è dotato di un organo specializzato in grado di generare un campo elettrico senza bisogno di batterie. Questo campo elettrico non solo funge da arma per stordire prede o predatori, ma può anche essere utilizzato per navigare, simile al sonar, al radar o all’ecolocalizzazione.
Il pesce emette impulsi elettrici e poi rileva i cambiamenti nel campo elettrico circostante grazie a un’array di sensori sulla sua pelle, permettendogli di percepire l’ambiente circostante nei fiumi bui e torbidi dell’Africa.
Ma c’è di più: i pesci elefante non operano in solitudine. Oltre al loro “Bluetooth biologico”, sembra che gruppi ben coordinati di questi pesci creino un “pool” collettivo di elettricità intorno al gruppo, ampliando così la loro percezione dell’ambiente locale.
Recenti studi condotti da due scienziati dell’Università di Columbia a New York hanno esaminato questo esempio di sensing collettivo, ispirati dal funzionamento di alcune tecnologie umane. In ingegneria, è comune che gruppi di emettitori e ricevitori collaborino per migliorare il sensing, come nel sonar e nel radar.
Nathaniel Sawtell, ricercatore principale presso l’Istituto Zuckerman di Columbia e professore di neuroscienze presso il Vagelos College of Physicians and Surgeons di Columbia, ha dichiarato: “Abbiamo dimostrato che qualcosa di simile potrebbe accadere in gruppi di pesci che percepiscono il loro ambiente utilizzando impulsi elettrici.”
Per esplorare ulteriormente questa teoria, i ricercatori hanno condotto simulazioni al computer sul comportamento dei pesci elettrici, scoprendo che il sensing collettivo potrebbe estendere il loro raggio di elettro-localizzazione fino a tre volte.
Monitorando l’attività cerebrale dei pesci elefante, è emerso che essi rispondono sia alle proprie scariche elettriche che ai segnali elettrici esterni. Le osservazioni comportamentali hanno confermato che i pesci nuotano in formazioni che favoriscono il sensing collettivo, come suggerito dal modello informatico.
Questi tre filoni di prove hanno portato i ricercatori a concludere che i pesci elefante dimostrano una forma di sensing collettivo elettrificato, “vedendo” molto meglio in piccoli gruppi, come ha spiegato Sawtell.
I pesci elefante non sono gli unici ad adottare il sensing collettivo. Questa forma affascinante di navigazione e comunicazione è osservata anche in banchi di pesci e stormi di uccelli, che sembrano muoversi con intelligenza collettiva anziché come individui in competizione.
Tuttavia, questa ricerca potrebbe aver scoperto la prima evidenza di sensing collettivo utilizzando l’elettricità. I pesci elefante hanno uno dei rapporti più alti tra massa cerebrale e corporea di qualsiasi animale sulla Terra, suggerendo che cervelli così sviluppati siano necessari per un sensing sociale rapido e sofisticato, oltre che per un comportamento collettivo.
Lo studio è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature, gettando nuova luce su questa straordinaria forma di comunicazione e navigazione nel regno animale.
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