Il Laboratorio Clarendon dell’Università di Oxford ospita un esperimento scientifico straordinario: la Oxford Electric Bell, la cui delicata campana suona da ben 1840, rendendola uno dei più longevi al mondo. Acquistata dal professore di fisica Robert Walker, la campana è ora racchiusa dietro due strati di vetro, emettendo un tintinnio appena udibile ma costante nel tempo.
Conosciuta anche come Clarendon Dry Pile, la campana è alimentata da batterie del tipo dry pile, composte da pile di dischi metallici. La sua durata eccezionale potrebbe essere attribuita al basso consumo energetico e alla scarsa perdita di energia. Mentre oscilla avanti e indietro, la piccola campana di piombo tocca le due campane ai lati, generando una carica che si scarica continuamente, con la sola perdita dovuta alla resistenza dell’aria.
Il mistero delle batterie della Oxford Electric Bell risiede nella loro composizione, ispirata ai pile realizzati dal fisico italiano Giuseppe Zamboni. Le batterie sono sigillate con un rivestimento esterno simile al zolfo, conferendo loro l’aspetto di candele, sebbene non lo siano affatto. La loro composizione esatta rimane sconosciuta, poiché aprire le batterie rovinerebbe l’esperimento.
Quando cesserà di suonare la Oxford Electric Bell? Potrebbe ancora continuare per altri cinque o dieci anni, nonostante si sia notevolmente rallentata negli ultimi decenni. Alla fine, l’esaurimento dell’energia porterà alla sua interruzione, come accade a tutte le batterie. Un’impresionante dimostrazione di longevità e mistero scientifico che continua a incuriosire gli studiosi.
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