Un vampiro del XVI secolo, sepolto con un mattone nella bocca, è stato resuscitato grazie all’opera di un esperto di ricostruzione facciale. La donna, scoperta in una fossa comune per le vittime della peste, potrebbe essere stata sospettata di diffondere la malattia attraverso la sua sete di sangue, motivo per cui la sua bocca fu tappata con il mattone. Il corpo fu rinvenuto nel 2006 durante gli scavi di un sito di sepoltura sull’isola di Lazzaretto Nuovo nella laguna di Venezia, un’isola che in passato fungeva da sanatorio per i malati di peste e che divenne il luogo di sepoltura per molte vittime di un’epidemia nel 1576.
Il XVI secolo, sebbene precedente di oltre 300 anni la pubblicazione di Dracula di Bram Stoker, fu un periodo di crescente isteria dei vampiri in Europa, con la gente che cercava capri espiatori soprannaturali per le malattie mortali che affliggevano il continente. La teoria dei vampiri si diffuse, in parte, grazie ai becchini italiani che, in contatto con cadaveri decomposti, diffondevano l’idea che i morti si nutrissero del sangue dei vivi. L’analisi del cadavere femminile nel 2010 rivelò che il mattone fu posto nella sua bocca per impedirle di diffondere la peste mordendo altre vittime, poiché i becchini notarono che aveva mangiato il suo sudario facciale.
Ulteriori studi sulle ossa indicarono che la donna aveva circa 60 anni al momento della morte e seguiva una dieta a base di verdure e cereali, tipica di una classe sociale bassa. Nonostante ciò, il motivo per cui fosse considerata un vampiro rimane un mistero. Ricerche successive hanno suggerito che il mattone potrebbe essere finito nella sua bocca per caso, anziché per motivi legati alla superstizione.
Per ricostruire il volto della donna, il designer 3D ed esperto forense Cícero Moraes ha utilizzato misurazioni e proiezioni del cranio effettivo per disegnare una replica digitale del cranio antico. Successivamente, ha adattato questo modello ai contorni del cranio moderno tramite la scansione tomografica computerizzata del volto di un individuo contemporaneo. Moraes ha anche creato una replica in polistirolo del mattone e ha condotto esperimenti per determinare se potesse essere stato inserito nella bocca della donna dopo la sua morte, senza danneggiare i denti o i tessuti molli.
La ricerca condotta da Moraes è stata pubblicata sulla rivista OrtogOnline, gettando nuova luce su un mistero secolare e offrendo un’interessante prospettiva sulla superstizione e le pratiche funerarie del passato.
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