Il mare ci mette più di mille anni per consumare un mattoncino Lego

Ogni anno produciamo 300 milioni di tonnellate di plastica, di cui circa otto milioni sono destinate a finire nei mari e negli oceani. Cannucce, buste, e manufatti di ogni tipo, per un totale di circa 150 milioni di tonnellate di spazzatura attualmente disperse negli ambienti marini del pianeta. Un autentico oceano di plastica, che dovremo trovare il modo di rimuovere per mitigare i rischi che pone alla sopravvivenza di moltissimi animali marini, visto che lasciati a sé stessi questi materiali impiegano secoli, se non millenni, per degradarsi (e questo senza contare i rischi che continuano a porre una volta trasformatasi in microplastica).

Uno studio inglese aiuta a farsi un’idea precisa dell’orizzonte temporale di cui stiamo parlando: la ricerca, pubblicata sulla rivista Environmental Pollution, ha infatti valutato quanto impiegano i manufatti plastici più resistenti a degradarsi completamente per azione delle onde, del sole, della sabbia e del contatto con l’acqua salata. E lo ha fatto utilizzando uno dei più iconici prodotti in plastica inventati nel ‘900: i mattoncini della Lego.

Perché i Lego

La scelta dei Lego non è casuale, e non è legata unicamente alla loro fama. Come spiegano gli autori dello studio, i mattoncini danesi sono, loro malgrado, tra i più diffusi reperti in plastica raccolti dai volontari sulle spiagge di tutto il pianeta. Ogni anno ne vengono prodotti oltre 60 miliardi di esemplari e con numeri simili è inevitabile che incidenti, incuria e maleducazione ne facciano finire enormi quantità nei mari e negli oceani.


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Anche i piccoli proprietari di questi giocattoli contribuiscono, involontariamente, a peggiorare le cose: i bambini più piccoli hanno la tendenza a scaricare nei wc qualunque oggetto di piccole dimensioni su cui si trovano a mettere le mani e i mattoncini Lego sono tra le vittime preferite. Si stima che solo nel Regno Unito negli ultimi anni abbiano fatto questa fine circa 2 milioni e mezzo di mattoncini Lego, che una volta finiti nella rete fognaria fin troppo spesso riescono a farsi strada fino ai fiumi, e quindi mari e oceani.


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La plastica utilizzata dalla Lego inoltre è particolarmente resistente, e sebbene sia riciclabile con i dovuti accorgimenti, non è prodotta per essere biodegradabile, ed è quindi destinata ad accumularsi nell’ambiente se non viene smaltita correttamente. Si tratta insomma banco di prova perfetto per verificare quanto permangono i nostri rifiuti plastici in ambiente marino.

Il metodo di studio

I ricercatori hanno prima raccolto esemplari di Lego recuperati negli scorsi decenni sulle spiagge inglesi e con un lavoro di indagine meticoloso li hanno quindi datati e confrontati con mattoncini identici custoditi dai tanti collezionisti presenti nel Regno Unito. Pesando le coppie di mattoncini (quelli raccolti in mare e quelli in buone condizioni custoditi dagli appassionati) hanno quindi potuto stabilire quanto velocemente vengono erosi dall’azione degli agenti atmosferici, dell’acqua salata e della sabbia.


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I mattoncini esaminati avevano perso tra il 3% e il 40% della loro massa permanendo per decenni nell’ambiente. Questo permette di stimare che un mattoncino Lego può impiegare dai 100 ai 1.300 anni per degradarsi completamente in ambiente marino, un’ampia forchetta che dipende probabilmente dalla quantità di stress fisico a cui sono sottoposti: 1.300 anni sarebbe quindi il tempo richiesto per veder sparire un mattoncino depositato sul fondo del mare, al riparo dalle onde e dagli agenti atmosferici, e 100 anni quello che impiega a degradarsi un mattoncino trascinato a riva e sottoposto all’azione del vento, delle onde, e all’abrasione della sabbia.

Via Wired

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