Il prossimo telescopio spaziale di punta della NASA, il James Webb Space Telescope, manterrà il suo nome nonostante la controversia che circonda il suo dedicatario, James Webb. Webb è stato amministratore dell’agenzia spaziale dal 1961 al 1968 e durante gli anni del programma Apollo. Tuttavia, negli ultimi sei anni, sono emerse prove che collegano il suo lavoro con la Lavender Scare, una purga anti-LGBT sponsorizzata dallo Stato negli anni ’50 e ’60. Questa scoperta ha portato migliaia di astronomi, astrofisici e scienziati a firmare una petizione per chiedere di cambiare il nome del telescopio. La petizione afferma che il nome del telescopio dovrebbe riflettere il suo futuro lascito e che Webb non può essere elogiato per il suo ruolo nel programma Apollo mentre si ignora il suo coinvolgimento nella persecuzione delle persone queer. La NASA ha avviato un’indagine per esaminare le azioni di Webb e ha concluso che non ci sono prove sufficienti per giustificare un cambio di nome. L’amministratore della NASA, Bill Nelson, ha dichiarato che al momento non ci sono prove che giustifichino il cambio di nome del telescopio. La NASA ha promesso di essere trasparente riguardo all’indagine e alla decisione finale presa. Nonostante le prove del coinvolgimento di Webb in politiche omofobe e nella discriminazione delle donne nel programma degli astronauti, la NASA ha deciso di mantenere il nome del telescopio. La NASA ha precedentemente cambiato i nomi di oggetti spaziali che si sono rivelati insensibili, come l’asteroide Ultima Thule, rinominato Arrakoth nel 2019 a causa delle sue connotazioni naziste. La NASA ha anche rinominato la nebulosa Eskimo e la galassia dei Gemelli Siamesi con termini meno offensivi.
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