Il T.rex viene spesso definito come il “Re dei dinosauri” ma una nuova scoperta ha rivelato un predatore altrettanto feroce che vagava sulla Terra molto tempo prima.
Gli scienziati del Field Museum di Chicago hanno studiato i resti di Whatcheeria, una creatura lacustre lunga sei piedi che vagava per l’ Iowa 340 milioni di anni fa. Whatcheeria aveva denti affilati come rasoi e mascelle che schiacciavano le ossa che potevano spezzare gli animali a metà. “Probabilmente viveva vicino ai fiumi e laghi, lanciandosi e mangiando quello che voleva“, ha detto Ben Otoo, coautore dello studio. “Potremmo definirlo il “il T. rex del suo tempo”. Nel loro nuovo studio, il team ha cercato di capire come la creatura sia cresciuta così velocemente.
“Se vedessmo i Whatcheeria dal vivo, probabilmente assomiglierebbe a una grande salamandra a forma di coccodrillo, con una testa stretta e molti denti”. Whatcheeria viveva sott’acqua ed era un “tetrapode a stelo”, una delle prime creature a quattro zampe che fa parte dello stesso lignaggio degli umani. “Whatcheeria è più strettamente correlato ai tetrapodi viventi come anfibi, rettili e mammiferi che a qualsiasi altra cosa, ma non rientra in quei gruppi moderni”, ha affermato Ken Angielczyk, coautore dello studio. Ciò significa che può aiutarci a capire come si sono evoluti i tetrapodi, noi compresi.”
Il team ha prelevato campioni dalle ossa della coscia e le ha studiate al microscopio. “Esaminando quanto sono spessi gli anelli di crescita nel corso della vita di un animale, si può capire se l’animale cresce continuamente per tutta la sua vita, forse con alcune interruzioni temporanee, o fondamentalmente cresce fino a una dimensione adulta, per poi fermarsi”, ha detto Otoo. I ricercatori si aspettavano di scoprire che Whatcheeria mostrava una crescita lenta e costante, proprio come i rettili e gli anfibi di oggi. Tuttavia, i campioni di ossa della coscia hanno rivelato che la creatura è cresciuta rapidamente quando era giovane, prima di stabilizzarsi nel tempo. I ricercatori sperano che i risultati facciano luce sull’evoluzione dei primi tetrapodi.
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