I Teschi di Cristallo

Il teschio di cristallo esposto al British Museum

Secondo una leggenda esisterebbero ben 13 teschi di cristallo, detti “della saggezza”, che una volta riuniti avrebbero il potere di rivelare all’umanità il suo destino. Tredici come le divinità del mondo superiore e gli idoli del Katun. Sembra ne siano stati ritrovati alcuni:

Il teschio esposto al British Museum è una rappresentazione di un teschio umano ricavata da blocchi di cristallo di quarzo trasparente.

Veri o falsi?

Diciamo subito che la scienza ufficiale bolla tutti i teschi ritrovati come falsi. Nessuno degli esemplari resi disponibili per studi scientifici è stato tuttavia autenticato come di origine precolombiana. Le leggende sui teschi di cristallo non sono presenti nelle mitologie dei popoli mesoamericani o di altri nativi americani. Nessun teschio di cristallo proviene da scavi documentati.

Ci domandiamo cosa ci fa un falso in un Museum.

Tre teschi sono custoditi in altrettanti musei a Londra, Parigi e Washington, mentre gli altri appartengono a collezioni private.

Il teschio che per primo ha attirato l’attenzione dei media è chiamato “Teschio del Destino”. Il Teschio del Destino è fatto di puro cristallo di quarzo trasparente e pesa oltre 5 kg. È l’unico che, oltre a mostrare grande precisione anatomica, abbia anche una mandibola mobile. 

Una scoperta che pone però molti interrogativi: non è chiaro come le popolazioni maya sarebbero state in grado di creare simili oggetti con gli utensili a loro disposizione. Ma la stessa domanda andrebbe fatta sulla perfezione del Sarapeum di Saqquara che stranamente la scienza classica ritiene possibile con gli arnesi dell’epoca.

C’è stata tutta una serie di Studi rivolta a dimostrare che gran parte dei teschi è stata realizzata utilizzando frese da gioielliere, un utensile già presente nell’800.
Documenti avrebbero anche dimostrato che in molti casi si tratterebbe di una truffa realizzata probabilmente nel XIX o all’inizio del XX secolo per far soldi alle spese dei musei europei o di ricchi collezionisti di antichità.
Tutto giusto?

La prima fresa fu realizzata nel 1818, ma l’alto costo, la pesantezza e la poco manovrabilità non ebbe campi di applicazione. La prima fresa universale (può essere ruotata in una direzione orizzontale di un certo angolo e ha un attacco come una testa di fresatura verticale) è stata inventata dall’ingegnere americano Joseph Brown, nel 1862.  
Gli esperti dell’Istituto Smithsoniano di Washington hanno dichiarato che solo dopo il 1900 siamo stati in grado di usare tale tecnologia per tagliare il quarzo e ricavarne una sfera perfetta Qualche dubbio quindi resta sull’utilizzo di frese da parte dei gioiellieri dell’ottocento. Ci pare anche sospetta la collocazione della realizzazione del teschio proprio in quella epoca.

Ma a noi ci piace ascoltare anche le storie.

La storia

Anna Mitchell-Hedges nel 1927,  figlia di F.A. Mitchell Hedges, avventuriero, teosofista, membro della commissione per i Maya del Museo Britannico, aveva 17 anni quando trovò nella giungla del Belize questo unico e misterioso manufatto durante una spedizione col padre, il famoso esploratore F.A. Mitchell-Hedges.
Dichiarò di averlo dissotterrato da sotto un altare in pietra, mentre frugava tra le rovine di un’antica città Maya. Anche se grava il sospetto che tale manufatto sia stato, in realtà, rinvenuto in altro luogo o frutto di loschi traffici specialità dell’avventuriero.

La ragazza notò qualcosa che luccicava tra la polvere e quando lo tirò fuori rimase attonita per la scoperta di un teschio di cristallo perfettamente inciso e ancora intatto. La mandibola staccata fu ritrovata tre mesi dopo.
Le dimensioni del cranio corrispondono perfettamente a quelle di una testa umana femminile. È alto e largo 13 cm. per 18 di profondità e pesa cinque chilogrammi.

Nel 1970, Anna portò il teschio “Mitchell-Hedges” da Frank Dorland, un restauratore di opere d’arte che rimase sconcertato alla vita dell’oggetto. Non avendo mai visto nulla del genere, volle studiarlo e quindi il primo passo fu quello di farlo esaminare scientificamente.
Dorland lo spedì al laboratorio della Hewlett-Packard; il risultato, oltre a destare grande sorpresa, avrebbe portato ad un grande enigma.
I tecnici del laboratorio immersero il cranio in una soluzione di alcool benzilico, quindi lo fecero passare sotto la luce.
Da questo test conclusero che il cranio e la mandibola facevano parte dello stesso blocco di quarzo. Ma ciò che li sorprese fu che cranio e mandibola erano stati incisi senza badare all’asse naturale del cristallo (questa strategia previene le fratture durante il processo di incisione). Il teschio è stato scolpito lungo l’asse principale del cristallo.

Si tratta di una tecnica estremamente avanzata, che utilizza l’asse di simmetria e che diminuisce notevolmente il rischio di frantumazione del pezzo. La precisione del taglio poi sarebbe spiegabile o con l’utilizzo di un laser o con una levigazione continua eseguita con mezzi meccanici che avrebbe richiesto però oltre 300 anni di lavoro e quindi indicherebbe una maggiore antichità del reperto.
La conclusione fu che quell’oggetto «non dovrebbe esistere»

Il quarzo ha una gravità specifica di 2.5 e una durezza (scala Mohs) di 7 che nel caso del diamante arriva a 10, il che lo rende più duro del metallo.
Non sarebbe per niente facile creare un teschio di cristallo neanche usando degli strumenti moderni, ma è davvero molto difficile immaginare come qualcuno, in possesso di tecniche primitive, possa aver fatto un lavoro come quello.
Secondo quanto gli scienziati sanno a proposito della fine della civiltà Maya, il teschio dovrebbe essere stato fatto più di mille anni prima.

Gli esperti del British non sanno fornire una datazione certa del teschio in mostra nel Museo, alcuni lo valutano antico di tremilaseicento anni; altri lo fanno risalire a dodicimila anni fa.

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