I fischietti della morte degli Aztechi: mistero e sacrifici umani

I fischietti della morte degli Aztechi: mistero e sacrifici umani

I raccapriccianti suoni potrebbero essere stati uditi durante i rituali di sacrificio in un tempio dedicato al dio del vento. (Denis—S/Shutterstock.com)

Gli antichi Aztechi potrebbero aver utilizzato degli strumenti a forma di teschio per produrre suoni spaventosi durante i loro rituali di sacrificio umano. Questi strumenti, chiamati “fischietti della morte”, sono stati trovati in diversi siti archeologici in Messico e hanno generato molte teorie e ipotesi sul loro scopo. È probabile che fossero utilizzati per onorare il dio del vento e invocare condizioni meteorologiche favorevoli in cambio di sangue versato.

Il mistero dei fischietti della morte è iniziato negli anni ’70, quando lo storico José Luis Franco ha pubblicato la prima analisi su questi strumenti. Franco ha spiegato che la maggior parte dei fischietti è decorata con immagini di teschi umani, ma alcuni hanno la forma di gufi. Nella tradizione azteca, sia i teschi che i gufi sono associati alla morte, suggerendo che questi fischietti fossero legati all’aldilà.

Tuttavia, è stato solo nel 1999 che un fischietto della morte è stato scoperto in un contesto archeologico che ha fornito indizi sul suo scopo. Durante gli scavi di un tempio nella città-stato azteca di Tlatelolco, i ricercatori hanno trovato il corpo decapitato di una vittima sacrificale maschile che stringeva un fischietto a forma di teschio in ogni mano.

È interessante notare che il giovane tributo è stato trovato di fronte a un tempio dedicato al dio del vento e della pioggia, Ehecatl. Ulteriori ricerche hanno rivelato che sul sito sono stati sepolti un totale di 41 corpi, suggerendo che gli Aztechi offrissero un gran numero di anime come pagamento a Ehecatl.

Secondo l’archeologo Salvador Guilliem Arroyo, che ha scoperto lo scheletro con il fischietto, queste vittime potrebbero essere state sacrificate per implorare la pioggia durante una carestia nel 1454. È possibile che i fischietti della morte fossero utilizzati per invocare lo spirito di Ehecatl imitando il vento durante il rituale sacrificale.

Il suono prodotto dal fischietto può essere descritto come un mix tra un urlo mortale e un ululato di vento tempestoso. L’ingegnere meccanico Roberto Velázquez Cabrera ha studiato questi strumenti per anni e ha scoperto che l’aria soffiata nel fischietto entra in una “camera del caos” senza uscita, creando vibrazioni inquietanti. Velázquez Cabrera sostiene che queste vibrazioni potrebbero indurre uno stato di trance in alcuni ascoltatori. Se due fischietti della morte vengono suonati contemporaneamente, possono produrre vibrazioni infrasoniche che generano stati alterati di coscienza.

Nonostante queste possibilità, l’uso e lo scopo esatti dei fischietti della morte e di altri resonatori antichi sono ancora sconosciuti. Ad eccezione dello scheletro di Tlatelolco, non sono state trovate altre prove che confermino la relazione diretta tra i fischietti della morte e i sacrifici umani.

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