L’olio di cocco, una volta considerato un “superfood” e utilizzato per una vasta gamma di scopi, sembra non essere così benefico per la salute come si pensava. Uno studio recente ha rilevato rischi significativi associati al consumo di olio di cocco. Secondo la ricerca condotta su topi, l’olio di cocco potrebbe influenzare l’assunzione di cibo e compromettere alcuni ormoni metabolici. Inoltre, potrebbe essere correlato all’aumento di peso, al comportamento ansioso e all’infiammazione del sistema nervoso centrale, del tessuto adiposo e del fegato. Gli autori dello studio hanno sottolineato che l’integrazione di olio di cocco per lunghi periodi può portare a significative alterazioni metaboliche che contribuiscono allo sviluppo dell’obesità e delle malattie associate. Pertanto, non è raccomandato come integratore per trattare malattie o recuperare una buona salute. Lo studio ha somministrato una dose giornaliera di olio di cocco a topi sani per otto settimane e ha scoperto che gli ormoni metabolici chiave, come la leptina e l’insulina, erano repressi, compromettendo il controllo della sazietà e dei livelli di zucchero nel sangue. Inoltre, sono state osservate stimolazioni dei meccanismi biochimici coinvolti nella sintesi dei grassi. È importante notare che questa ricerca è stata condotta su modelli animali e quindi i risultati devono essere interpretati con cautela. Tuttavia, gli autori dello studio consigliano di riconsiderare il consumo di olio di cocco e suggeriscono di utilizzarlo in piccole quantità come condimento o parte di una salsa, preferibilmente con verdure fresche o minimamente lavorate e sotto la guida di un nutrizionista. È importante sottolineare che l’olio di cocco è stato associato al colesterolo “cattivo” e a un aumento del rischio di malattie cardiache a causa del suo alto contenuto di grassi saturi. Pertanto, l’American Heart Association consiglia di evitarlo. Inoltre, l’olio di cocco ha un impatto significativo sull’ambiente, minacciando gli ecosistemi tropicali in cui viene coltivato e mettendo a rischio molte specie. Considerando tutto ciò, potrebbe essere preferibile utilizzare olio di canola. È importante fare attenzione alle informazioni che circolano sull’olio di cocco e consultare fonti affidabili. Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Functional Foods.
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