
Un nuovo studio ha rivelato che gli adulti con disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) hanno un rischio quasi triplicato di sviluppare demenza rispetto a coloro che non presentano questa condizione. Questo studio mette in luce l’importanza di prestare maggiore attenzione a un gruppo che è stato storicamente escluso dalla ricerca sull’ADHD. Per molto tempo, l’ADHD è stato considerato principalmente nel contesto dei bambini, ma sempre più adulti vengono diagnosticati e le diverse manifestazioni della condizione in gruppi precedentemente poco studiati, come donne e ragazze, vengono riconosciute. Si stima che il 3% della popolazione adulta abbia l’ADHD, ma gli adulti più anziani rimangono un gruppo poco compreso.
Un nuovo studio condotto in Israele ha cercato di determinare se gli adulti con ADHD sono a maggior rischio di demenza e se i farmaci e/o i cambiamenti dello stile di vita possono influire su questo rischio. I ricercatori hanno analizzato i dati di oltre 100.000 persone iscritte a uno studio di coorte nazionale dal 2003 al 2020. Hanno confrontato l’incidenza della demenza tra i partecipanti con e senza diagnosi di ADHD e hanno scoperto che l’ADHD era significativamente associato a un aumento del rischio di demenza. Questo risultato è rimasto vero anche dopo aver preso in considerazione altri fattori di rischio come le malattie cardiovascolari. Il rischio di demenza era quasi triplicato tra coloro che avevano l’ADHD.
Gli autori dello studio hanno ipotizzato che i cervelli degli adulti con ADHD potrebbero essere meno in grado di compensare gli effetti dell’invecchiamento, rendendoli più suscettibili alla demenza. Hanno anche sottolineato l’importanza di prendere sul serio i sintomi dell’ADHD nelle persone anziane, poiché potrebbero riflettere i primi segni di declino cognitivo. I medici, i clinici e i caregiver che lavorano con gli adulti anziani dovrebbero monitorare attentamente i sintomi dell’ADHD e i farmaci associati.
Lo studio solleva anche domande sugli effetti dei farmaci psicostimolanti utilizzati per trattare l’ADHD, come il Ritalin e l’Adderall. Lo studio ha suggerito che questi trattamenti potrebbero potenzialmente contribuire a ridurre il rischio aumentato di demenza, ma sono necessarie ulteriori ricerche per analizzare i rischi e i potenziali benefici in modo più approfondito.
La demenza è già una grande preoccupazione per le autorità sanitarie di tutto il mondo. L’interesse e la consapevolezza sull’ADHD sono aumentati di recente, ma è ancora necessario fare di più per garantire che gli adulti con ADHD ricevano interventi medici di alta qualità e personalizzati per tutta la loro vita. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista JAMA Network Open.
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