Festa della Mamma: una riflessione sulle madri monogenitoriali

Le famiglie monogenitoriali, costituite dalla sola madre, sono in forte aumento e rappresentano una componente significativa del tessuto sociale italiano, nonostante non siano raccontate molto spesso. Per fornire un quadro della situazione, basti pensare che nel nostro Paese, secondo l’ultimo report ISTAT del 2023, ci sono oltre 3,8 milioni di nuclei familiari composti da un solo genitore, di cui più del 77% sono madri sole.

Questo significa che quasi 3 milioni di madri crescono i propri figli senza un partner, affrontando da sole il carico emotivo, educativo, organizzativo ed economico della genitorialità. L’aumento delle separazioni ci riporta un ulteriore dato: dal 2011 al 2021, il numero di madri sole è aumentato del 35,5%. A livello europeo, l’Italia mostra un trend simile a quello di Francia e Spagna, dove le famiglie monogenitoriali, pur se supportate da un welfare più strutturato, rappresentano comunque una fascia fragile.

Eppure, la narrazione pubblica continua spesso a ruotare attorno al modello familiare tradizionale, ignorando queste donne che, con forza e determinazione, portano avanti famiglie non meno complete delle altre.

Mamme sole

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Mamme single: il maggiore impegno profuso nel seguire i figli

Madri sole: un carico doppio, spesso invisibile

Le famiglie monogenitoriali affrontano la quotidianità con un carico quasi sempre maggiore rispetto a quelle con i due partner presenti. Ovviamente ciò vale se parliamo di famiglie sane, con un’adeguata separazione delle responsabilità e  dei diversi carichi.

Ovviamente, anche i padri soli sono chiamati a fronteggiare sfide più faticose rispetto a quelle vissute da una coppia tradizionale ma con un ma. Infatti, c’è da ricordare quanto le donne, in generale, vivano situazioni di maggiore fragilità in termini economici e professionali, a causa di un contesto lavorativo che le rende più deboli, nonostante siano ugualmente o più preparate rispetto ai colleghi. Una questione spinosa, ormai denunciata da anni, per la quale non ci è stata ancora la rivoluzione che si auspicherebbe, per un reale ed equo cambiamento. Per questo, le madri sole che si debbano fare carico dei figli, senza alcun tipo di collaborazione da parte dell’ex partner, si trovano spesso in una situazione di particolare debolezza, anche rispetto agli uomini single.

“Le madri monogenitoriali si trovano frequentemente a lottare con un profondo senso di colpa e inadeguatezza”, spiega Giovanna Giacomini, pedagogista e formatrice, fondatrice del portale GD EDUCA, società che si occupa di servizi educativi e di formazione.

“La domanda che spesso aleggia è: ‘sto facendo abbastanza?’ Questo nasce dal continuo confronto con la figura paterna che, per varie ragioni, può essere assente: per un lutto, una separazione, un abbandono o, talvolta, per una presenza fisica ma non affettiva. In quest’ultimo caso, mi sento comunque di parlare di famiglia monogenitoriale”.

La Festa della Mamma può diventare il momento perfetto per dare spazio e voce a questa figura genitoriale troppo spesso ignorata, che ha difficoltà a condividere o a rivedersi in altre storie, fino a quando sembri essere l’eccezione.

“Anche la persona più forte e resiliente arriva a un punto in cui sente di crollare.  La sera, per molte mamme, è il momento più critico. Il silenzio della casa amplifica il senso di invisibilità e lo sconforto. In quei momenti serve un gesto minimo, come un respiro profondo o un pensiero gentile verso se stesse.”

Mamme sole

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Mamme single: le mille sfide quotidiane

Mamme single: l’importanza di prendersi cura di se stesse

Una madre può ritrovarsi sola per diversi motivi, come può ritrovarsi sola in diverse fasi della propria vita ed ognuno dei diversi casi disegnerà una cornice specifica in base alle difficoltà che dovrà affrontare.

Chi è abbandonata dal partner che addirittura nega di riconoscere il figlio/figlia, potrà essere chiamata ad affrontare un dolore ed una difficoltà diversa rispetto ad una coppia che decide consensualmente di separarsi, quando i ragazzi hanno cominciato a crescere, ad esempio. Come ancora sarà diversa la situazione della madre single per scelta o di quella donna che si trovi senza il partner improvvisamente, a causa della sua morte.

Inoltre, diversa è la quotidianità di  quelle famiglie monogenitoriali che possano contare su amici, parenti e su  una soddisfazione lavorativa appagante sotto ogni punto di vista, rispetto alla vita di donne rimaste sole, senza lavoro, e con poca solidarietà da parte della propria comunità.

Sempre secondo lo studio Istat di cui sopra,

“Il confronto con il passato mostra il passaggio da una ‘vecchia’ forma di monogenitorialità, originata specialmente dalla vedovanza, a una nuova forma, derivante soprattutto dallo scioglimento volontario dei matrimoni, dalle nascite fuori dai matrimoni e dai genitori single”.

Accanto alla fatica, però, si scopre spesso una riserva inattesa di forza. “Molte donne si sono scoperte resilienti, capaci di superare ostacoli con creatività e ingegno, pur di garantire ai figli amore e stabilità. Se una madre si prende cura di sé, potrà trasmettere serenità anche agli altri”, continua Giacomini.

Il benessere emotivo della madre, aggiunge, è centrale: Il punto non è cercare la perfezione, ma riconoscere il proprio valore: Abbandoniamo l’illusione tossica della perfezione. I figli non hanno bisogno di una madre infallibile, ma di una madre presente e serena”.

Il recupero di spazi di tempo personale, anche minimi, e il superamento dell’isolamento da parte della mamma sola sono fondamentali per la salute di tutta la famiglia: “Solitudine sì, isolamento no. È importante mantenere relazioni, coltivare la propria autostima e chiedere aiuto quando serve”.

Mamme sole

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Mamme sole: le diverse cause

Oltre la retorica: un appello alle istituzioni

Celebrare davvero queste madri è importante per riconoscere la loro esistenza, per dare loro voce, perciò quello che ci sta davvero a cuore è un vero e concreto cambiamento a livello strutturale.

Nel mondo del lavoro, una madre monogenitoriale libera professionista è completamente scoperta. Eppure, i figli non sono diversi. La maternità non cambia. Quello che cambia è il sostegno che manca”, denuncia Giacomini.

Tantissime sono le madri disoccupate o inattive e, secondo Save the Children, in Italia si parla del 42%. E per spegnere sul nascere riflessioni poco generose, ricordiamo che è sempre sulle donne che pesa il carico emotivo, come le ore dedicate ai lavori domestici e la cura di altri familiari fragili. Spesso, questo impedisce ad alcune di loro la ricerca di un lavoro che possa conciliare i diversi ruoli ai quali si è chiamate. Inoltre esiste una questione di gender gap a livello salariale, una difficoltà a ricollocarsi, quando si è lasciato il lavoro dipendente, come anche ad essere assunte se si è madri con bambini piccoli o se lo si vuole diventare.

Di fronte a tali ingiustizie, l’enorme fragilità che pesa sulle madri single richiederebbe quanto meno  un intervento pubblico con agevolazioni fiscali, strumenti di welfare mirati, e supporto psicologico e legale gratuito. Come ricorda Giacomini, “Il carico è doppio, e l’incertezza è una costante quotidiana. Le istituzioni devono riconoscere queste madri come una componente fondamentale della società, e agire di conseguenza”.

Potenziare il welfare aziendale, garantire maggiore flessibilità lavorativa e includere nel dibattito politico una visione più ampia e realistica di famiglia. Una società inclusiva è quella che non ignora chi non rientra negli schemi più semplici. Anche se, ricordiamolo, la politica ignora la famiglia quasi nella sua interezza, al netto di piccoli interventi poco significativi. Altrimenti il calo demografico non avrebbe ragione di esistere!

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Mamme single e come stare accanto ai figli

La Festa della mamma, quando la madre è sola

La Festa della Mamma può e deve essere anche il momento per riscrivere il racconto delle famiglie italiane, includendo tutte le loro forme, in quanto sempre esempio di amore e coraggio. Coraggio di proteggere, prendersi cura, amare, crescere, educare i figli e le figlie che molta parte della società non contempla può, ma guarda con sospetto e fastidio.

In questa cornice, le madri sole (come i papà) non devono essere invisibili, ma devono poter vivere la propria famiglia con la maggiore serenità possibile.

La condizione di ‘genitore solo’, tuttavia, ci racconta l’istat

“è quasi una prerogativa femminile (otto casi su 10): le donne continuano a vivere con i figli a seguito di una separazione o di un divorzio non solo perché nelle separazioni giudiziali si tende a privilegiare fortemente l’affidamento materno, ma anche perché in tal senso si accordano la maggior parte degli ex coniugi quando ricorrono alla separazione consensuale. Inoltre, gli uomini si trovano più frequentemente a costituire una nuova unione anche in seguito ad un evento di vedovanza”.

Essere  genitori soli non deve trasformarsi in una prigione di sacrificio assoluto e unidirezionale, ma è importante muoversi in un contesto istituzionale e sociale che non ignori ma che si faccia, in parte, carico di alcuni ostacoli che possono rendere la quotidianità particolarmente faticosa.

Come ci racconta Giacomini, alla domanda “Cosa vorresti per la tua Festa della Mamma?”, la risposta delle madri sole è sorprendentemente semplice: tempo. “Tempo da dedicare a se stesse, libero da preoccupazioni. Una tregua. Ma questo tempo non arriva da solo: va costruito, anche con il coinvolgimento dei figli”. Altre mamme desiderano soprattutto la serenità dei propri bambini, quando percepiscono che la loro solitudine li tocca”.

Infine, vogliamo concludere con un regalo che può provare a farsi ogni mamma sola, per ritrovare serenità, in quei momenti particolarmente faticosi. Ve lo raccontiamo con le parole della dottoressa Giacomini, che offre una strategia, in punti, da mettere in campo, in questi casi.

  1. “In primo luogo, è fondamentale superare i pensieri negativi, come l’idea di essere un genitore “di serie B”. L’assenza di un partner non invalida né rende inferiore un nucleo familiare.
  2. Non sforziamoci di essere Wonder Woman: i superpoteri non esistono. Abbandoniamo l’illusione tossica della perfezione.
  3. Comunicare con gli altri è fondamentale. Non bisogna cadere nell’errore di pensare di dover affrontare tutto da sole.
  4. Regaliamoci del tempo, senza rimorsi. Iniziamo con piccole dosi, così sarà più facile: un minuto per leggere una pagina di un libro, per respirare, per dire una parola gentile a noi stesse o per prendersi un abbraccio.
  5. Coltivare la propria autostima significa riconoscere quotidianamente il proprio valore. Questo si traduce nel ripetersi che si sta dando il meglio.
  6. Impariamo a superare l’isolamento. La condizione di madre sola non deve impedirci di frequentare altre persone e famiglie”.
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