Deserti: 3) Sahara, le Ere.

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| La Grande Fauna Selvaggia | Teste Rotonde | Pastorale |
| Fase del Cammello e del Cavallo |

La natura rigogliosa del Sahara, popolata da grandi animali, come elefanti e giraffe, è proprio il soggetto delle prime opere pittoriche.
Ma quando questi uomini cominciarono a incidere sulle rocce?

Pare che 14.000 anni fa abbia avuto inizio il processo di desertificazione dell’Africa settentrionale (Sahara), quando in Europa finì l’ultima glaciazione (da circa 20000 a 12000 anni fa). La desertificazione di quest’area ricchissima di foreste e fiumi ha subìto un’improvvisa accelerazione circa 5.500 anni fa ed è andata avanti sino a 2.700 anni fa.

Non si conosce la data precisa ma si ritiene che i graffiti antichi possono precedere quella data e risalire fino a 12.000 anni fa. E’ verosimile che siano l’opera delle prime popolazioni giunte nel Sahara centrale al seguito delle piogge monsoniche.

I graffiti che risalgono a 4.500 anni fa sono tutti ricoperti da una patina grigia che si formò all’incirca in quell’epoca. Ma nel solco dei graffiti più antichi si riscontrano anche un processo di corrosione che è precedente rispetto alla formazione della patina, che è stato provocato da alterazioni climatiche verificatasi in un momento dell’antico Olocene, tra 10.000 e 7.000 anni fa.

E’ sicuramente stato questo fenomeno che ha indotto le popolazioni a spostarsi progressivamente verso il Nilo. Reperti archeologici fanno risalire la presenza dell’uomo nel Sahara a più di 10.000 anni fa, ma le prime popolazioni agricole stabili nella sua valle, dedite all’agricoltura secca, adatte alle aree paludose, si sono formate circa 8000 anni fa.
Ancora prima che si diffondesse l’agricoltura (coltivazione di grano e orzo) la valle offriva, lungo le sponde del fiume, selvaggina di grossa taglia (antilopi, rinoceronti, elefanti), mentre le acque erano piene di pesci, e le stesse paludi davano rifugio a molta fauna di uccelli stanziali e migratori.

I PERIODO STORICI.

Gli studiosi dell’arte rupestre sahariana hanno evidenziato 5 periodi storici differenti dell’evoluzione artistica: Grande Fauna Selvaggia, Teste Rotonde, Pastorale, Fase del cavallo, Fase del cammello.


Grande Fauna Selvaggia

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Nella fase della Grande Fauna Selvaggia i graffiti, tracciati con un solco profondo fino a 15 mm e largo anche 10, fanno immaginare una savana dove circolavano elefanti, giraffe, leoni e rinoceronti in gran numero.
Gli autori di questi incisioni erano cacciatori-raccoglitori che vivevano alla fine del Paleolitico. La loro sopravvivenza dipendeva dalle risorse dell’ambiente ed era facile immaginare come la caccia potesse essere la risorsa principale. Era una vita condotta all’insegna del pericolo. Affrontare una belva ferita, rincorrerla tra i monti o catturarla al momento dell’abbeverata doveva essere molto rischioso.
Forse per questo che sulle rocce gli animali venivano raffigurato in grandi dimensioni, seguiti da cacciatori timorosi che appaiono sempre in gruppo e di dimensioni sproporzionatamente ridotte rispetto alla bestia.

In questo periodo comparve anche un altro bovide con corna lunghe e rivolte verso l’alto. Un Bubalus antiquus che si estinse circa 10.000 anni fa. E’ considerato dagli archeologi una sorte di “fossile guida” che indicherebbe che il graffito è stato eseguito prima della scomparsa dell’animale.


Poi qualcosa cambia.

Teste Rotonde.

E all’incirca 8.000 anni fa il mondo di questi popoli si fa più complesso. Comincia il periodo delle Teste Rotonde.  Per la prima volta l’attenzione è rivolta all’uomo. I temi naturalistici scompaiono. Gli artisti scelgono le pareti di alcuni grandi ripari scavati dalle erosioni.

Quì vengono dipinti i misteriosi personaggi  senza volto che danzano sulle rocce come se stessero compiendo una cerimonia, indossano maschere fiabesche,  a volte hanno il corpo tatuato e puntinato di bianco. Sono figure che sembrano non appartenere a questo mondo. Perchè?

A questo periodo si attribuiscono i primi tentativi di addomesticare gli animali, l’uomo comincia ad usare macine e spatole di legno trovate ancora con tracce di colore. Raccoglie semi nei cesti e produce ceramica.


Pastorale

Tra gli 8.000 e 5.000 anni fa l’addomesticamento è un fatto compiuto. In questo periodo il clima favorisce l’espansione della civiltà nel centro del Sahara: è la fase Pastorale.
La sua arte racconta in modo verosimile sulle rocce grandi scene pastorali. Ma accanto al mondo idilliaco fatto di tante mandrie di bovidi al pascolo ci sono anche le lotte cruenti, gli scontri fra clan rivali ritratti con stile pittorico maturo e preciso fino al dettaglio. Si distinguono i profili minuziosi di gruppi etnici differenti che fanno pensare che di quì sono passati genti di diversa provenienza.

Ma a partire dal 3.000 anni avanti cristo sopraggiunse un nemico inaspettato: il deserto. Con l’inizio della fase arida, quella tuttora in corso, questo mondo fiorente pian piano scompare.
I pastori abbandonano il Sahara e l’arte rupestre si inaridisce.


Cavallo e Cammello.

Sono le fasi del Cavallo e del Cammello. Il declino si riflette nelle immagini sulle rocce: i personaggi sono stilizzati.
Gli abitanti si spostano verso zone più fertili. La coincidenza stupefacente è che proprio a questa migrazione corrisponde, 2.000 chilometri a est, la nascita sul Nilo della civiltà egizia.

Gli archeologi ora si limitano a dire che ciò che avvenne nel Tadrart Acacus potrebbe spiegare sorprendenti affinità tra alcune pitture sahariane e l’iconografia egiziana, come il bovide con le corna a lira che trattiene un ovale, così simile al sacro bue Apis.

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