Covid-19: il Brasile respinge il vaccino Sputnik V

All’unanimità il consiglio di amministrazione di Anvisa, l’autorità sanitaria del Brasile, ha votato per non approvare il vaccino contro Covid-19 prodotto in Russia Sputnik V. Questo nonostante diverse regioni brasiliane avessero già stipulato contratti per l’approvvigionamento. Ufficialmente la decisione è dipesa dal fatto che lo staff tecnico dello stato sudamericano non è stato in grado di sciogliere alcuni dubbi sul processo di produzione del vaccino russo per mancanza di informazioni. La Russia ha già replicato che l’efficacia e la sicurezza del proprio vaccino sono state verificate da 61 paesi che ne hanno già approvato l’uso, e avanza il sospetto che dietro la decisione di Anvisa ci siano in realtà pressioni da parte degli Stati Uniti.


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Rischi intrinseci e difetti gravi

Per gli esperti di Anvisa, i “rischi intrinseci” del vaccino Sputnik V sono “troppo grandi” per consentire l’autorizzazione in Brasile. La commissione riferisce di aver preso la decisione tenendo conto della documentazione fornita dai russi e delle considerazioni di agenzie regolatorie straniere, ma anche dei dati acquisiti di persona dagli ispettori brasiliani. Proprio la fase dell’ispezione delle sedi di produzione è stata cruciale per il rifiuto del Brasile: pare infatti che i tecnici non abbiano potuto completare la visita alle strutture in Russia, che l’accesso all’Istituto Gamaleya sia stato negato e che durante la visita ad altre due fabbriche ci siano stati altri problemi. Domande cruciali sono rimaste senza risposta, comprese quelle su potenziali eventi avversi, ha spiegato il responsabile dei farmaci e dei prodotti biologici di Anvisa Gustavo Mendes. “In questo momento, il rischio intrinseco nella produzione non può essere superato”, ha concluso la sua collega Ana Carolina Moreira Marino Araujo.

La replica della Russia

Il Russian Direct Investment Fund (Rdif), che commercializza il vaccino Sputnik V all’estero, ha respinto i commenti di Anvisa: per gli scienziati russi che hanno analizzato dati in real-life su 3,8 milioni di persone, Sputnik V è efficace contro Covid-19 al 97,6% (uno studio peer-reviewed pubblicato su Lancet lo scorso febbraio parla di un tasso di efficacia del 91,6%, ve ne avevamo parlato qui); inoltre la sicurezza e l’efficacia del vaccino sono state valutate dalle autorità regolatorie di altri 61 paesi che ne hanno approvato l’uso.

“La decisione di Anvisa di ritardare la registrazione dello Sputnik V potrebbe essere stata motivata politicamente“, si legge in una nota. “Rdif si rammarica dei numerosi tentativi da parte di alcuni paesi di opporsi al vaccino russo […] anche attraverso la pressione sui regolatori stranieri”.

Posizioni ribadite anche sull’account Twitter ufficiale dedicato a Sputnik V, con tweet in portoghese in cui ci si riferisce direttamente agli Stati Uniti.

Il portavoce del Cremlino Dmitri S. Peskov, comunque, ha dichiarato in una teleconferenza coi giornalisti che i contatti con le autorità brasiliane continueranno. “Se i dati mancano, verranno forniti. Non ci dovrebbero essere dubbi su questo”.

Via: Wired.it

Credits immagine: Ivan Diaz on Unsplash

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